|
Dopo anni di lontananza dai palchi, ritorna ad incantare il pubblico italiano, con la sua splendida voce, Sinead O'Connor, icona degli Anni 90 e personaggio che ha fatto parlare di sé in molte occasioni, non ultima la sua dura critica alla chiesa vaticana sull'onda di un malessere che in molti abbiamo condiviso.
Vedere la O'Connor, dopo tutto questo tempo, cantare con passione, a piedi nudi sul palco, è stata un'emozione fortissima; naturale e splendida accompagnata da una scaletta di 18 brani, di cui tre solo per voce. L'atmosfera della piazza di Fabriano, location del Poiesis Festival che ha ospitato il concerto di Sinead, era totalmente saturata dalla sua presenza; le centinaia di persone accorse ad ascoltarla hanno applaudito lanciandosi in canti e lunghi silenzi, affascinate dalla loro stella che li ha illuminati in questa notte di primavera. La O'Connor in questo concerto riscopre il blues, il gospel e la musica tradizionale irlandese, sorprendendoci con nostra delizia. Come ha avuto modo di dichiarare in conferenza stampa, una volta Sinead cantava imitando l'accento americano, perché andava di moda, ora si sente più libera di portare sul palco, e al suo pubblico, le proprie radici, che vedono il seme in terra d'Irlanda, una terra fatta di conflitti e meravigliose tradizioni. Sinead è forte, come lo è il popolo della sua terra, caratterizzato da uno spirito combattivo che emerge di riflesso quando la singer si infuoca nelle sue memorie, raccontando la sua storia. Una storia che l'ha portata ad essere uno dei personaggi di spicco di un'epoca storica musicale e sociale, percorso che la cantante fotograferà nel suo prossimo album.
Tornando al concerto, l'apertura è con The Times They Are A-Changin' di Bob Dylan, una cover non causale in apertura, quasi una denuncia, per far capire che la Sinead che tutti conosciamo è ancora lì pronta a riprendere da dove il discorso si era interrotto, a trasmettere un messaggio di lotta. Seguono Something Beautiful, Thief Of Your Heart, Solomon; in solo Sinead esegue I Am Stretched On Your Grave, Black Boys On Mopeds, This Is To Mother You. All'attacco di Nothing Compares To You il pubblico risponde con grida di gioia; questo è, sicuramente, il brano che ha consacrato questa artista per così tanto tempo e che tutt'oggi continua a girare in tutti i luoghi della musica. Dopo più di un'ora e mezza ci si avvia verso la chiusura del concerto con Thank You For Hearing Me, che vogliamo leggere come un ringraziamento al pubblico e alle persone amate, anche coloro che ci hanno fatto del male e da cui abbiamo imparato a vivere nonostante tutto. Questa formidabile performer ha parlato con il pubblico, li ha intrattenuti con la sua musica, ammaliati e coccolati, in lei c'è tanta forza quanta dolcezza che arriva chiaramente a chi la ascolta e la osserva cantare con passione ed energia.
Ovviamente non mancano due encore: un omaggio a Tim Buckley con la splendida Song To The Siren, che cantata da lei ci fa stringere il cuore, in una versione rivista e addolcita, sempre più malinconica e straziante. In conclusione arriva If You Had A Vineyard, brano che con il suo finale “Jerusalem and Judah I'd cry if I could” ci affascina per la sua forza. Nella piazza intanto entrano le fiaccole dei tifosi della nuova vincitrice Inter, e nella mente un pensiero va a tutte quelle fiaccole notturne che hanno perseguitato a lungo tutti coloro che sono andati contro le leggi, contro le convenzioni, contro coloro che volevano imporre il loro potere e il loro ipocrita ben pensare.
Sinead O'Connor stasera sul palco è stata magica e la magia, alla fine, ha avvolto tutto e tutti, anche la piazza di Fabriano e il suo popolo, generando un'aria che pretende il mutamento del passaggio di stagione. Siamo curiosi di assistere al cambiamento che Sinead ha in serbo per noi nel suo prossimo album, intanto non ci resta che mantenere il ricordo di questa notte, dei piedi nudi, dell'aria mutevole e dei cuori riuniti sotto il palco da questa grande artista.
Articolo del
28/05/2010 -
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|