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Dillinger Escape Plan
Dillinger Escape Plan live @ Circolo Magnolia - Segrate (Milano), 3 febbraio 2010
Segrate (Milano)
3/02/2010
di
Marco Jeannin
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I Dillinger Escape Plan sono una band fuori controllo. Credo che la realtà dei fatti sia molto semplice: non esiste un limite in grado di contenerli. Arrivo al sempre ottimo Magnolia poco prima dell’apertura dei cancelli (per una volta sono cancelli veri) e mi tocca fare la coda per entrare tanta è la ressa accalcata all’ingresso. Già questo la dice lunga su quanto i Dillinger siano passati dallo status di band di nicchia a band di culto dopo solo tre album pubblicati e un quarto in arrivo. Una stima ed un affetto così te li guadagni solo se lo meriti veramente.
Doppietta italiana per aprire, in ordine Hierophant e Cubre. Ascolto i primi perché aspettare i Dillinger che suoneranno nel “mattatoio” al freddo mi sembra stupido, e perché almeno così mi passa il tempo. Non me ne vogliano i Cubre ma getto la spugna alla fine del primo set.
Alle undici e mezzo tocca ai Dillinger: il mattatoio si è riempito e non fa più così freddo. Direi anzi che sono fortunato ad essermi trovato un posticino appartato di fianco al mixer perché ho il serio presentimento che davanti non sarà un concerto piacevole. E senza nemmeno dover aspettare troppo la conferma giunge dal palco, quando Puciato e compagnia danno inizio ad un set di una violenza inaudita senza esclusione di colpi, ad una velocità da restarci secchi. Iniziano gli “ascensori” nelle prime file e qualche malcapitato con la faccia gonfia è costretto a lasciare il fronte. Come ho detto i Dillinger sono una band senza limiti. E lo dico cosciente che è un’affermazione di un certo peso, ma vederli dal vivo mi ha fatto capire chiaramente perché NME li considera la band più pericolosa del mondo e Kerrang! la miglior live band sul pianeta. La verità, come si sul dire, sta nel mezzo. Pericolosi senza dubbio, e aggiungerei completamente fuori di testa sotto l’aspetto musicale. I Dillinger hanno polverizzato qualsiasi genere di formalismo con ritmiche allucinanti e riff da capogiro. E’ difficile seguirli senza perderci la testa e tanto vale abbandonarsi a questo caos controllato che ti fa capire senza ombra di dubbio che, punto uno, sono dei folli completi. Punto due: hanno un’abilità tecnica mostruosa che prende spunto dai generi più svariati mixando tempistiche jazz all’hardcore con una puntualità che lascia di stucco. Punto tre: sono animali da palco come raramente capita di vedere e questo giova in termini di spettacolo. Al Magnolia lo spazio è quello che è, ma dategli un palco più consono e un pelo più grande e questi sono in grado di raderlo al suolo a forza di salti, pugni e calci. In ogni caso il set è una mitragliata continua che sputa proiettili senza rimorso su una platea ben contenta di venir fucilata di continuo (vedi il poker d’apertura). Ci sono poche altre band in grado di garantire un’esibizione così, su tutti i Converge con cui oramai si spartiscono lo scettro di regnanti supremi del genere. Il set si chiude poco prima dell’una nel tripudio generale di chi evidentemente non ne ha ancora prese abbastanza, di chi vorrebbe che Puciato si arrampicasse di nuovo sui tralicci per poi lanciarsi di testa - come se fosse una cosa normale - per poi farsi riportare sul palco per darci dentro ancora un po’ con i pezzi nuovi dell’album in uscita o con un’ironica cover dei Tears For Fears (già) eseguita per la seconda volta in questo tour.
A conti fatti credo che l’unico limite umanamente imponibile sia la tenuta fisica. Dopo un’ora e venti così io resterei nel letto per due mesi a recuperare. La band invece saluta e si concede generosamente a foto e abbracci a profusione. Scene rare che vorremmo vedere sempre più spesso ad un live. Ecco dunque svelato il mistero di come ci si conquista il pubblico: con un misto di follia pura, infinito talento e tanta, tanta umiltà. Forse dire che sono la miglior band live del pianeta è dire troppo. Quel che è certo è che sono belli alti in classifica.
SETLIST:
Good Neighbor Panasonic Youth Fix Your Face Milk Lizard Sugar Coated Sour Chinese Whispers When Good Dogs Do Bad Things Mouth of Ghosts Black Bubblegum Sunshine the Werewolf Horse Hunter Weekend Sex Change The Mullet Burden Lurch Farewell, Mona Lisa
Head Over Heels (Tears for Fears cover) The Running Board 43% Burnt
Articolo del
10/02/2010 -
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