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Si è conclusa domenica 13 settembre a Jesi con il Prigioner Superbo la nona edizione del Festival Pergolesi Spontini, organizzato dalla Fondazione Pergolesi Spontini e dedicato alla valorizzazione delle composizioni dei due autori marchigiani.
Ma andiamo con ordine e cerchiamo di affrontare un viaggio meraviglioso all’interno di questo festival, focalizzato sull’opera seria di Pergolesi “Il Prigionier Superbo”. L’opera andò in scena per la prima volta il 28 agosto del 1733, in occasione del compleanno dell'imperatrice Maria Cristina. Un dramma in tre atti, con libretto attribuito a GennarAntonio Federico, tratto da La fede tradita e vendicata di Francesco Silvani. Il successo fu ottimo, tanto da costringere gli impresari a prolungare le repliche, originariamente previste per il solo mese di settembre, fino alla fine del mese di ottobre. In realtà, l’Opera deve la sua fama a La Serva Padrona, un breve intermezzo buffo in due atti che veniva rappresentato nell’intervallo tra i tre atti. Oggi la vediamo rappresentata (finalmente!) con la regia, molto intelligente, di Henning Brockhaus. L’opera è stata scritta per castrati, così le parti maschili oggi vengono interpretate dalle donne e questo può creare delle difficoltà a seguire la trama dell’opera, ma grazie all’uso di marionette tutto diventa più lineare e semplice.
Siamo nel Settecento, epoca in cui si affrontano le tematiche del prigioniero e soprattutto della fuga e così dal Prigionier Superbo si passa a Bach, maestro nell’arte della fuga e del contrappunto. Non dimentichiamoci la sua opera postuma “L’arte della Fuga” che contiene tra le più complesse fughe mai composte, ma non solo, l'intera opera è sicuramente la composizione contrappuntistica più articolata, alcuni sostengono che si tratti di uno dei vertici più alti che la composizione musicale abbia mai toccato. E proprio Bach con “L’arte della fuga” viene presentato al Teatro Ferrari di San Marcello il 10 settembre da L’Accademia Barocca de i Virtuosi Italiani con Alberto Martini come Violino Concertatore. Il Festival apre con il concerto “Il Salice nella Caverna” nelle Grotte di Frasassi a Genga, con il Coro di San Costanzo Porta diretto da Antonio Greco, in cui il canto lamentoso del popolo ebraico in esilio babilonese si spande all’interno della grotta chiamata l’Abisso Ancona. Il programma della serata spaziava dalla musica antica di Giovanni da Palestrina al più recente Schönberg passando per Henry Purcell. Tre quarti d’ora circa di canto impeccabile e suggestivo, reso ancor più magico dalle gocce che cadevano a terra e risuonavano nella grotta.
Niente da dire sul concerto “Adagio e Fuga” di sabato 12 settembre a Montecarotto, con L’Accadenia Barocca de i Virtuosi Italiani, se non un plauso speciale al Soprano Rosa Feola, giovanissima, ma con un atteggiamento e una padronanza del palco da cantante esperta.
Mi soffermo un attimo sul concerto “Musicisti in Fuga” a Monsano nella Chiesa degli Aroli di domenica 13 settembre, con Umberto Clerici al Violoncello e Ramin Bahrami al pianoforte, su musiche di J.S. Bach, L. V. Beethoven e J. Brahms. Due interpreti spettacolari che hanno saputo incantare una chiesa gremita di gente nonostante il caldo e l’umidità. Per un’ora e mezza la chiesa era in religioso silenzio e contemplava ogni singola melodia. Solitamente nei concerti di musica da camera per violoncello e pianoforte, questo è sempre invadente, ma Ramin Bahrami è favoloso nel farsi da parte e sostenere le melodie del violoncello all’occorrenza. Due interpreti eccezionali che hanno reso questo “Musicisti in Fuga” uno dei concerti più interessanti della mia vita. Ramin Barhami ha la giusta miscela di tecnica e sentimento, mentre il Umberto Clerici rapisce l’ascoltatore e lo immerge completamente nella musica da camera.
Un festival degno di essere vissuto non soltanto dagli addetti al settore, ma anche da chi vuole affacciarsi a questo mondo ultimamente troppo di nicchia. L’appuntamento è per la stagione lirica al Teatro Pergolesi di Jesi ma soprattutto all’anno prossimo quando si festeggeranno i 300 anni dalla nascita del compositore.
Articolo del
22/09/2009 -
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