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Stasera Paolo Nutini non è il ragazzo con la chitarra in spalla e la voce graffiata che in molti si aspettavano. Non ci si ritrova davanti ad un pischello fighetto come era logico immaginarsi. Questo ventiduenne, che con soli due album è passato dai fish and chips dei sobborghi scozzesi alle platee più prestigiose della musica internazionale, è qui per raccontarci i suoi genuini e turbolenti scempi amorosi. Scapigliato ed onesto, Paolo ha fatto breccia nelle orecchie di molta gente, soprattutto in quelle del nostro Paese. Ma Nutini non è il cantautore da easy-listening come molti lo hanno etichettato al suo esordio. Col suo secondo album, "Sunny Side Up", ha scelto di scrivere canzoni meno convenzionali, e ce le presenta qui con voce intensa e vissuta, matura ma pur sempre istintiva.
Non è un caso che il Teatro Saschall sia immerso di gente; un pubblico variegato nell'età, ma pronto in egual modo a viversi questo concerto. Tanto clamore intorno a Paolo, che sarà giustificato da questa ora e mezza di allegro coinvolgimento. Il gran carrozzone musicale parte con "Can't Take My Eyes Off You" di Frankie Valli, e per tutto il concerto sarà proprio così: il pubblico non riuscirà a staccargli gli occhi di dosso, neanche per un secondo. Tocca ufficialmente a "10/10" aprire le danze della serata, inno reggae-ska, pieno di sole e buon umore. Davanti a noi uno spettacolo di sette elementi, fra fiati, percussioni e tante chitarre. Una gran festa che non profuma di Scozia (terra dalla quale proviene Paolo), ma di Messico, Giamaica e New Orleans. Si sente che Nutini ha scoperto la voglia di viaggiare e l'ha rinchiusa nella sua musica. Invaghito di sapori lontani dalla sua terra, ma vicini al suo sesto senso musicale. Girovagare e quindi crescere, questo ragazzo tira fuori la sua attitudine a performer e tutta la sua voce: un impasto bellissimo di eccitante energia ragtime ("Pencil Full Of Lead") e swing. Ci senti il soul di Otis Redding (lo stile Motown di "Coming Up Easy"), Bob Marley, John Martyn. Un ensemble alla Blues Brothers ha reso questo show un "Saturday Night Live", inaspettato per massa sonora e varietà musicale. Fra tarantelle e nuvole, la sua raucedine navigata si concede a danze gitane e popolari ("Alloway Groove"). "High Hopes" è tutto un battere le mani al ritmo del reggae. La voce di Paolo ti stramazza in Loving You, rivelandosi in tutta la sua morbidezza soul e avvolgendosi di fumi bluesy. Rannicchiato su se stesso, Nutini si toglie l'aria dai polmoni seguendo il vibe dei suoi pezzi. Questa è la sua corrida, fatta di vino rosso e ricca di esplorazione; un viaggio per lande sconosciute alla mente, ma già care al cuore. Se la suona e te la canta Nutini: "Sembra io stia crescendo, crescendo accanto a te" declama nello splendido e puro bluegrass di "Growing Up". Paolo improvvisa un'ironica e ruffiana "Caruso" col tripudio di un teatro divertito. Arriva così quel gioiello alla melassa di "Candy": glassa alla tenerezza, melodia di una dolce carezza. Questa canzone è la soffice nostalgia di baci che ancora non sono finiti, ma dei quali se ne sente già la mancanza. Nutini la dedica all'Amore con voce balsamica. La fanfara country-folk arriva con "Funky Cigarettes", dove uno scenario western incontra lo splendido sax che cita "Yakety Sax" di Boots Randolph, pezzo tanto caro al Benny Hill Show. Gran giochi di fiati nella cover di "Down In Mexico" firmata The Coasters; magie sonore create da quest'anomala Big Band di soli 7 elementi in grado di sostenere un palco di Broadway per cotanta professionalità. Su questo palco trasformato in salotto e con un focolare sotto la pedana della batteria, Paolo si vive e ti rende partecipe delle sue liaison appannate d'alcool. "Jenny Don't Be Hasty" scopre la vena sporca di Paolo, quella del blues rock, che cela un ritornello springsteeniano, classico come la sua E Street Band. Un pezzo grintoso e accaldato come il pubblico di stasera, che non vede l'ora di abbracciarlo. "No Other Way" sembra calarci in un altro tempo: il talento di questo ragazzo è custodito in un gusto interpreativo e melodico elegante, curato nella sua imprecisione come i grandi soulmen di una volta. L'encore con "Time To Pretend" degli MGMT è la potente linea melodica di uno dei migliori pezzi del 2008 che, riletta nello stile di Paolo, diventa un inno da stadio in un tripudio festoso di trombe e tromboni. La musica di Paolo decolla, come il foglio della scaletta che trasforma in aeroplano a fine concerto.
Nutini ti catapulta dove vuole lui, ti soprende e alterna attimi di solitaria intimità che odorano di club, a momenti da showman di primo ordine. Soulmate, crooner, country boy e pure rockstar. Senza prendersi troppo sul serio, nè risultando anacronistico, Paolo è un semplice "Ragazzo del Mondo", dedito totalmente al potere della Musica Roca, graffiato, afono, con quelle corde lacere, che prima di essere strumenti vocali sono potenti espressioni emotive. Con la sua bocca storta, Nutini vola e viaggia per il mondo, coinvolgendo il suo pubblico con puro entusiasmo.
SETLIST:
10/10 Alloway Grove High Hopes Loving You Such A Night Growing Up Candy Chamber Music These Streets Worried Man Caruso (cover Lucio Dalla) Funky Cigarettes Coming Up Easy Pencil Full Of Lead Down In Mexico (cover The Coasters) Sleepwalking New Shoes No Other Way Jenny Don't Be Hasty
Encore: Tricks Of The Trade Time To Pretend" (cover MGMT) Last Request
Articolo del
02/12/2009 -
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