(foto di Andrea Ciannavei)
Una serata molto attesa, un concerto parte del lungo tour che ha fatto seguito alla pubblicazione di “Cat Power Sings Dylan - The Royal Albert Hall Concert”, un vinile doppio di valore assoluto.
Un tributo a Bob Dylan che va a cogliere uno dei momenti di svolta nella carriera del grande “folk singer” statunitense. Infatti il repertorio selezionato da Chan Marshall aka Cat Power risale all’esibizione diventata leggendaria tenutasi presso il Manchester Free Trade Hall nel mese di Maggio del 1966. Ci riferiamo a circa quarantotto anni fa, quando Bob Dylan sorprese pubblico e critica con il suo passaggio dal folk acustico delle origini ad un “live set” elettrico.
C’erano state avvisaglie l’anno prima a Newport, ma le critiche vere e proprie emersero poi nel Regno Unito quando il menestrello di Duluth fu accusato addirittura di “tradimento”. Adesso Bob Dylan ha compiuto 83 anni e può guardare con tranquillità alle sue scelte, al suo passato e siamo sicuri che avrà accolto con piacere questa reinterpretazione di Cat Power, da sempre sua grande estimatrice. Non c’è il pubblico delle grandi occasioni questa sera in Cavea, ma si poteva prevedere, perché Chan Marshall vuole essere comunque artista di nicchia, che rifiuta una esposizione eccessiva, il ricorso alle moderne tecnologie e nell’occasione non vuole neanche fotografi sotto palco.
Quando Cat Power entra in scena, si abbassano le luci e si crea un’atmosfera volutamente oscura e scarna, mentre una chitarra acustica e una pianola accompagnano una prima parte dello show quasi “unplugged”, durante la quale Chan mette tanta grazia, tanta accuratezza in quei sussurri di voce che la vedono reinterpretare Dylan. Tutto questo per cinquanta minuti, fino alla esecuzione di “Tambourine Man”. il brano che chiude questo “live act” minimale che ci regala arrangiamenti molto particolari, in una versione molto intima e personale del lato acustico di Dylan.
Subito dopo si accendono le luci, compaiono tre chitarre e una batteria, che sembrano uscire dal nulla e comincia la seconda parte dello show, quella decisamente elettrica, che strizza l’occhio al rhythm & blues. Brani come Tell Me Momma”, “I Don’t Believe You”, “Just Like Tom Thumb’s Blues” e una straordinaria “Ballad Of A Thin Man” hanno il potere di rivitalizzare il pubblico e quelli del parterre abbandonano le loro sedie per dirigersi sotto palco, invitati esplicitamente dalla stessa Cat Power.
Sappiamo bene quanto Chan Marshall sia specializzata in “cover”, nelle sue reinterpretazioni di canzoni di altri (grazie anche ad un timbro di voce assolutamente straordinario), ma questa sera il suo tributo a Bob Dylan assume contorni diversi e circonda di morbidezza e di affetto quei brani, che ricordavamo in versioni più taglienti.
Lo show si chiude con una intensa versione di “Like A Rolling Stone” che assume il sapore di un abbraccio finale, di un saluto. Solo lei al mondo, solo Cat Power poteva assumersi il rischio di assumere (per così dire) le sembianze di Bob Dylan. Lo ha fatto con rispetto, con passione e regalandoci ad ogni brano arrangiamenti improvvisati, quasi intuitivi, risultato del lavoro con i suoi musicisti.
Un viaggio nel tempo veramente riuscito, un “live act” devoto ma al tempo stesso originale, una rappresentazione musicale in apparenza complessa, che soltanto Cat Power era in grado di farla sua, di viverla nuovamente dentro di sè.
SETLIST
She Belongs to Me 4th Time Around Visions of Johanna Desolation Row It's All Over Now, Baby Blue Just Like a Woman Mr. Tambourine Man Tell Me, Momma I Don't Believe You (She Acts Like We Never Have Met) Just Like Tom Thumb's Blues Leopard-Skin Pill-Box Hat Ballad of a Thin Man Like a Rolling Stone
Articolo del
09/07/2024 -
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