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Era stato definito l’evento dell’anno, un raduno Rock che doveva essere il tributo italiano all’epopea di Woodstock di quaranta anni fa, ma la realtà si è rivelata ben diversa: gli spalti dello Stadio “Armando Picchi” di Livorno erano praticamente vuoti ed il prato non è stato riempito neanche per metà. Eppure gli headliners della serata erano i Placebo, che tornavano in Italia con un album come “Battle For The Sun”, fresco di pubblicazione, ma forse non accolto bene come i dischi precedenti.
La band sale sul palco intorno alla mezzanotte, e notiamo subito che accanto a Brian Molko, chitarra e voce, e a Stefan Olsdal, al basso, c’è Steve Forrest, un musicista californiano di ventidue anni, che il nuovo batterista del gruppo, in sostituzione di Steve Hewitt che, dopo il tour successivo a “Meds”, ha lasciato la band. I Placebo spingono subito sull’acceleratore e non rinnegano dal vivo le atmosfere decisamente hard rock che avevano evidenziato sull’ultimo disco. La produzione di Dave Bottrill, già all’opera con i Tool, ha conferito al sesto album in studio della band un certa durezza, mista ad una grande vitalità, che si è aggiunta alle consuete dosi di vitamine psichedeliche. Ecco così che brani come “For What It’s Worth” e “The Never Ending Why” ci mettono davvero poco ad infiammare un pubblico stanco dell’ondata di gruppi elettro wave che avevano aperto la serata e che ha una gran voglia di muoversi e di ballare. Il cambio di rotta è evidente anche nella mancata esecuzione di molti classici del periodo più fertile del gruppo, infatti Brian Molko e soci sono andati a ripescare dal loro recente passato soltanto perle come “Sleeping With Ghosts”, “Every You Every Me” e “The Bitter End”. Un po’ poco per quelle pattuglie agguerrite di fans che conoscevano a memoria le loro canzoni, e che si sono mostrati comunque pronti ad una esecuzione corale “spacca timpani” e drammaticamente sentita. Ma su questo Brian Molko non vuole sentire ragioni: il successo commerciale non limita di certo la sua libertà creativa, ed il recente passaggio da un’etichetta major, come la Virgin, ad una indipendente, come la Play It Again Sam, ne costituisce di certo la prova. La nuova versione dei Placebo offre ancora il meglio di sé su brani come “Speak In Tongues” e “Happy You’re Gone”, una rock ballad che ricorda molto certi motivi gotici già ascoltati in passato. L’inconfondibile vocalità di Brian Molko si mescola bene con le note ventrali del basso di Stefan Olsdal, che calpesta il palco in lungo e in largo con movenze sinuose e fin troppo scenografiche.
Splendida “Meds” e poi, sul finale, è molto bella anche “Song To Say Good Bye”, un successo così recente, una ballata così suggestiva, e carica di atmosfera, che fortunatamente non è stata sacrificata sull’altare della nuova impostazione rock dei Placebo, una sferzata di pura energia elettrica che ha illuminato la notte di Livorno e che ha tenuto lontani i venti di tempesta che, poco più a Nord, hanno devastato Viareggio e dintorni.
SETLIST: Kitty Litter Ashtray Heart Battle For The Sun For What It's Worth Soulmates Never Die Speak in Tongues Follow The Cops Back Home Every You Every Me Special Needs The Never-Ending Why Black-Eyed Happy You're Gone Meds Come Undone Special K Song To Say Goodbye
Encore: Infra-red The Bitter End Taste In Men
Articolo del
26/07/2009 -
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