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Oltre alla nostra naturale e più che giustificata inclinazione anglofona, Musicletter ha sempre prestato particolare attenzione alla scena indipendente italiana tanto che nel corso di questi anni ha dedicato diverse recensioni e copertine a band e cantautori del Bel Paese. Tra questi ce n'è uno molto caro alla redazione di ML e il suo nome è Umberto Giardini, un personaggio di indiscutibile talento che, fin dagli albori della nostra non-rivista, è sempre stato un ospite gradito su queste pagine (tanto da condividere nel 2007 una copertina con l'altrettanto brava e talentuosa Cristina Donà). Ecco, quindi, che in occasione dei suoi primi dieci anni di attività, che lo hanno visto calcare con la stessa dignità e con lo stesso entusiasmo i più disparati palcoscenici italiani (dal Festival di Sanremo alla Cantina Mediterraneo di Frosinone), non potevamo mancare a questo live romano del nostro cantautore "indie-folk" italiano per eccellenza (ma se vogliamo anche "indie-pop" italiano) ovvero Moltheni. La serata è di quelle giuste: partenza alle ore 18.30 con gli amici "Mecozze" e "Mimmo Rocker", arrivo alle 19.45 a Roma, qualche pezzo di pizza dal simpatico pizzaiolo rumeno e un paio di bicchieri di birra tra risate e discussioni serie che tuttavia rischiano di farci arrivare in ritardo. A esser sinceri infatti varchiamo la porta del Circolo degli Artisti giusto in tempo per il primo brano, Io, non potendoci godere pertanto quella classica atmosfera pre-concerto fatta di umori, sospiri e incitamenti vari. A colpo d'occhio il pubblico sembra essere numeroso e già abbondantemente elettrizzato da questo avvio di concerto che vede sul palco Gianluca Schiavon (batteria), Marco Marzo Caracas (chitarra elettrica), l'inseparabile Giacomo Fiorenza (basso) e Moltheni defilato sulla destra. È la volta poi di L'età migliore, Oh, Morte e Montagna Nera, quest'ultima la preferita del caro "Habitual" accorso anche lui a questo appuntamento capitolino in compagnia di amici e dolce metà. Il pubblico canta appassionatamente quasi tutte le sue canzoni, a testimonianza che in tutti questi anni Umberto Giardini è riuscito - grazie alla sua onestà intellettuale - a farsi apprezzare da una platea sempre più ampia e attenta, entrando e uscendo dal circuito nazionale mediatico senza mai svendersi. Dieci anni di carriera che lo hanno portato alla realizzazione della sua prima antologia più DVD intitolata Ingrediente Novus (2009), a cui partecipano anche Vasco Brondi e Mauro Pagani e dove Umberto Giardini rispolvera, per l'appunto, gran parte del suo repertorio "underground" iniziato con la Cyclope Records del compianto Francesco Virlinzi (Natura in Replay del 1999 e Fiducia del Nulla Migliore del 2001). Un percorso artistico segnato nel 2000 da un passaggio al Festival di Sanremo e proseguito, dopo svariate vicissitudini, con l'etichetta dei Tre Allegri Ragazzi Morti che, album dopo album (da Splendore Terrore del 2005 ai Segreti del Corallo del 2008, passando per Toilette Memoria del 2006), lo ha magnificato con questa bella raccolta fatta di brani vecchi e recenti che, in qualche modo, ha riproposto durante l'esibizione romana (Fiori di carne, L'amore acquatico, Nella mia bocca, Nutriente, Il Bowling o il Sesso...) assieme ai due inediti del nuovo lavoro, Petalo e Per carità di Stato. Un Moltheni più cortese del solito che, dall'alto del palcoscenico, ci chiede se siamo felici. Beh, quanto meno sereni, ci verrebbe da rispondere, soprattutto dopo aver ascoltato le sue composizioni così incredibilmente catartiche e poetiche. Un ora abbondante di concerto che finisce tra gli applausi entusiasti di un parterre davvero soddisfatto, e noi non possiamo che sentirci complici di tutto questo, anche se poi quando cerchiamo di avvicinarlo ci rendiamo conto che sono lontani i tempi in cui a fine serata (una volta spenta l'inseparabile abat-jour) ci capitava, spesso e volentieri, di parlare con il nostro songwriter di musica alternativa, degli Handsome Family, di Bonnie "Prince" Billy e di molte altre cose. Ora ad accoglierlo c'è un numero abbastanza consistente di fan e di sostenitori che lo cercano in una sequenza quasi maniacale di abbracci e di scatti fotografici, che ci danno la misura del successo (meritato) del signor Umberto Giardini da Sant'Elpidio a Mare ma che ci rendono assai difficile l'impresa di un normale contatto umano. Riusciamo infatti a salutarlo a malapena, a scambiarci qualche veloce pacca sulle spalle e a renderci conto di aver visto crescere un bravissimo artista di cui ci sentiamo testimoni e narratori. Alla prossima, Umberto.
(pubblicato per gentile concessione di www.musicletter.it)
Articolo del
07/02/2010 -
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