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Nouvelle Vague
Nouvelle Vague live @ "Roma incontra il Mondo", Villa Ada – Roma, 25 giugno 2009
Roma
25/06/2009
di
Eugenio Vicedomini
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I francesi Nouvelle Vague si sono esibiti ieri sera sul palco del laghetto di villa Ada per presentare il loro terzo album intitolato semplicemente “3”. Il concerto nasce dalla collaborazione del Circolo degli Artisti con Roma incontra il mondo 2009.
Il progetto musicale, ideato da Marc Collin e Olivier Libaux agli albori del 2000, si sostanzia in una raffinata cover band di lusso. Già dal nome di può intuire la natura del progetto: Nouvelle Vague è la traduzione francese dell'inglese new wave (un genere musicale cupo e melanconico molto caro alla band). Il fattore critico di successo è, a mio avviso, proprio quello di giocare sul contrasto accattivante (e non ricco di nostalgia) tra brani di culto dalle tinte grigie e crepuscolari e la solare e soffusa rilettura degli stessi al ritmo di bossanova. La band esegue, con classe ed originalità brani storici del punk e della new wave a cavallo tra la fine degli anni 70 e gli anni 80. Ed è come se, di botto, fossimo catapultati da Manchester sulla spiaggia di Ipanema.
Ecco quindi che il canto sussurrato riesce a rendere leggere canzoni tombali, cupe e solenni come “Love Will Tear Us Apart” dei Joy Division e “Bela Lugosi Is Dead” dei Bauhaus imperniandole di gin tonic per poi invitarci ad un “aperi-dark” al ritmo di bossa. E noi non possiamo certo mancare! Il sound della band è spogliato da effetti elettronici: l’accompagnamento essenziale della chitarra acustica di Collin s’unisce a batteria e contrabbasso e accetta solo come complemento le tastiere di Libaux. La band rimane sempre in secondo piano per dare spazio alla sensualità delle due cantanti (Nadeah Miranda e Melanie Pain) che si dividono il proscenio nel corso della serata.
C'è da dire che la rilettura live (cioè senza il supporto dello studio di registrazione) di brani “storici” così importanti e diversi tra loro non sempre riesce ad ottenere gli effetti desiderati dando adito ad un concerto dalle fasi alterne. Si parte con un brano inedito (“One Hundred Years” dei Cure del celeberrimo "Pornography") si prosegue con il nuovo hit “Master & Servant” seguito da “Ever Fallen In Love” fino a scomodare i Clash con “Guns Of Brixton” (cover, a mio avviso, non perfettamente riuscita). Il pubblico segue divertito le movenze sensuali della cantante Naden Miranda che ci riporta alla mente la B. Bardot degli esordi, lancia timidi applausi ma non è ancora coinvolto. Bisogna alzare la posta e la sterzata puntualmente arriva con una pennellata di provocazione (“Too Drunk To Fuck” dei Dead Kennedys). Le due cantanti incitano la collaborazione canora del pubblico che stavolta arriva con gran vigore e l’incantesimo del rito rock finalmente si realizza. Si prosegue con un duetto (Marc Collin alla chitarra acustica e Melanie Pain alla voce) che rileggono splendidamente un pezzo storico di anarchica irriverenza: “God Save The Queen” dei Sex Pistols. La voce sussurra ammiccante, in perfetto stile bossa, parole di fuoco che nel lontano 1977 fecero sobbalzare tutto l’establishment britannico e bandire Mr. Rotten & Co da tutti i teatri. Si prosegue con le nostalgie anni '80 di “Just Can’t Get Enough” e di “All My Colours” (versione un pò deboluccia a mio modesto parere rispetto all’originale degli Echo & the Bunnymen). Il set si chiude con una trascinante versione di “Friday Night Saturday Mornings".
Si arriva ai bis finali rievocando l’amore disperato di Ian Curtis (“Love Will Tear Us Apart”), i Talking Heads più orecchiabili (“Road To Nowhere”) per poi abbandonarci ipnotizzati al ritmo sabbatico di un brano che custodisce uno tra gli intro più belli mai scritti nella musica rock: ”Bela Lugosi Is Dead”. Mi chiedo che cosa sarebbe stato con il Peter Murphy dei bei tempi. Ma non c’è tempo per abbandonarci alla nostalgia perché la vocina ammaliante di Melanie Pain ci avvolge di nuovo con “In A Manner Of Speaking” e ci dice, infine, “au revoir”!
SETLIST: One hundred years Master & servant Ever fallen in love Oublions l’amèrique Metal Human fly Guns of Brixton Too drunk to fuck God save the Queen Sex beat Just can’t get enough Dance with me Blister in the sun All my colors Friday night saturday mornings
I Bis Love will tear us apart Road to nowhere Bela Lugosi is dead
II Bis In a manner of speaking
Articolo del
28/06/2009 -
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