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Nuovamente alla Casa Del Jazz, a respirare dal vivo la bellezza della musica. Nella serata del 26 giugno un doppio concerto ha avuto luogo sul palco di Villa Osio: Giovanni Falzone e Glauco Venier (rispettivamente tromba e pianoforte) ed il quintetto guidato da Giovanni (contrabbasso) e Jasmine Tommaso (voce), padre e figlia, con Claudio Filippini al piano, Andrea Molinari alla chitarra e Alex “Pacho” Rossy alla batteria ed alle percussioni.
Il fato ha voluto che proprio in questa giornata avesse luogo la partita della nazionale italiana contro quella austriaca, circostanza che ha indubbiamente esercitato un fascino maggiore verso i più, decretando un’affluenza di pubblico non così generosa come durante altri concerti alla Casa Del Jazz. Ma, nonostante tutto, la musica ha comunque parlato, ha sussurrato attraverso le fronde dei pini, abbracciando i presenti con due diverse facce di sé stessa. Il duo Falzone - Venier, primo in scaletta, ha portato in scena i brani dell’ultimo album prodotto dalla coppia, Dialogo Espressivo, uscito presso Parco della Musica Records.
Fotografia espressiva dell’attuale momento artistico e di vita di Falzone, l’album è stato portato live con l’estro e la personalità affascinante che da sempre caratterizza il trombettista, ben coadiuvato dal piano di Venier, sommesso e prestigioso compagno di un viaggio crepuscolare volto alla rinascita dello spirito attraverso una marcata anima melodica. Come racconta lo stesso Giovanni nel primo intermezzo di pausa tra i brani, cominciò a scrivere le canzoni all’incirca nell’agosto del 2019 sino a fine novembre, avendo chiaro in mente il proposito di registrarli con Glauco. Poi è arrivata la pandemia ed il mondo si è fermato, rimandando la registrazione dell’album da marzo 2020 sino all’estate dello stesso anno.
E poi, avanti veloce sino ad ora, all’ascolto di questi splendidi pezzi di fronte ad un pubblico finalmente vivo ed appassionato. Breve interludio di consueta quiete, in cui il palco si svuota dei sogni e della musica appena transitata per prepararsi ad accoglierne di nuova. Alla base del nuovo progetto della sua lunga carriera, che Giovanni Tommaso ha voluto insieme alla figlia Jasmine, vi è il meraviglioso legame affettivo che lega un padre a sua figlia, splendido e sincero come un filo d’amore sottile, che unisce ogni vibrato di corda, ogni parola cantata. Nei sorrisi e nelle parole, ancora prima che nella musica, è questo quello che percorre sommesso le prime file di pubblico, e poi subito dopo, sino a scemare verso il fondo del parco.
“Se c’è qualche musicista presente, non potrà che convenire sull’emozione che un padre musicista ha nel suonare con la propria figlia, in particolar modo se questa vive dall’altra parte del mondo, in America”.
Non è un caso dunque che Giovanni Tommaso dica queste parole ai presenti poco dopo l’inizio dell’esibizione. Il loro è un concerto all’insegna del dialogo tra passato e presente, costantemente alla ricerca di un punto fermo laddove il pianeta continua inesorabilmente a correre veloce. “As time goes by” (con il passare del tempo), titolo scelto per il loro ultimo album (anche questo uscito presso Parco della Musica Records), è indicativo di quanto detto poc’anzi. A completare la squadra c’erano poi, come anticipato all’inizio, un trio di musicisti eccezionali come Filippini , Molinari e Rossy, ciascuno dedito al proprio dialogo personale con lo strumento e tutti uniti nel dare corpo a questa ricerca del qui ed ora, del tempo sospeso fra ieri e domani.
Sul finire del concerto, con la notte che giunge timida su Roma, permane nel pensiero l’estasi delle note, che diventa musica, che diviene infinito.
Articolo del
28/06/2021 -
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