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La serata è aperta dal garage rock aggressivo e con forti echi 60’s della Micra Girls, un terzetto americano di ragazze molto giovani e molto indiavolate, destinate a ripercorrere il sentiero artistico dei più noti Boss Hog, la band per la quale aprono i concerti di questo nuovo tour e di cui, dopo un clamoroso successo a metà degli anni Novanta, non avevamo avuto più notizie a partire dal 2000, anno della pubblicazione del riuscito “Whiteout”.
Le pose volutamente sfacciate e gli atteggiamenti provocatori della bellissima Cristina Martinez avevano impressionato non poco all’epoca, e continuano a farlo adesso, nove anni dopo, con lei che si ripresenta completamente vestita di nero e con quei pantaloni di pelle attillati che ne mettono in evidenza la forte sensualità e una innata aggressività nell’approccio. Lei non canta, ingoia il microfono, lo assale, lo fa suo, in mille modi, lo plasma docile al suo volere, finchè ne ha, con tutta l’energia di quel rock and roll acido, sporco, e nervoso che le si agita dentro. Accanto a lei, ma in posizione quasi defilata, il marito, Jon Spencer, il fondatore dei Blues Explosion, con la sua chitarra elettrica che percuote con grande ferocia, malgrado il caldo, e dalla quale fa uscire una sere di riffs primordiali e selvaggi. Completano l’attuale versione della band, Jens Jurgensen, al basso, Mark Boyce, alle tastiere e Hollis Queens, alla batteria, una ragazza talmente determinata e selvaggia che quando nel finale lascia il suo drum set ad una Micra Girls per un “Going To a Go Go” mozzafiato, non sfigura con Cristina in quanto a personalità e a sex appeal!!!
E’ la serata del garage punk più vorticoso ed abrasivo che sia dato ricordare: i brani sono quelli di sempre, da “Dig It” alla straordinaria “Whiteout”, da “Winn Coma” a “What The Fuck”, anche perché non sono annunciati dischi nuovi da parte del gruppo. Ma quei suoni restano immortali e scuotano le viscere dei presenti, accaniti ed assetati di sensazioni forti e del groove acido, tinteggiato di funky e di blues che è tipico delle formazioni ideate e guidate dalla genialità perversa di Jon Spencer. Al di fuori di ogni logica commerciale, al di là della dinamica disco-tour, i Boss Hog ci riportano alle radici del rock and roll, per poi stravolgerle in una fucina di sonorità straniate e bollenti, dalle quali è bandita ogni concessione melodica. E’ un gran bel sentire, è “Count Me Out”, è “Sick”, è “Saved”, con dei duetti assolutamente hardcore fra Jon Spencer e la sua Cristina Martinez, che gli sorride come se fosse la prima volta.
I Boss Hog hanno ancora la voglia di sempre, non si sono fatti consumare dalle cose, riescono a trovare in una logica che è fuori dal mercato discografico, le ragioni ultime per serate del genere, dove il contatto con la gente è vivo, dove le chitarre trasudano elettricità e sesso, dove le invocazioni e le grida sono liberatorie e ti permettono di gettare fori amarezza e negatività in un diluvio di note animalesche e potenti. E’ il rock and roll delle catacombe, è la musica delle viscere, corroborante e sudato, proprio come ce lo aspettavamo, ancora intatto, dopo tanti anni.
(La foto di Cristina Martinez in azione al Circolo degli Artisti è di Giancarlo De Chirico)
Articolo del
23/05/2009 -
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