Jan Garbarek Live @ Casa del Jazz, Roma - 28/06/2023 di Giancarlo De Chirico

(foto di Riccardo Rossi)

Il timbro del sassofono di Jan Garbarek, musicista e compositore norvegese di livello internazionale, ha fin qui accompagnato la storia degli ultimi cinquanta anni del jazz europeo. Impossibile perdere l’occasione di rivederlo suonare dal vivo alla Casa del Jazz per un concerto che ha richiamato il pubblico delle grandi occasioni.

Il sax di Garbarek ha influenzato dal suono di tanti altri jazzisti , ma lui non si è mai adagiato su una formula determinata, al contrario non ha mai smesso di guardare oltre, di cercare ancora e anche questa sera la sua musicalità eterea e contemplativa ha permeato lo scenario di per sé fantastico dei giardini di Villa Oslo. Jan Garbarex si presenta sul palco all’interno di un quartetto composto dal pianista e tastierista tedesco Rainer Brüninghaus, dal bassista brasiliano Yuri Daniel e dal percussionista indiano Trilok Gurtu, figura mitica della scena internazionale. Garbarek si mantiene in grande forma - anche grazie ai suoi tour e ai continui stimoli che trova nella musica - e non sembra affatto un uomo che ha da poco compiuto 76 anni d’età. Figura schiva, poco disposta per natura all’autocelebrazione, Garbarek aderisce pienamente al “free jazz” che fu di John Coltrane e anche il concerto di questa sera dimostra quanto sia abile nel costruire trame armoniche estremamente libere che comprendono raffinati momenti di improvvisazione sia individuale che collettiva.

Quello che conta è trovare una chiave d’accesso, una particolare soluzione ritmica che possa coinvolgere tutti e quattro i talentuosi musicisti sulla scena. Una volta dentro quella “cosa che rotola” (così Garbarek definisce il suo approccio alla musica) ti devi tenere pronto, perché può succedere di tutto. E così si parte con atmosfere che ricordano i “raga” indiani (Jan è da sempre un ammiratore di Ravi Shankar) per abbracciare poi temi musicali propri della musica classica, della musica sacra e di cantici medievali, in parte legati anche al folk norvegese. Il concerto lascia spazio a partiture strumentali che comprendono sia sonorità africane che articolazioni più complesse, vicine alla musica contemporanea o al “progressive rock” sperimentale dei primi anni Settanta.

Siamo in presenza - e all’ascolto - di un ibrido di grande qualità, di passaggi armonici che possono sembrare spiazzanti, ma che divertono la tour band di Garbarek , che trova nelle “live performance” momenti di entusiasmo vero e di soddisfazione pura. Il discorso delle contaminazioni musicali può sembrare un qualcosa che appartiene al passato del jazz , che adesso guarda più verso l’elettronica. Ma Jan Garbarek conosce un solo obbligo: essere se stesso e lo show procede con grande liquidità e straordinaria coesione per circa due ore.

Un pubblico euforico lo saluta poi con affetto, perfettamente consapevole di aver assistito ad un spettacolo unico e di valore assoluto. Articolo del  30/06/2023 -  ©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati