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E’ vero, nella vita bisogna aspettarsi di tutto, lo so. Ma vi confesso che non mi era mai successo fin qui di assistere ad un concerto di hard rock circondato da guardie svizzere!!! E’ accaduto invece questa sera al BlackOut, dove si esibiscono i Gotthard, la più famosa rock band svizzera, che prende il nome per l’appunto dal valco alpino del San Gottardo, non lontano da dove la band si è formata.
Il gruppo infatti è originario di Lugano, Canton Ticino, Svizzera Italiana tanto per intenderci, e questo spiega anche perché Steve Lee, il vocalist, parla benissimo la nostra lingua e instaura subito un rapporto diretto con il pubblico che affolla la sala. Accanto a lui, Leo Leoni, alla chitarra solista, Freddy Scherer, alla seconda chitarra, Marc Lynn, al basso, e Hena Habegger, alla batteria, venuti a Roma per presentare dal vivo le canzoni tratte da “Need To Believe”, il nuovo album, appena uscito. Ai Gotthard però è venuta in mente un’idea piuttosto originale per trascorrere il loro pomeriggio romano, e si sono recati a San Pietro, a fare visita alle guardie svizzere che difendono i confini di quello Stato sovrano e proteggono il Papa. Loro, i Gotthard non sono forse l’hard rock band più famosa al mondo, ma a casa loro, in Svizzera, vendono un mucchio di dischi e sono davvero una celebrità! Schierati sul lato destro del palco (ma fortunatamente non in divisa) i giovani soldati del Papa non hanno fatto mancare il loro appoggio e le loro grida di approvazione ogni qual volta che Steve Lee li chiamava simpaticamente in causa. E ben presto le bordate hard rock di brani come la nuovissima “Unspoken Words” e “Top Of The World” hanno scaldato l’ambiente e hanno dato prova del notevole bagaglio tecnico in possesso del gruppo, capace di passaggi ritmici davvero notevoli, in grado di ben supportare le straordinarie dote vocali di Steve Lee. Le note sapientemente melodiche di “Need To Believe”, il nuovo singolo, catturano subito il pubblico presente in sala, in particolare le metal women presenti, in vena di romanticismo. In effetti il pezzo è davvero bello, una super ballad in stile Scorpions, ma davvero ben congegnata, che denota anche la classe del songwriting dei Gotthard, cosa che va loro riconosciuta, malgrado certi atteggiamenti un po’ superati, un po’ da Spinal Tap, del cantante, soprattutto quando accenna ad una “cosa dura che si agita nei pantaloni” per poi tirare fuori il plettro della chitarra acustica... Riusciamo a superare amenità del genere grazie a dei rock blues molto tirati che precedono il recupero della versione di “Hush” di Joe South resa celebre nei primi anni Settanta dai Deep Purple. Siamo alle radici del suono hard rock e la cosa ci riempie di gioia, ci uniamo ai cori del pubblico e ci facciamo trascinare dalla sorprendente “Right From Wrong”, un brano nuovo, quanto mai serrato e potente. Durante i loro diciannove anni di attività, i Gotthard hanno scritto ben centoquaranta canzoni e allora Steve Lee decide di regalarci un medley di alcuni vecchi brani accompagnato dal solo Leo Leoni alla chitarra acustica. E’ il momento di rock ballads romantiche e “strappa budella” come la bellissima “One Life One Soul”, oppure “Show Me The Way To Your Heart” e “Lonely People”, che denotano il lato tenero di una band che, in effetti, non è affatto trasgressiva, che invita alla prudenza, al divertimento e a mantenersi bene in salute, magari anche con l’aiuto di qualche sferzata di chitarra ben assestata. Si torna al repertorio più recente, non mancano citazioni zeppeliniane, echi lontani che ben si fondono con la possente ritmica della band. Da ricordare le esecuzioni di una lunga e serrata “I Don’t Mind” e di una bellissima “I Know You Know”, che forse ricorda tante altre ballate hard rock, ma le supera sul piano dell’impatto emotivo. Il finale è riservato ad un altra hit come “Anytime Anywhere”, una canzone d’amore struggente tratta da “Lipservice”, con quelle chitarre che miagolano così forte che è un piacere ascoltarle!!!
Una buona serata di classic hard rock, all’insegna di un sano divertimento e di vibrazioni positive.
Articolo del
26/10/2009 -
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