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Mia moglie ha pensato di farmi un bel regalo di compleanno. Mercoledì alle 10 di mattina mi porta a Fiumicino e, tutta contenta, mi consegna un biglietto d’aereo per Milano. Cacchio siamo sposati solo da un anno, con una bimba in arrivo, e già mi caccia... a Milano poi!!! Vabbè. Dopo dieci minuti che siamo lì mi trovo davanti il chitarrista del mio gruppo, viene anche lui... comincio ad avere paura. Atterriamo a Milano, vi risparmio i dettagli della giornata. Alle 19:30 partiamo da casa di mio cugino (ovviamente di Milano) anche lui coinvolto nel malaffare.
Poche sono le sensazioni forti che rimangono tali per sempre, questa è stata una di quelle. Comprendo la fortuna di avere sposato mia moglie e di avere degli amici con la A maiuscola quando vedo le magliette in vendita: Alice In Chains. Posso dirlo: “ho 36 anni e mi sono commosso!!!”. Con il cuore gonfio di gioia entro insieme ai miei due compari alle 20 in punto. Il Palalido non è enorme, decidiamo per dei posti laterali guardando il palco dalla destra, perfetti, nessuna capoccia dovrebbe rovinarci la visuale. Alle 20:30 siamo ben consapevoli che non ci sarà nessun gruppo di apertura... ottimo. Alle 21 spaccate si spengono le luci. Viviamo con trepidazione l’attesa sapendo che l’affetto che ci ha sempre legato, e che ci lega ancora, a Layne Staley potrebbe influenzare il giudizio sul nuovo front-men degli AIC. Non facciamo neanche in tempo a prepararci che ci arrivano cinque pugni in faccia: Rain When I Die, Them Bones, Dam That River, Again e Your Decision aprono il concerto senza concederci neanche un attimo di respiro ... semplicemente spettacolari. Non ci sono particolari scenografie sul palco, le immagini scorrono su un grande schermo posto dietro la batteria alternandosi tra un cuore pulsante, copertina dell’ultimo album, e diverse foto a cui, sinceramente, poco ci siamo interessati. Quello che ci pare subito chiaro è questo: William DuVall, questo è il nome del nuovo front-man degli AIC, sa il fatto suo! È la volta del nuovo singolo: Check My Brain. Potente, in puro stile AIC con Jerry Cantrell e William DuVall che incrociano le loro voci facendoci tornare indietro nel tempo. Si torna al vecchio repertorio tratto da Facelift per una inaspettata Love Hate Love e la cinematografica It Ain’t Like That (presente nel film Singles) e passando per A Looking In A View si approda ad un set acustico di tre brani tra cui in ordine inverso Black Gives Way To Blue, No Excuses e l’emozionantissima Down In A Hole. Le chitarre tornano dure ed i brani si susseguono con picchi di apprezzamento e di coinvolgimento canoro per Angry Chair e Man In The Box in cui ancora una volta gli AIC sembrano sempre loro e DuVall continua a non perdere nemmeno un colpo. E’ il momento dei finti saluti prima del bis che tutti si aspettano e che si vorrebbe non finisse mai ed eccoli rientrare con Lesson Learned per andare a concludere con Would ed una emozionantissima Rooster coadiuvata da un pubblico poco intonato ma di certo coinvolto.
Prima di questo giorno mi ero sempre detto che la cosa che mi sarebbe mancata più al mondo era un concerto degli AIC ed ero convinto che senza Layne Staley non sarebbe mai stata la stessa cosa. Certo, forse a questi brani manca la sofferenza evidente della voce di Layne che quel mondo che descrive lo viveva ogni giorno, con angoscia, rabbia e autodistruzione, ma questo è altro, questo è amarcord di chi quei tempi li ha ideologicamente condivisi, quello che rimane sono gli Alice In Chains di oggi ed il loro rock grunge - fa strano anche solo a scriverlo - di assolutissimo valore.
SETLIST: Rain When I Die Them Bones Dam That River Again Your Decision Check My Brain Love, Hate, Love It Ain’t Like That A Looking In View Down in a Hole (Acoustic) No Excuses (Acoustic) Black Gives Way To Blue (Acoustic) Last of My Kind Angry Chair Acid Bubble We Die Young Man in the Box
Encore: Lesson Learned Would? Rooster
Articolo del
15/12/2009 -
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