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Questa cosa bisogna strapparla di netto, come un cerotto, altrimenti si rischia di finirci dentro con tutti e due i piedi e non uscirne più. Parlo di Trent Reznor, del tour d’addio dei Nine Inch Nails, il Wave Goodbye Tour 2009. Non so voi ma il sottoscritto con The Downward Spiral e Fragile c’è cresciuto e trovarsi al momento dell’addio, faccia a faccia con una voce che ti ha accompagnato per un sacco di anni beh, non è mica una cosa facile da mandare giù.
La location è quella dell’Idroscalo, quell’Idroscalo che inizialmente avrebbe dovuto ospitare Rock In Idro che qui certo avrebbe fatto tutto un altro effetto. A riempire il cartellone, già sufficientemente nutrito dalla monumentale presenza di Reznor, ci sono delle interessanti alternative alla calura di giugno: i Loaded di Duff McKagan , i sempreverdi Korn e quei capelloni dei Mars Volta.
Pomeriggio amarcord? Un pochino si, ma giusto una punta quando l’ex Guns ‘N Roses è costretto a sfoderare i classici per far nascere qualche sorriso. So Fine, l’incipit di Paradise City e di Welcome To The Jungle, Wild Horses. Vabbè Duff, ci ha fatto davvero piacere rivederti. Tutto bene a casa? Adesso però vatti a cambiare e tanti saluti.
E’ un altro mondo invece quello dei Mars Volta, o meglio dei Led Zeppelin “jalapeno” (amarcord fase due) che in meno di un’ora mettono a ferro e fuoco il palco. Clamorosamente incendiari, vecchia scuola, assatanati. Avranno anche avuto un calo su disco (parliamone...), ma ragazzi, che bomba atomica dal vivo! Cedric Bixler Zavala datti una calmata se vuoi arrivare agli “anta”, ma dattela dopo altri mille di questi set perché caro mio, sei da vedere tu, e tutta la tua truppa di rocchettari forsennati. Se c’è qualcuno che in platea dubita, che venga allontanato.
Capitolo Korn. Serve un aggettivo adatto, e serve alla svelta. Non è “anacronistici”, perché effettivamente i seguaci sono ancora tanti e molti ancora in piena pubertà. Non è nemmeno “nostalgici”, visto che per quanto incomprensibile, il loro discreto successo lo portano ancora a casa con pezzi recenti anche se sulla scia di tempi migliori, in attesa del canto del cigno. Forse provo una sorta di tenerezza nel vederli sul palco, ancora incazzati con il mondo e alle prese con la strumentazione che fa cilecca. Ecco, “teneri”. Fase tre dell’amarcord dunque, all’insegna di chitarra e basso dondolati a due centimetri da terra a capo chino con pantaloni e scarpe a.d.i.d.a.s, un acronimo più che un brand, non so se mi spiego. Mi sparano poi anche la cover di Another Brick In The Wall nel finale, e allora tanto vale tirare fuori l’album delle foto e passare una serata sul divano con i filmini in super 8 dei primi concerti. Sarebbe interessante, questo è certo.
La pioggia porta in dono invece l’utimo set annunciato dei Nine Inch Nails in quel di Milano, prima dell’addio definitivo ai nostri lidi con il concerto di Roma. Non ho molto da aggiungere alla scaletta che trovate di seguito. Le emozioni sono state tante ed hanno attraversato uno spettro vastissimo, dall’entusiasmo all’euforia, passando per la rabbia e la tristezza profonda, il disagio. Quando stai per morire ti passa tutta la vita davanti no? Funziona così? Stessa cosa succede per i suoni, per la musica, ve lo garantisco. Sul palco dell’Idroscalo sono passati vent’anni di distorsioni, sfuriate elettriche, di poesia e di rabbia concentrati in poco più di due ore. Fine, finisce tutto con Hurt e con la consapevolezza di essere al capolinea. Mi sono mancati un paio di pezzi, ma è una cosa a cui ho pensato dopo, in auto tornandomene a casa. Perché nel momento dei saluti e dei ringraziamenti, mi si è stretto il cuore e si è riempito di riconoscenza. Come un papà che saluta il figlio oramai grande e pronto per andare per la sua strada. Il suo compito è finito, ma non si risparmia un ultimo consiglio: quello di Trent Reznor riguarda la musica. Ci dice di non smettere di amarla e che se la ami la devi rispettare. Se ti piace una band vatti a comprare il disco, informati, conosci. Se vuoi la maglietta, prenditi quella ufficiale, non quelle schifezze a righe orizzontali viola e nere sui banchetti per strada. Ok Trent, messaggio ricevuto, alla faccia della crisi: i miei primi album li ho presi utilizzando i soldi del pranzo al liceo, oramai dodici anni fa. Sei tu il capo, ci hai insegnato bene. Grazie di tutto.
SETLIST NINE INCH NAILS: 1,000,000 Last Terrible Lie Discipline March of the Pigs Piggy Reptile The Becoming Burn Gave Up La Mer The Fragile Non-Entity Gone, Still The Way Out Is Through Wish Survivalism Mr. Self Destruct Suck The Hand That Feeds Head Like A Hole
Echoplex The Good Soldier Hurt
SETLIST KORN: Right Now Fake Did My Time Falling Away From Me Coming Undone/We Will Rock You Shoots and Ladders (bagpipes excerpt) Helmet in the Bush Here to Stay Faget Freak on a Leash Make Me Bad Blind Somebody Someone Got the Life Another Brick In The Wall
Articolo del
13/07/2009 -
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