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“Quando me metto 'n testa 'na cosa io, deve da esse quella! O il mondo ammazza a me, o io ammazzo a lui”. (Accattone)
L’unione tra cinema, teatro, musica, la rappresentazione di un’arte che nasce allo scopo di narrare una storia, e che, in questo caso, sublima le sue doti grazie all’incontro con un'altra faccia di sé, quella di un genere musicale che è tragedia ed anche commedia, improvvisazione e libertà: il jazz. Non c’era da aspettarsi null’altro che un’affluenza di pubblico importante, e così è stato, quando domenica 20 giugno 2021 la Casa Del Jazz ha ospitato, nell’ambito del suo ricchissimo e variegato programma estivo, la riproposizione dell’ “Accattone”, esordio alla regia nel 1961 di Pier Paolo Pasolini.
Gli attori chiamati in causa erano tutt’altro che sconosciuti: da un lato il Perfect Trio guidato da Roberto Gatto, batterista ai vertici della scena jazz italiana ed internazionale (con lui Pierpaolo Ranieri al basso elettrico e Alfonso Santimone al piano e fender rhodes), dall’altro uno degli attori e registi italiani più conosciuti ed apprezzati degli ultimi anni come Valerio Mastandrea. La voce di Valerio si sposta sovente per il palco, modulando sé stessa attraverso le personalità della moltitudine di comprimari di cui la storia è affollata. Il tutto assume contorni sia grotteschi che goliardici mentre i dialoghi continuano a scattare istantanee di vita gravitanti tutte attorno alla figura dell’ “accattone”, soprannome del sottoproletario romano Vittorio Cataldi.
Mastandrea diviene dunque uomo sofferente, sempre dedito al giorno presente, estraneo ad un’idea di “quieto vivere” mentre cerca costantemente il modo di sopravvivere, giorno dopo giorno, ai grandi drammi e alle piccole speranze di un’esistenza che sembra ineluttabilmente prefigurare un destino infausto. Roberto Gatto, accompagnato dal ritmico pulsare del basso di Ranieri e dai saliscendi di piano di Santimone, dà corpo all’atto teatrale amplificandone emotività e coinvolgimento da parte dello spettatore, che si ritrova così immerso in una finzione che vuole raccontare una parte di Italia che fu, e che, forse, non è mai scomparsa del tutto.
Articolo del
23/06/2021 -
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