(foto di Viviana Di Leo)
Ritorna in concerto dal vivo a Roma, la cantautrice e interprete piemontese Giorgia Zangrossi e lo fa proprio in occasione del giorno della festa della donna.
Ma che ci sia ben poco da festeggiare lo si capisce subito, perché proprio in apertura di serata Giorgia recita l’elenco delle donne vittime di femminicidio. Si tratta di nomi e di fatti recenti, impossibile da dimenticare. No, non si tratta di una questione di genere, dietro ogni omicidio si intravedono i residui di una cultura patriarcale che non vuole scomparire, che tende a far pagare tutto alle donne, a cominciare da Eva, colpevole del peccato originale fino a Pandora, che ha osato scoperchiare il vaso. Il “recital” della Zangrossi è stato preparato nei particolari: ogni canzone infatti racconta una storia, sia essa custodita all’interno di un mito oppure nella letteratura o ancora in un fatto di cronaca.
La voce evocativa di Giorgia, che sa essere delicata, ma che si rivela capace anche di tonalità drammatiche, diventa lo strumento narrativo per ricordare la vera storia di Maria Boccuzzi, nata in Calabria nel 1920 e fuggita al Nord per coronare il suo sogno d’amore. Dopo soltanto un anno l’amore era già finito e lei per guadagnarsi da vivere fu costretta a diventare Mary Pirimpo, ballerina di “night club” e occasionalmente anche prostituta fino alla sera in cui venne aggredita da un cliente, ferita con un colpo di pistola e gettata nel fiume Olona, dove trovò la morte.
Ebbene questo fatto di cronaca nera del 1953 divenne “La Canzone di Marinella”, registrata nel 1962 dal nostro cantautore per eccellenza, Fabrizio De Andrè, una pietra miliare della nostra storia musicale che Giorgia ripresenta da sola sul palco, in versione acustica, chitarra e voce. La Zangrossi introduce con cura tutte le canzoni, in massima parte delle “cover” di altri autori come la bellissima “Alina Ballava Benissimo”, un brano di Fabrizio Emigli, cantautore ex FolkStudio e direttore artistico dell’Antica Stamperia Rubattino, il locale che la ospita questa sera. Il momento più drammatico della serata è stato quando la Zangrossi ha recitato uno “spoken word” che conteneva i dettagli dell’inaudita violenza di uno stupro, quello del 9 Marzo 1973, raccontato alla radio da Franca Rame, moglie di Dario Fo, attrice di teatro e politicamente impegnata in Soccorso Rosso, che fu sequestrata e violentata su un furgone da un gruppo di fascisti.
C’è chi abbandona la sala del concerto per qualche minuto, emotivamente scossa, altre donne invece resistono e vivono in altro modo la rabbia, il disprezzo, il disagio. Su “Muri” Giorgia dimostra di essere lei stessa autrice di belle canzoni (a quando un nuovo album di inediti?) e al momento dell’esecuzione di “Anna di Francia” di Claudi Lolli ascoltiamo il verso “Sarò la tua libertà” che dà il titolo all’intera serata. Un repertorio che non contiene soltanto la riproposta di brani della fine degli anni Sessanta e dei primi anni Settanta, ma che spazia all’interno di decadi più recenti e che vede la presenza di canzoni come “La Cura” di Franco Battiato o come “Wait For Her” di Roger Waters, tratta da “Is This The Life We Really Want?”. Una bella sorpresa all’interno di uno spettacolo che ha messo in evidenza la sensibilità e il rigore della Zangrossi, che ha saputo vincere la sua naturale riservatezza per dare voce a tutte quelle donne che non hanno potuto o che non hanno saputo farlo .
Applausi.
SET LIST
- Ofelia (F.Guccini) - Giovanna D’Arco (F. De Andrè) - La Canzone di Marinella (F. De Andrè) - Piccola Storia Ignobile (F. Guccini) - Donna Come Me (L.Bertè) - Alina Ballava Benissimo (F.Emigli) - Irene (R.Vecchioni) - La Cura (F. Battiato) - La Donna Cannone (F.Battiato) - Muri (Giorgia Zangrossi) - Anna Di Francia (C. Lolli) - Wait For Her (R. Waters)
Encore
- Se Ti Tagliassero a Pezzetti (F. De Andrè)
Articolo del
11/03/2024 -
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