Calexico & Vinicio Capossela Calexico & Vinicio Capossela live @ Venaria Real Festival, Giardini Juvarriani - Torino, 2 luglio 2009 Torino  2/07/2009 di Sara Bracco

Stando alla qualità dei due dischi Carried To Dust e Da Solo e a quanto si è sentito dire sugli esiti dei tour invernali, quale scelta migliore per premiare i fans e sancire i frutti di questo più recente sodalizio artistico se non una manciata di live che hanno visto esibirsi su palco i nativi di Tucson già basso e batteria dei Giant Sand - parliamo dei Calexico - insieme al polietrico e versatile artista italiano Vinicio Capossela?

La seconda data spetta alla rassegna torinese della Venaria Real Music ai Giardini Juvarriani a cui non possiamo mancare vista la location, la serie di sorprese promesse e anticipate da rassegna stampa nonché l’ancor vivo ed intrigante sapore che ci era rimasto dall’apparizione inattesa di Vinicio Capossela nella data italiana che nell’ottobre del 2008 si era tenuta al Rolling Stone di Milano.

L’atmosfera non manca di calore e di entusiasmo già dalle prime battute di El Gatillo dove Joey Burns e John Convertino centrano il bersaglio attingendo a una delle loro migliori compendi surf-mex che non teme confronto con le formule mariachi di Victor Jara’s Hands, le suadenti sezioni di fiati di Inspiration, gli arpeggi di Two Silver Trees o gli orizzonti e le lacrime di House Of Valparaiso.

Ma è il caso di dirlo, neppure qualche goccia pesante e le nubi più dense fermano un buon pubblico inebriato dalle distese polverose e dalle energie folk-country dei Calexico che dopo poco meno di un’ora e sulle note della bonus track di Carried To Dust, Polpo, aprono le danze ai sorprendenti repertori del Solo Show.

Mantello nero, lenti scure e sinuosi passi felpati segnano l’acclamato ingresso dell’artista errante Vinicio Capossela e di quello che sarà un vero e proprio struggente esibirsi di anime complici, influenze combinate e atmosfere imperdibili.
Ottimi gli interventi sui repertori caposseliani dei Calexico, dalle percussioni di Convertino ne La faccia della Terra, alle fanfare di Vetri appannati d’America, sommesse nelle atmosfere e nei tasti noir di contagiosa dolcezza che stanno proprio là Dall’altra parte della sera, che incidono in Parla piano o che contagiano con il sapore antico di Come una rosa.

E via così, i repertori serpeggiano senza meta rovistando dalle raccolte più chiassose a quelle più intime, visionarie e circensi del Capossela, da Tanco del Murazzo passando Che cos’è l’amor agli inni alla gioia de L’uomo vivo con annessa polvere di coriandoli colorati.

Interminabili le scalette camaleontiche e di creativa follia, memori di una complicità ormai indiscussa che aleggia a mezz’aria già da un pezzo sulla testa di questo caloroso pubblico che sulle note di chiusura di Ovunque proteggi non può che unirsi alle dediche in punta di piedi di Capossela a Gianpiero Gallina direttore artistico di Musica90 recentemente venuto a mancare.
Articolo del  07/07/2009 -  ©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati