(foto di Viviana Di Leo)
Una serata speciale, un evento importante che mescola sapientemente liriche e canzoni, pezzi di teatro e musica e che coincide con la presentazione di “Musick”, il nuovo album di Lorenzo Santangelo, compositore e cantante di talento che - dopo aver trascorso diversi anni in Australia - ha deciso di tornare qui e dare nuova linfa alla scena musicale italiana.
Accompagnato da una “super band” di musicisti/amici come Riccardo Cherubini, alla chitarra, Gianpaolo Pace, alla chitarra e alla fisarmonica, Nora Morellini al basso, e Claudio Del Signore, alla batteria, Lorenzo ha portato in scena al Teatro Ghione di Roma un concerto degno della più grande tradizione cantautoriale romana. Sempre a metà strada fra impegno sociale, connotazione politica e tanta ironia. Lorenzo ha presentato le sue nuove canzoni , partendo dalle note divertenti e piacevolmente “rappate” di “Musick” e da quelle del nuovo singolo, un brano molto ben costruito, una ballata amara inserita però in un tessuto armonico leggero, di derivazione “reggae” e intitolata “Metal Detector”.
Santangelo canta di voler “campare di musica e vincere ogni domenica, ma purtroppo (e per fortuna, aggiunge dal vivo) tifo la Roma”, oppure di aver trascorso “un miliardo di anni a rincorrere i sogni per poi perderli” o ancora della sua continua ricerca con “il Metal Detector cercando per terra una gioia nella sabbia che ingoia i pensieri”. Poesia e musica, di alto livello, senza però mai dimenticare la necessità di un supporto melodico alle sue liriche. Molto belle anche “Asfalto Bagnato” e “Il Vero Italino”, un brano drammatico e importante, scritto in memoria di Willy Monteiro Duarte, il giovane italiano di origini capoverdiane ucciso tre anni fa a calci e pugni da un gruppo di energumeni a Colleferro: Willy, le cui uniche colpe erano quelle di aver cercato di sedare una rissa e di avere la pelle di un colore diverso.
Commovente poi “Il Tuo Nome”, una appassionata canzone d’amore, dedicata però non ad una persona, ma alla musica, fedele compagna nei momenti di solitudine. Ecco poi la sorpresa, anche se annunciata con un certo anticipo: compare in scena Neri Marcorè, attore di cinema e tv, ma anche un amico, profondamente convinto delle capacità di scrittura di Lorenzo Santangelo. Eseguono insieme, a due voci, “La Minoranza, una ballata veramente significativa ed emozionante, che contiene citazioni di De Andrè, un brano da perfetti “outcast”, incluso su “Musick” che vi ricordiamo uscirà ad Aprile 2023. “La Storia insegna, basta capirla / Oggi qui sembra che l’ignoranza sia quasi virtù” cantano Lorenzo e Neri Marcorè, soli davanti a “questo ammasso di cialtroni”, consapevoli ma anche orgogliosi di essere minoranza in un mondo in cui non si riconoscono più.
Poi tocca a Marcorè ricordare la figura di Giorgio Gaber ed esegue un monologo intitolato “Sogno in Due Tempi”, un testo quanto mai attuale, che lo vede su una zattera incerto sul da farsi, se difendere quel piccolo spazio di sicurezza in mare aperto o condividerlo con un'altra persona, un naufrago, che diventa così una minaccia. Prima di lasciare il palco Neri Marcorè esegue anche “Io Non Mi Sento Italiano”, sempre di Gaber, un brano che dimostra quanto fosse lungimirante e profetica la natura dell’artista milanese. Il concerto continua con “L’Arancio”, il brano con cui Lorenzo ha vinto il premio Fabrizio De Andrè nel 2022, un pezzo dedicato al nonno e che dà il titolo a questa serata: una canzone appassionata e dolente, una ballata che cresce in intensità e che si libera poi in un “refrain” molto sentito e drammatico: “ Ma noi non stamo qui per sempre e noi non stamo qui pè niente/ E chiedeje che state a fa, che cazzo state a combinà se non sapete manco amà?” .
La serata si chiude con vecchie canzoni scritte da Lorenzo fra il 2015 e il 2016 ed una “cover” , una manciata di ricordi tanto per far conoscere le sue origini. Santangelo denota una capacità di scrittura assolutamente fuori dal comune e possiede quel talento raro di riuscire a comunicare cose molto significative senza prendersi mai troppo sul serio. Il titolo del nuovo album, se lo leggiamo staccato, “ Mu Sick” (Musica Malata) contiene una chiara denuncia dello stato di malessere in cui versa la canzone italiana (è sufficiente pensare all’ultimo Sanremo).
E al momento le canzoni di Lorenzo Santangelo, che sono nuove, attuali, ma hanno anche un sapore “antico”, quale il gusto per la melodia, costituiscono un rimedio di certo efficace.
Articolo del
07/03/2023 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|