(foto di Massimo Zanconi) Musicultura ritorna con lo Sferisterio al completo ed è subito un grande successo.
Due serate ricche di musica con ospiti interessanti e una gara che ha suscitato delle sorprese, dopo una settimana di ottimi eventi con la Controra, che tra i protagonisti ha visto Pupi Avati, Roberto Piumini e i concerti di Fillippo Graziani ed Enrico Ruggeri solo per citarne alcuni. La serata di venerdì 24 si apre all'insegna della solidarietà con l'esibizione del gruppo ucraino DakhaBrahka che ha sfoggiato sonorità tipiche della tradizione popolare a danze propiziatorie con richiami ai versi degli uccelli, tutto molto suggestivo e affascinante. I conduttori oramai consolidati sono Enrico Ruggeri e Veronica Maya. Si entra nel vivo della gara con l'esibizione dei primi 4 finalisti.
Isotta con "Palla avvelenata" e il suo pop fresco e riflessivo per il tema trattato. Valeria Sturba propone sonorità raffinate e sperimentali con "Antiamore" (uno dei testi più interessanti del festival). Si prosegue con Themorbelli, "Il giardino dei Finzi Contini" sottolinea la sua energia trascinante giocando con le parole e i riferimenti culturali e Martina Vinci con "Il cielo di Londra" dove l'elettronica si mescola con la canzone più classica. Arriva il primo ospite della serata e tocca ad Angelo Branduardi. Il cantautore prima regala grandi emozioni con due gioelli del suo repertorio : "Confessioni di un Malandrino" e "Il dono del cervo" accompagnato dall'ottimo Fabio Valdemarin (pianoforte e chitarra) e poi si congeda con "Alla fiera dell'Est" cantata in ucraino nelle strofa. Grande successo per uno dei maestri della nostra canzone d'autore. Si ritorna alla gara con Cassandra Raffaele, "La mia anarchia ama te" è una ballad d'autore profonda e avvolgente con un sound vintage.
Poi i Malvax con il pop languido di "Esci col cane", Emit solo con voce e chitarra cattura il pubblico con "Vino" e infine i Yosh Whale con "Inutile" raccolgono consensi con i ritmi ballabili intrisi di elettronica. Proseguono gli ospiti, Ditonellapiaga la rivelazione dell'ultimo Festival di Sanremo si conferma energica e ironica , ottima presenza e bella voce, propone la cover dei Matia Bazar "Per un'ora d'amore" e il tormentone "Chimica" cantato dal pubblico. In tanti aspettavano i ritorno dei Litfiba, Piero Pelù e Ghigo Renzulli non deludono le aspettative e infiammano lo Sferisterio con una performance tiratissima, pubblico in piedi tutto a ballare. Aprono con "Vivere il mio tempo", dedicano "Lulù e Marlene" a tutte le popolazioni sotto assedio, "Lo spettacolo" e una benedizione al pubblico con "El diablo" (nella città di Maria ci vuole coraggio, ma lo dimostrano senza problemi).
Il gruppo riceve anche il premio per alti meriti artistici dall'università di Macerata e Camerino. Ancora musicisti stranieri, i Violons Barbares ( formazione composta da un violinista bulgaro, un cantante bulgaro e un percussionistra francese) travolgono con sonorità contaminate e un canto gutturale. Arrivano i primi premi: Il miglior testo è assegnato ai Yosh Whale e quello AFI a Isotta. Enrico Ruggeri con la sua ottima band canta due canzoni dalla sua ultima fatica discografica: "La rivoluzone" e "Non sparate sul cantante". Dopo la votazione del pubblico arrivano i risultati e si chiude il sipario della prima serata con i quattro finalisti : Emit, Themorbelli, Malvax e Yosh Whale. La serata del sabato si apre con la classe di Pilar. La cantante esegue "Lascia che io pianga", l'aria per soprano composta da Handel per l'opera Rinaldo del 1711, in una versione particolare accompagnata dal bravo Cristiano Califano alla chitarra classica.
Enrico Ruggeri propone "La mia libertà" sempre dal suo ultimo lavoro discografico. Si esibiscono i primi due finalisti : Malvax e Emit. Arriva il primo ospite con il rock di Gianluca Grignani, accompagnato dalla sua band. Il cantautore propone una performance esuberante, sopra le righe con "La mia storia tra le dita", "Uguali e diversi" e "La fabbrica di plastica". Ecco l'esibizione degli altri due finalisti: Themorbelli e Yosh Whale. Il secondo ospite è la dimostrazione che con la voce e la chitarra puoi incantare una platea così vasta senza problemi. Manuel Agnelli visivamente commosso lo ha fatto con due perle come "Padania" e "Non è per sempre".
Solo stima per lui e per le emozioni che ci ha regalato. Particolarmente significativo è stato il momento delle cover, dove in un clima molto familiare, i finalisti accompagnati dalla band di Ruggeri hanno eseguito alcuni omaggi come "Pesto" dei Calcutta cantata dai Malvax, "Eppure sentire di Elisa da Emit, "Silvano" di Enzo Jannacci da Themorbelli e "Ciao amore ciao" di Luigi Tenco dai Yosh Whale. Oltre ad una versione corale di "Confusi in un playback" brano del 1985 scritto da Mimmo Locasciulli con Enrico Ruggeri. Si consegnano nuovi premi, Isotta riceve quello della critica dedicato a Piero Cesanelli e Yosh Whale quello IMAIE.
Ritorna Pilar che con la sua eleganza esegue il suo brano "Luna in Ariete" e una trascinante versione di "Todo cambia" la canzone scritta dal cantautore cileno Julio Numhauser nel 1982 e portata al successo dalla grandissima Mercedes Sosa. Una performance misurata e passionale, da vera regina. C'è ancora spazio per l'ultimo ospite. Emiliana Torrini e The Colorist Orchestra fondono Islanda e Belgio in un turbine sonoro che spazia nei generi. Siamo al gran finale, finalmente viene svelato il vincitore. Trionfo per Yosh Whale che in tutto portano a casa ben tre premi e l'ovazione del pubblico dello Sferisterio. Un'edizione ricchissima di partecipanti (oltre i mille) che ha premiato sonorità più vicine al pop, al tormentone facile.
I tempi cambiano, la musica si evolve, però tutto questo sembra molto distante dall'idea di canzone d'autore e popolare. Peccato che alcune valide proposte come i Maestral, I Popforzombie, Iosonorama non siano arrivate in finale. Cassandra Raffaele e Valeria Sturba sicuramente meritavano un riconoscimento, vista l'alta qualità. Ovviamente il voto finale affidato al pubblico e non ad una giura di esperti e di qualità come nelle fasi precedenti comporta delle scelte chiaramente più orecchiabili e ammiccanti.
Detto questo Musicultura resta un bellissimo spettacolo, curato nei minimi dettagli grazie ad un team di tecnici formidabili e la regia di Duccio Forzano. Una perla che dona prestigio alla città di Macerata, un punto di riferimento per chi scrive canzoni. Arrivederci al prossimo anno, viva la musica d'autore.
Articolo del
27/06/2022 -
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