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The Drones
The Drones + Castanets live @ Circolo degli Artisti - Roma, 15 ottobre 2009
Roma
15/10/2009
di
Giuseppe Celano
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Dopo il buon “Havilah” uscito in aprile i Drones, band australiana davvero interessante, arrivano in Italia e precisamente nella città capitolina a portare il loro rock convulso.
Preceduta dai Castanets di cui riesco a vedere solo due, ottimi brani, la band sale sul palco intorno alle 22.00, sono in quattro e fanno un casino micidiale. Il loro set è tremendamente spartano nel sound, a differenza dell’ultimo e più curato lavoro in studio. Il frontman, Gareth Lilliard, è asciutto e tutto in nero, le sue movenze sono veloci, scatta piegandosi sulla chitarra continuamente tormentata nei suoni dalla leva del vibrato, in un modo ibrido fra Jimi Hendrix e David Gilmour. La sua compagna, al basso, rimane di spalle per l’intero show cercando solo lo sguardo del corposo batterista che picchia sulle pelli come se dovesse vendicarsi di un torto subito. Il repertorio spazia fra nuovi e vecchi brani, anche se il pubblico continua a chiedere “I Believe” la band non se ne cura e continua inarrestabile per la sua strada. I brani si susseguono alternando momenti di tranquillità ad esplosioni violente, le chitarre ruggiscono, la sezione ritmica rallenta e riparte creando un movimento ondulatorio che investe chi sta sotto il palco. Ottima la performance di Lilliard, energico chitarrista capace di eruttare suoni simili a lamiere contorte che stridono fra loro. Quello dei Drones è uno show aggressivo che toglie il fiato, le distorsioni creano un effetto estraniante che manda in visibilio il pubblico. Per un momento sembra di vedere un giovane Pete Townshend che combatte contro la sei corde. Dan Luscombe apporta un notevole contributo creando un tappeto sonoro su cui Gareth scatena la sua inarrestabile energia cinetica. Quando una corda di Dan salta, in “Shark Fin Blues”, Gareth non accenna ad arrestare la sua corsa. Poi in pochi minuti si riparte sulle note di “Six Way To Sundays” dilatata a dismisura nell’intro mentre per permettere a Luscombe di sistemare la sua Telecaster.
Siamo davvero in pochi alla fine ma la band risale sul palco per un ultimo brano, “The Miller’s Daughter”, che chiude degnamente lo show.
SETLIST: Nail It Down The Freedom in the Loot The Minotaur River of Tears Sitting on the Edge of the Bed Crying Shark Fin Blues Six Ways to Sunday She Had An Abortion That She Made Me Pay For I Never Want to Change --- The Miller's Daughter
Articolo del
21/10/2009 -
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