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Una botta paurosa, una vera e propria esplosione di energia e di punk rock, quello di una volta, quello delle origini, abrasivo e tagliente come nessuna altra musica è in grado di essere! Questo in sintesi il concerto dei Buzzcocks, tornati a suonare a Roma dopo soltanto un anno dalla loro esibizione al BlackOut.
Molto meglio questa volta, molto meglio questa sera, c’era più coinvolgimento, c’era il sapore ed il rumore della polvere da sparo, c’erano il sudore e gli spintoni di quanti “pogavano”, e non solo sotto palco! Dopo pochi minuti il Circolo era già trasformato in una micidiale bolgia dantesca, l’Inferno puro, ragazzi! E’ sufficiente ricordare che fra i primi brani in scaletta c’erano memorabili hits della prima ondata punk come “Boredom” e “Fast Cars”, come “I Don’t Mind” e “Autonomy”! Che divertimento, non era solo nostalgia, niente affatto, era un qualcosa di vivo, di reale, bollente come un ferro caldo che ti passa sul petto e ti fa urlare dal bruciore! Così le nostre viscere, così i nostri apparati uditivi, soverchiati dalle chitarre roventi di Pete Shelley e di Steve Diggle, i due componenti della formazione originaria, impossibilitati a rimanere fermi dalla serrata base ritmica offerta da Tony Barber, al basso e da Philip Barker, alla batteria, due giovani musicisti aggiunti di recente alla nuova line up. Dopo essere stati dati per molti e sepolti a partire dagli Anni Ottanta fino al 1993, i Buzzcocks sono come tornati a nuova vita, sono come resuscitati, e mai reunion ha avuto un esito così felice! Dopo oltre trenta anni di carriera Pete Shelley e soci non hanno perso di vista il vero spirito del rock and roll, anzi lo hanno in un certo senso rivitalizzato grazie all’afflato punk della loro musica. “Get On Your Own”, “Sixteen Again”, “Girl From The Chainstore” e “Sick City” sono tutti brani che hanno il dono di trasformare il malessere in una forma vitale, sfrenata e selvaggia quanto volete, ma pur sempre ricca di energia e di emozioni forti! “Why Can’t I Touch It” , “I Don’t Know What To Do” e “You Say You Don’t Love Me” riflettono le incertezze e le maledizioni di adolescenti di fronte agli alti e bassi della loro vita sentimentale, e sessuale direi. Sicuri che anche adesso a 54 anni compiuti, non è che la storia sia molto diversa... In molti hanno paragonato l’approccio musicale dei Buzzcocks ai Ramones, e va bene, ci può anche stare, ma sono evidenti anche le tracce lasciate in eredità dal glam rock inglese dei primi Anni Settanta, di Marc Bolan e dei T Rex, tanto per intenderci. I Buzzcocks hanno iniziato come spalla dei Sex Pistols e, in seguito, anche dei Clash, nei concerti dal vivo, fino a ritagliarsi uno spazio tutto loro nel panorama del primo punk britannico. Dalle note violente dei primi album sono passati con il tempo ad un approccio forse leggermente pop, ma le canzoni che propongono questa sera sono quelle degli esordi, e brani come “Breakdown” e la fantastica “What Do I Get?”, uno dei loro singoli di maggiore successo, ci lasciano come sempre, una volta di più, sbalorditi, e ci ricaricano di energia!
Sappiamo che la band sta lavorano ad un nuovo album, che sarà il successore dell'eccellente “Flat-Pack Philosophy” del 2006, ma intanto ci godiamo questo ritorno al passato, che si conclude con “Love You More”, “Promises” e la divertente e gioiosamente ossessiva “Harmony In My Head”. Loro sono stanchi , hanno dato tutto, salutano, ma la situazione è talmente incandescente, il pubblico interagisce così bene, che non possono permettersi di non tornare sul palco. E allora vai con “Oh Shit”, “Ever Fallen In Love?” e “Orgasm Addict”, il singolo punk più vietato di tutti i tempi, in un diluvio cosmico di voglia di vita, trasgressione, sesso e tanto divertimento. Avremmo bisogno di tanti altri concerti del genere. Punk Is Not Dead!!!
SETLIST:
Boredom Fast Cars I Don’t Mind Autonomy Get On Your Own What ever Happened To…? Sixteen Again Why She Is The Girl From The Chainstore Sick City Why Can’t I Touch It? I Don’t Know What To Do You Say You Don’t Love Me Breakdown What Do I Get? Love You More Promises Harmony In My Head
Encore
Oh Shit Ever Fallen In Love? Orgasm Addict
Articolo del
01/02/2010 -
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