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Ritorna dal vivo a Roma l’icona del rock femminile italiano, alias Gianna Nannini da Siena, diventata ormai acclamata artista di richiamo internazionale. La data infatti è sold out da diverso tempo, anche se il parterre presenta qualche spazio vuoto (almeno si sta comodi). Il palco ci regala luci e coreografie di pregio e la Nannini si presenta in gran forma, saltellante e reattiva, insieme ai suoi “ragazzi dell’Europa”, la giovane band che la accompagna per questo nuovo tour, durante il quale presenta “Gianna Dream”, il suo ultimo album.
Il concerto inizia alla grande con “Maledetto Ciao”, la rock ballad felicemente ispirata e corale che risuonava ovunque in Italia questa estate, e procede con il rock serrato di “Amandoti”, che evidenzia la buona attitudine verso il rock della sua band. La serata raggiunge ben presto uno dei suoi momenti topici con l’esecuzione di “Attimo”, il nuovo singolo, brano inserito nella colonna sonora di “Viola di mare”. E dopo poche note ecco che si presenta sul palco la bellissima Valeria Solarino, giovane attrice protagonista del film, che duetta con la Nannini al momento del ritornello della canzone. Uno piccolo spot pubblicitario? Beh, nulla di male, dal momento che la Nannini è iperattiva in questa nuova fase della sua carriera artistica e si offre come chanteuse del rock su Matrix, da Emilio Fede, o al Festival del Cinema. Peccato che poi quando cerca di arrampicarsi sui tubi innocenti che sorreggono il palco (neanche fosse la sorella di Iggy Pop), non rischia più di tanto, e scende quasi subito. Molto meglio quando canta “Suicidio d’amore”, struggente e melodica quanto si vuole, ma pur sempre una bella canzone. Più spensierata e garbatamente pop la melodia edonistica di “Io”, con citazioni come “l’amore è bello solo se lo fai con me”, parole che inevitabilmente richiamano le proditorie gesta di diversi nostri politicians! Su “Volo” Gianna Nannini diventa autobiografica e ci racconta della sua propensione al No!, al ribellismo e alla trasgressione, peccato che il suo unico e solo riferimento letterario sia Pippi Calzelunghe, che appartiene alla storiografia del rock come i cavoli a merenda! Molto meglio un buon vecchio brano come “Latin Lover”, all’insegna del rock and roll più sincero e più sanguigno, quello della prima parte della sua carriera. Sugli spalti c’è uno striscione che recita “E faremo un gran BACCANO”, non si capisce bene se riferito al vino che produce la Nannini in terra senese o alla canzone “Radio Baccano”, un rock ad alto potenziale, ma forse un po’ banale, che in effetti viene eseguita poco dopo fra il tripudio della folla. Il concerto trova un forte riscontro fra il pubblico al momento dell’interpretazione reiterata di “Sei nell’anima”, una della più belle ballate rock del repertorio dell’ultima Nannini, brano che - insieme con “Meravigliosa creatura”, “Bello e impossibile“, “America” e “I Maschi” - restituisce spessore alla serata. Da segnalare anche le esecuzioni di “Una luce” e di “Sogno”, tratta da “Gianna Dream”, sempre all’insegna di una corroborante alternanza fra hard rock elettrico e ballate pop di stampo nazional-popolare.
A volte mi chiedo in che cosa differisca un concerto dalla Nannini da uno (prossimo) di Laura Pausini. Stesso pubblico, stessa impostazione musicale, un hard rock di facciata, smussato da melodie di facile richiamo ed assimilazione, e un anelito alla trasgressione, alla rivolta selvaggia che non si discosta molto dall’aggressività felina di un gatto domestico coccolato e al calduccio. Però piace...
Articolo del
03/11/2009 -
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