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Quando la Storia ti passa davanti.
Ieri sera al Locomotiv di Bologna ha suonato lei: la diva. La storia. Lei, che con i Sonic Youth è stata il manifesto del noise e della no-wave con l’album culto prodotto da Brian Eno: No New York. Lei che suona per un’ora con 38 gradi e un’umidità devastante. Lei che ti guarda fissa e ti sfida a giocare a “reggi lo sguardo”, mentre canta e fa noise con una Fender Stratocaster maltrattata e vissuta.
Si parte dal lontano 1976 quando Lydia, appena diciassettenne nei Teenage Jesus And The Jerks, accanto al sassofonista James Chance, suonava nervosamente la chitarra e pubblicavano con il nome di Teenage nel 1979 il loro primo album.
1976-2009: trentatrè anni di storia che ti suonano davanti come un treno impazzito. Noi, come loro, nei centri sociali che odorano di sigarette, di malessere, di Jack Daniel's, di abusi e soprusi, di sesso, di puttane, e ancora oggi quel malessere è vivo dentro di loro, che sono i Teenage Jesus and The Jerks e Lydia Lunch e noi, che siamo troppo nichilisti per provare qualcosa, possiamo solo guardare e cercare di capire.
Così dal 1976 si arriva a toccare il 2004 e Smoke And The Shadows, riproponendo sonorità trip-hop e acide sequenze che ricordano l’hip-hop. Tutto ciò calato in un’atmosfera rarefatta e quasi malvagia, dove lei è la gatta sorniona amante del principe degli inferi che ti gela dentro.
Meno male che a svegliarti da questo sogno incosciente verso il nulla, la solita frase inutile di un contenitore vuoto: “che accento che ha... dev’essere texana”...
La provenienza è nessun luogo, e non si va da nessuna parte. È ansia pura, gridata, sudata, cantata, sussurrata, vomitata, annunciata e voluta. Devi solo farti riempire o svuotare.
Devi solo vivere.
È la Storia.
Articolo del
24/05/2009 -
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