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Un posto incantevole per un concerto unico e irripetibile, quindi indimenticabile. L’ascesa verso il Palazzo del Principe è lunga e faticosa sotto il caldo, ma l’affaccio sulla Baia di Montecarlo di cui godiamo ad ogni tornante, ci ricompensa pienamente. La piazza su cui è stato sistemato il palco ha rilevanza storica, è meta turistica, è la residenza di famiglie importanti della nobiltà monegasca, i vicoli sono quelli che percorreva la Principessa Grace per accompagnare a scuola le figlie Carolina e Stehanie... ma questa sera tutto questo cede il passo ad un Rock and Roll di alta levatura!
Dopo l’apertura riservata ai PPZ Rocket e ai decisamente più interessanti Koma, ecco che la piazza comincia a riempirsi e sale la tensione. E’ il Principe Alberto in persona che saluta il pubblico e pochi minuti dopo, al momento dell’annuncio di Iggy & The Stooges, viene giù un delirio di urla! La band originaria di Detroit, nel Michigan, si presenta sul palco con James Williamson, alla chitarra elettrica (in sostituzione del compianto Ron Asheton), con Mike Watt, ex Minutemen, al basso, con Scott Asheton alla batteria, con Steve Mackay ai fiati e naturalmente con la figura carismatica ed immarcescibile di Iggy Pop alla voce. L’Iguana ha da poco compiuto 63 anni d’età ma saltella sul palco come un ragazzino, nervoso come se fosse stato morso da una tarantola, caricato a pallettoni e pronto a fare fuoco su chiunque gli capiti a tiro! Si parte con Raw Power, la title track del disco del 1973, poi via con Kill City dall’album inciso con James Williamson quando l’Iguana era sospeso fra la vita e la morte per abuso di eroina. Ora come allora, le sferzate elettriche della chitarra di Williamson su Search And Destroy si dimostrano ancora una volta attuali e ci ricordano purtroppo che al posto della guerra in Indocina adesso c’è il conflitto in Iraq e in Afghanistan a turbare la coscienza del mondo. Mai come con gli Stooges la chitarra è usata come arma, che diventa letale in occasione dei brani hard rock più scorticati, e che si mostra corrosiva e profonda su Gimme Danger, la più bella canzone mai scritta dall’Iguana, un mix di disamore e tormento, di voglia e di distacco. Le ragazze di Monaco? La più brutta è bellissima, Iggy se ne accorge e dedica loro una poco elegante ma piuttosto convincente Cock In My Pocket, brano che non esegue dal vivo da tempo memorabile. Al momento dell’esecuzione del rock and roll acido di Shake Appeal, Iggy chiama sul palco i ragazzi delle prime fila e subito un Sabba infernale si svolge sotto i nostri occhi! Fanno a gara per contendere il microfono all’Iguana, si rotolano, si massacrano con gioia irrefrenabile e si trascinano fino al diluvio di note cadenzate e perforanti che accompagna 1970 (I Feel Alright) tratta da Funhouse. Un intermezzo solo strumentale, dove l’esecuzione di Night Theme si sovrappone al tema di Batman, concede un attimo di pausa all’Iguana, che torna poi sulla scena con Beyond The Law e con l’aggressività oltranzista di I Got A Right, una esecuzione in chiave punk difficile da dimenticare! Durante I Wanna Be Your Dog, l’Iguana si dimena, abbaia, procede a quattro zampe sul palco, quasi perde i pantaloni e sorride (aveva promesso al Principe Alberto di contenersi...) . Ancora, la fine di un amore, accompagnata dalle chitarre distorte di Your Pretty Face Is Going To Hell, e l’autobiografica Open Up And Bleed, una rarità assoluta dal vivo, una blues ballad bellissima, ma che non compare nella discografia ufficiale dell’Iguana.
Richiamati a gran voce sulla scena, Iggy & The Stooges eseguono Funhouse con un Mike Watt quanto mai formidabile al basso, e con gli interventi strazianti di Steve MacKay al sassofono. Il ritmo tribale e le note tambureggianti di No Fun chiudono l’esibizione, e ci lasciano storditi. Siamo qui per davvero? E’ successo veramente? O stiamo sognando?
Il blues elettrico dell’altro gruppo di veterani del rock, gli ZZ Top, ci toglie qualsiasi residuo dubbio. Billy Gibbons, chitarra e voce, Dusty Hill, basso e voce, e Frank Beard alla batteria, vengono da Houston, Texas e sono fra le pochissime band degli anni Settanta a non aver mai cambiato formazione. Il look è quello classico di sempre: barbe lunghe, occhiali scuri, e un cappello di pelle nera calato sulla testa. Camice scure, pantaloni di pelle nera e stivali da bikers. Inoltre c’è tutto un richiamo all’iconografia dei motociclisti sia in quella borchia sistemata proprio davanti al rullante della batteria sia in quei tubi di scappamento che forgiano l’asta dei microfoni! Mentre sullo sfondo scorrono veloci immagini mozzafiato del deserto del Texas, gli ZZ Top intonano i brani più conosciuti del loro repertorio, da Got Me Under Pressure a Jesus Just Left Chicago, da I Am Bad I Am Nationwide alla fantastica Cheap Sunglasses. Il suono delle chitarre di Gibbons e di Hill penetra con facilità nello nostre vene, mentre quei passi cadenzati ed il sincronismo dei loro movimenti sul palco ci ricorda quanto è facile stare bene, e quanto il Rock and Roll possa essere di aiuto. Ed è questo il caso! Una citazione Rock Me Babe, una cover, a dir poco splendida, Hey Joe di Jimi Hendrix, e infine una lunga retrospettiva di successivi nel finale. Brani come Gimme All Your Lovin’, Sharp Dressed Man e Legs fanno ballare tutta la piazza, giovani signore eleganti strette in un abitino estivo, ondeggiano al suono del Rhythm & Blues più puro ed esaltante, vecchi rockers rivivono emozioni ormai dimenticate, si esaltano vicino alle nuove generazioni del Rock, venute fin qui da Nizza, da Genova. Ce ne è per tutti i gusti.
Siamo oltre la mezzanotte, una breve pausa, ed infine gli ZZ Top ritornano sul palco per eseguire una scoppiettante Viva Las Vegas ed il blues cadenzato e travolgente di La Grange, un brano impossibile da ascoltare senza muoversi, senza lasciarsi andare a cose strane, a brividi folli, che dettano il ritmo di quella che poi è la vita.
Stooges e ZZ Top, stesso palco, stessa sera. Non sentiamo più le gambe, né fame , né sete, cosa chiedere di più?
(La foto di Iggy Pop dal vivo a Monaco è di Giancarlo De Chirico)
Articolo del
09/07/2010 -
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