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“Formed a band, we formed a band, look at us, we formed a band!”: è l'esplosivo e coinvolgente ritornello con cui gli Art Brut attaccano sul palco del Circolo degli Artisti a Roma. Lo stesso dalla prima significativa ed autobiografica traccia del loro album d'esordio “Bang Bang Rock'n Roll”, di grande impatto tra critici e pubblico nel 2005. Con la band londinese è piuttosto facile ritrovare dal vivo gli stessi suoni genuini, lo stesso timbro, ritmo e rumore inciso al chiuso della sala di registrazione: riff punk-rock spesso in stile anni '70/'80, acustica sporca, vivaci accenni brit e indie-rock, voce parlata. Fondamentale per il gruppo di Londra è la presenza scenica del frontman Eddie Argos, con l'inconfondibile parlato rivolto agli spettatori, la goliardia e l'ironia un po' adolescenziale che ne hanno fatto un personaggio, sempre attento ad instaurare con il pubblico uno speciale rapporto di complicità, soprattutto dal vivo, al punto da scendere dal palco e mischiarsi alla platea, come è accaduto martedì tra il divertimento e la timidezza degli astanti, non abituati a scene simili. Con l'ultima uscita discografica,“ Art Brut Vs Satan”, lavoro prodotto e registrato in sole due settimane negli Stati Uniti insieme alla compagnia illustre di Frank Black dei Pixies, gli Art Brut palesano una sempre più spiccata indole punk. Forse un punk più “americano”, più melodic e più povero, comunque sempre un punk-rock che suona immediato, ma meno improvvisato e dialogato come invece rimane nelle esibizioni live. I musicisti londinesi sul palco sfruttano ancora la loro indole iniziale: uno shake più britannico di riff energici e veloci di chitarra (di cui la migliore performance va sicuramente attribuita a Ian Catskilkin), ed un insieme di parole cantate e discorsive, autoironiche e sarcastiche. Infatti, a parte le vivaci e divertenti “Alcoholics Unanimous” e “DC Comics And Chocolate Milkshakes”, ed alcune tracce dal secondo album “It's A Bit Complicated”, la setlist si concentra principalmente sulle hit trascinanti del loro primo album, con le quali gli Art Brut hanno dato il loro meglio: memorabili “My Little Brother”, “Good Weekend”, “Rusted Guns Of Milan”, “Modern Art”, “Bad Weekend”. Tra le divertite e sghignazzanti parole di Argos c'è anche modo di scimmiottare Iggy Pop con “The Passenger”, terza traccia di “Art Brut Vs Satan”, che non ha comunque niente in comune con l'omonimo e famoso singolo.
Tutto è show. Le esecuzioni dal vivo non sono di grande qualità tecnica, ma gli Art Brut non sono mai stati quel tipo di band. I loro punti forti si concentrano sullo stesso concetto di art brut da cui prendono il nome: un suono e un'arte spontanea, senza importanti basi tecniche e senza pretese culturali, semplice ed immediata. Caratteristiche che, unite allo stile cabarettistico del cantante, rendono le esibizioni live piacevoli, divertenti ed esaltanti. Volano basso con umiltà e senza presunzioni, ma centrano l'obiettivo divertissement.
Articolo del
19/12/2009 -
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