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Dopo lo storico concerto al Palaghiaccio di Marino, successivo alla pubblicazione del “Black Album”, con quel palco esagonale a forma di bara, i cui echi si perdono nella notte dei tempi, tornano finalmente a Roma i Metallica, da allora in poi diventati icona metal inimitabile, inattaccabile, pressoché assoluta.
Preceduti dai Lamb Of God, groove metal targato U.S.A. e dai Mastodon, altra formazione americana, in questo caso di hardcore progressive, originaria di Atlanta, entrano in scena puntuali poco dopo le 21,00 - sulle note di Ennio Morricone - James Hetfield, chitarra e voce, Kirk Hammett, chitarra solista, Rob Trujillo, al basso, e Lars Ulrich. alla batteria. Il palco è un rettangolo gigantesco situato al centro del PalaLottomatica, i microfoni sono stati situati in tutti i lati per meglio permettere allo storico combo di San Francisco di offrirsi in dono al suo pubblico da tutte le angolazioni. Un frastuono da stadio accoglie le vibrazioni roboanti e ventrali di “That Was Just Your Life”, tratta da “Death Magnetic”, l’album che ha rilanciato i Metallica in vetta alle classifiche di vendite in tutto il mondo, la gente è in delirio, dopo tanta attesa, dopo tanto tempo per fantasticare l’evento! Il concerto di Roma era sold out da febbraio e la passione delle nuove leve metalliche, destinate a raccogliere l’eredità di quanti - come chi vi scrive - si nutrivano di tali sonorità fin dai primi anni Ottanta, si manifesta con uno striscione gigantesco che recita “Birth / School / Metallica / Death“, un proclama molto significativo, che rappresenta come l’identificazione con i suoni, le liriche e lo stile di vita di James Hetfield e soci sia un qualcosa di esistenziale, irrinunciabile e profondamente sentito! Al momento dell’esecuzione di “One”, preceduta da agghiaccianti suoni di mitraglia, delle spaventose lingue di fuoco si innalzano da entrambi i lati della batteria di Lars Ulrich, sembra proprio di stare in guerra! La resa scenica è davvero emozionante e la storia del soldato che perde la vista in battaglia diventa quanto mai reale, sentita, vicina ai presenti. Ecco, i Metallica hanno questo pregio: non hanno mai perso in tutti questi anni il contatto diretto con il loro pubblico, hanno saputo reagire alle critiche successive ad album come “Load” e “Reload”, hanno ripreso la direzione giusta dopo la virata nu metal di “St.Anger”, del quale è in scaletta solo “Some Kind Of Monster”, e sono tornate alle origini! Così le sferzate di “Broken, Beat & Scarred”, il diluvio di note, tutto strumentale, di “Cyanide”, le grida lancinanti di “Suicide & Redemption” bene si mescolano con le tante citazioni dal loro glorioso passato, da “Seek And Destroy” a “Master Of Puppets”, urlate a gran voce da tutti presenti che improvvisano danze sfrenate nel parterre, impossibilitati a contenere tanta sfrenata devozione! “It is your night, Roma!” grida Sua Maestà James Hetfield, ormai diventato Grande Sacerdote della Chiesa metallica dei nostri tempi, forse più intenzionato a creare proseliti che a spaventarli, come faceva un tempo... Fra i momenti più esaltanti della sera l’esecuzione di “Nothing Else Matters”, la rock ballad che in un certo senso ha segnato una svolta per i Metallica nel 1991, dal punto di vista del successo di pubblico, e “The Day That Never Comes”, la splendida metal ballad che Kathryn Bigelow ha scelto per la colonna sonora di “The Hurt Cocker”, il suo ultimo film, sulla guerra in Iraq, accendini accesi folla che ondeggia, ragazze che mescolano lacrime al loro canto iniziatico, giovani fedeli che si porteranno dentro tutta l’energia vitale che i Metallica ci stanno regalando con generosi gettici. La serata si conclude dopo oltre due ore e mezza di concerto, con l’esecuzione di una cover degli Hawkwind, di altri brani nuovi, misti a citazioni da “Kill’em All”.
Un trionfo, una macchina metallica in continuo fermento, un’organizzazione fin troppo perfetta, lontana forse da quei garage days di cui i Metallica erano stati interpreti, ma comunque efficace e potente. Lunga vita al rock and roll!
Articolo del
26/06/2009 -
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