Starsailor Starsailor live @ Magazzini Generali - Milano, 24 settembre 2009 Milano  24/09/2009 di Marco Jeannin

Fuori tempo massimo. Precisamente questo, niente di più e niente di meno. Che non vuol dire male, semplicemente ormai non c’è più niente da dire. Gli Starsailor sono fuori tempo massimo. Il brit si è esaurito dal un bel pezzo. Chiedetelo ai Travis e al resto della compagnia. Non nominiamo gli Oasis o i Coldplay che fanno storia a parte, ma il resto della brigata una volta era affiatato. E gli Starsailor erano belli luminosi in prima fila, mica uno dei gruppetti di riserva. Ce li ricordiamo tutti bene o male, perché facevano un’ottima figura in classifica e certi singoli non si dimenticano. Siamo però nel 2009 e di queste band dal passato placcato oro è restato ben poco, un buon ricordo per quelle smarrite lungo il percorso e una coda che tarda ad esaurirsi per tutte le altre.

Ed ecco che i Magazzini Generali non riescono a riempirsi per i nostri “vecchi” Starsailor, quattro ragazzi dalla faccia pulita che continuano a fare quello che facevano almeno una decina di anni fa senza cambiare una virgola. Non c’è il pienone ma quelli che ci sono innegabilmente carichi. Perché evidentemente c’è ancora tanto affetto e, benché datati, i pezzi che ti hanno segnato una volta ti restano dentro per un bel po’. E quindi la serata si fa piacevole e un pelino nostalgica. Fa tenerezza vedere James Walsh un po’ sovrappeso ma sempre dotato di voce magnifica, fare gli onori di casa.
L’ora e venti complessiva è molto piacevole, sia dal punto di vista tecnico che da quello empatico. C’è collaborazione, intesa, cuore. E sarebbe sufficiente questo a promuovere tutti, ma vanno fatte le giuste precisazioni. Perché pezzi come Alcoholic e Love Is Here sono un buonissimo biglietto da visita e non passano inosservate. Perché nella scaletta fanno breccia anche Fidelity e la tag di Hungry Heart alla fine di Neon Sky, giusto perché il Boss ha appena compiuto gli anni.

Adorabili. Quello degli Starsailor è un sound molto pulito ed efficace, impreziosito dalla già lodata voce di James. Il limite evidente è l’incapacità di uscire dal proprio guscio e finisce che alla lunga le ginocchia si fanno pesanti. La presenza dei pezzi più famosi messi in sequenza nella seconda parte non è altro che un modo come un altro per tenere in piedi la baracca e rimarcare il territorio sfoggiando un flashback mica male che però non ha trovato un debito seguito, specialmente nella produzione più recente (snobbata in primis dal mercato). Ma alla fine chissene: conviene prendere il tutto come viene e farsi una bella rimpatriata tra amici con Silence Is Easy, Four To The Floor e con l’ultimo singolo Tell Me It’s Not Over, prima della pausa e del rientro che apre con il primo singolo in assoluto della band in versione acustica, Lullaby. Bello, o meglio, nice. Finale con Good Souls + Tomorrow Never Knows e saluti al pubblico entusiasta.

E un po’ lo sono anche io: il tempo in compagnia degli Starsailor è volato e poco importa se anche io sono arrivato un pelino fuori tempo massimo perdendomi l’inizio. Già, perchè per colpa di un dj set impellente si deve iniziare presto e finire prima delle dieci e mezza. Tanto sul palco ci sono gli Starsailor, chi se li fila più?
Articolo del  30/09/2009 -  ©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati