Florence & The Machine Florence & The Machine live @ Magazzini Generali - Milano, 16 ottobre 2009 Milano  16/10/2009 di Marco Jeannin

Da una parte è un piacere vedere i Magazzini Generali gremiti di tanta bella gente, di cui buona parte del gentil sesso e per giunta straniera (inglesi inaspettatamente caciarone): rende l’idea della portata del successo della talentuosa poco più che ventenne Florence, che con i suoi The Machine ha quasi sbancato la classifica inglese. Non fosse morto Jacko avremmo avuto una piccola regina d’Inghilterra. Dall’altra però si teme che i Magazzini facciano la solita pessima figura in quanto resa sonora e purtroppo è precisamente così che è andata. Niente di trascendentale, ma il solito sound da caverna oramai sembra essere diventato un must da queste parti, e le rare serate in cui va tutto bene sono da segnare sul calendario.

Florence attacca poco prima che scocchino le dieci dopo l’apertura dei bresciani Joujoux D’Antan e per un’oretta e un quarto non la ferma nessuno. L’entusiasmo che Milano le ha riservato suona addirittura eccessivo in rapporto alla ancor acerba carriera di questa ragazza d’oltre manica, ma ripeto, è solamente segno che il successo è stato centrato in pieno ed in continuo aumento. Fatti i giusti elogi alla bella figura del pubblico, per quanto riguarda il set Florence ha da proporre i pezzi dell’album d’esordio, Lungs, e lo fa dando fondo alla voce prodigiosa che Madre Natura le ha concesso, a tratti abusando di questo talento con qualche gorgheggio di troppo (è la vena più soul che si fa sentire), ma complessivamente mantenendosi a livelli elevatissimi di performance e coinvolgimento emotivo.
Per ogni pezzo c’è un boato d’accompagnamento che metterebbe in imbarazzo chiunque. Non la rossa dal cuor di leone, evidentemente a proprio agio sul palco con quelle movenze da post adolescenza che la rendono ancora più sexy e magnetica di quanto già non sia. Rabbit Heart (Raise It Up) , Drumming Song, Cosmic Love e You’ve Got The Love le più acclamate in un set che registra pochissime sbavature – ovviamente audio a parte – e diversi picchi di bravura.
Ammetto di essermi sorpreso non poco nel toccare con mano l’estensione di questo piccolo fenomeno inglese, cosa che mi ha puntualmente indispettito. Essere però pronto a cogliere ogni pecca per consolare l’orgoglio ferito ha sortito l’effetto opposto: è veramente arduo resistere ad un entusiasmo così contagioso e sincero. Se poi ad accompagnare l’entusiasmo ci si mettono pezzi come quelli che ho elencato poc'anzi beh, non c’è altro da fare che lasciarsi guidare dalla piacevolezza di questo incrocio tra Kate Bush, Bat For Lashes e la spontaneità. Ed è una vera tristezza quando poco dopo le undici si deve già far spazio al dj set del venerdì sera, cosa che evidentemente ha influito sulla preparazione e in generale sulla tempistica dell’intero concerto.

A questo punto ci si chiede quali possano essere le alternative: se non si vuole dare la priorità a questo tipo di eventi per privilegiare l’incasso del dopo concerto mandando così tutto alle ortiche, sarebbe carino che la smettessero definitivamente di organizzarne. Vero è che dopo la chiusura del Rolling Stone non ci sono più locali adatti ad ospitare serate di questa portata, se non il MusicDrome comunque troppo fuori mano. Non ci resta quindi che sperare in un miracolo che ci doni uno spazio in grado di rendere giustizia a talenti come Florence e a musica che innegabilmente si merita un trattamento migliore.

Articolo del  22/10/2009 -  ©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati