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Quando appare da solo sul palco della sala Sinopoli dell’Auditorium di Roma gremita in ogni ordine di posto, sotto il suo immancabile borsalino, chitarra a tracolla e un pizzico di emozione che non riesce a nascondere, bastano i primi accordi di chitarra per rompere l’incantesimo e per capire che sarà la sua serata. Perché non appena intona le note di “Bar della rabbia” (pezzo che dà il titolo al suo unico cd finora pubblicato) il pubblico è con lui, canta con lui, lo chiama, lo invoca, gli chiede e gli risponde. E lui è li, disposto al gioco delle parti, pronto a trascinare il suo pubblico in quel viaggio nomade e senza confini che è la sua musica.
Cosi, chiusa da solista l’overture della serata, entra la sua band, 6 elementi che diventano talvolta 7 con la corista a supporto vocale in alcuni brani. Ed inizia il viaggio, dove sapientemente alterna trascinanti ballate a pezzi più lenti, quasi sussurrati. Il suo pubblico approva, lo segue, si fa prendere per mano e si fa trascinare nelle sue storie oniriche, popolate di pagliacci, zingari, ubriachi, marinai, uomini e donne feriti dall’amore. C’è lo sfondo di una Roma popolare, ma quello sfondo non è un limite od un confine: è soltanto il terreno che offre a Mannarino un linguaggio, un rapporto con il contesto che si ha intorno, ma le sue canzoni non si limitano a raccontare: entrano dentro le anime di quei personaggi che le popolano, ed allora quel terreno diventa infinito, grande quanto l’universo che può essere inondato dalle lacrime di un pagliaccio. Appare difficile etichettare la sua musica in un genere definito: certamente la si può definire una musica “folk” nel senso di popolare; ma nell’ascoltarla non si può fare a meno di cogliere influssi di ritmi gitani o balcanici (stile Kusturica, per intenderci), cosi come sono presenti aspetti blues che la rendono ancor più eclettica. Cosi come sarebbe riduttivo accostare il suo personaggio a Capossela per il look o a Fred Buscaglione per la sua voce. Perché Mannarino, anche se influenzato da tutto questo, sembra percorrere un suo percorso autonomo e personale, su un sentiero musicale originale e soprattutto estraneo a facili logiche commerciali. Oltretutto va evidenziato come questo giovane, classe '79, sia dotato di una grandissima voce, che gli permette di spaziare con disinvoltura e con lo stesso apprezzabilissimo risultato in tutti gli stili musicali con cui veste le sue canzoni.
Volto ormai divenuto popolare grazie alle frequenti incursioni nella trasmissione serale di Serena Dandini “Parla con me”, occorre anche ricordare che questo simpatico e bravo menestrello metropolitano, oltre ad aver suonato sul palco del 1° Maggio a roma nel 2009, ha suonato per anni nei locali di roma; ha partecipato nel 2008 al Festival Jazz di Villa Celimontana a Roma, al Festival Decò” in Salento, al Festival internazionale di Andria (unico ospite italiano). Ha fatto parte anche di numerosi progetti in ambiti non strettamente musicali, partecipando a “Soul Food: Incontro su cibo, arte e sostenibilità ambientale” al Teatro Eliseo di Roma, con Davide Riondino, Ascanio Celestini, e il bravissimo e ancora poco conosciuto Valerio Aprea (a proposito di quest’ultimo, assolutamente azzeccato l’intermezzo durante il concerto di Mannarino in cui appunto Aprea, vestito da gendarme, legge un comunicato contro gli immigrati che vengono definiti violenti, sporchi, poco raccomandabili, e che è in realtà una relazione del 1912 redatta dal commissario all’immigrazione degli Stati Uniti d’America sui cittadini italiani...). Ha partecipato a molte trasmissioni radiofoniche tra cui “Vasco De Gama”, condotta da Davide Riondino e Dario Vergassola e per la quale ha composto la sigla. Ha partecipato, nel luglio 2009, alla serata finale del Premio Giorgio Gaber a Viareggio, e presto lo vedremo al cinema interpretare se stesso nel film “Tutto l’amore del mondo”. A questo curriculum di tutto rispetto aggiungete il fatto che nei suoi concerti dal vivo Mannarino, oltre ad essere bravo, è anche divertente, e dunque vi diamo le prossime date della sua tournè, invitandovi ad andare per ascoltare 2 ore di buona musica e di divertimento garantito:
Firenze @ Teatro Puccini - 04/02/2010 ore 21 Monte Urano (AP) @ Teatro Arlecchino- 18/02/2010 ore 21
Articolo del
02/02/2010 -
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