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Evile
Evile + Warbringer + The Fading live @ Tunnel – Milano, 2 febbraio 2010
Milano
2/02/2010
di
Antonluigi Pecchia
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Tornano in Italia per un’unica data i britannici Evile per l'“Infected Nations European Tour” dopo aver dovuto cancellare più della metà delle date del tour europeo di supporto ai vichinghi Amon Amarth durante la quale è venuto a mancare il loro bassista Mike Alexander (R.I.P.) lo scorso novembre a causa di un malore. Un po’ per solidarietà e un po’ anche perché ho apprezzato i due lavori studio della band, io non potevo mancare all’evento svoltosi a Milano il 2 febbraio e sono stato presente per potervelo raccontare...
Inizio di serata affidato agli esordienti The Fading, band di nuova formazione dedita ad un deathcore basilare con richiami agli ultimi In Flames per quanto riguarda i frangenti più melodici. I membri della band pare che godano di una buona esperienza in ambito live provandolo con una buona presenza scenica ma purtroppo ciò non basta a nascondere la mediocrità in cui sguazzano i loro brani durante la breve performance. Quindi l’esiguo pubblico presente preferisce chiacchierare davanti ad una fresca birra anziché destare attenzione alla loro prova, conservandosi il sudore per le band che calcheranno a breve il palco del locale.
Di notevole spessore si mostra sin da subito lo spettacolo messo in piedi dai Warbringer, quattro fottuti thrasher del tutto old school che non scendono a compromessi. Non c’è tempo per le presentazioni, si parte in quarta con la violenza di “Jackal” seguita a ruota – come anche viene proposto sull’album “Waking Into Nightmare” - da “Living In A Whirlwind” e “Severed Reality”. L’essenza che solo un vero evento thrash metal sa infondere si propaga nell’ambiente del locale e nella platea inizia il caos più totale, un moshpit bello violento seppur messo in piedi da pochi metalheads. La band non risparmia affatto il sudore cercando di coinvolgere tutti i presenti nella loro “guerra totale” formata da ritmi tiratissimi - che a volte scadono nel death metal – e riff mitraglianti. Il concerto prosegue con una manciata di brani tratta dal loro precedente lavoro “War Without End” con cui la voglia di distruzione viene alimentata nello spirito del pubblico. Dopodiché è giunta l’ora dei saluti e la band decide di farli con il brano “cult” “Total War”. Si conclude così una performance in cui le uniche pecche tecniche riscontrate sono derivate unicamente dalla sbadataggine – come per esempio lo staccarsi di un jack che ha fatto ascoltare un brano intero senza il suono della chitarra solista - del movimento dei membri della band in preda all’headbanging più sfrenato, ma oltre ciò, abbiamo assistito a una prova che ha rasentato la perfezione. Peccato solo che sia durata troppo poco (come d’altronde tutte le cose belle).
Il palco resta vuoto per una decina di minuti – utilizzati unicamente per poter fare un breve soundcheck ai suoni della batteria – dopodiché gli Evile si presentano e salutando e ringraziando i fans per la loro presenza con tutta la modestia possibile. Poi si passa subito alla musica, “Infected Nation” dà inizio alle danze, mentre “First Blood” e “Killer From The Deep” le fanno proseguire violentemente. Seppur il locale non sia gremito, la temperatura aumenta sempre più con “Now Demolition”, “Thrasher”, “Nosophoros” e “Bathe In Blood”. Il pubblico adora la band e si delinea sin da subito che abbia apprezzato – e non poco – la loro ultima fatica studio. Ed è così che prosegue il loro show - alquanto sottotono se volessimo paragonarlo a quello dei Warbringer ma pur sempre divertente – spaziando tra brani più cadenzati – tratti appunto dall’ultimo “Infected Nations” - e altri ben più violenti e veloci pescati dal precedente “Enter The Grave”. L’act conduce uno spettacolo privo di pecche e sbavature, sa bene come interagire con il pubblico, a differenza di tante altre realtà che, magari per sembrare coerenti in un determinato atteggiamento, spesso lo disprezzano. Con la violenza e la ferocia in puro stile Slayer di “Enter The Grave” si conclude lo show della band regalando così l’ultima chance ai presenti per distruggersi nel moshpit, offerta accettata più che volentieri da parte di tutti!
Forse come concerto in vesti di headliner sarà durato poco – un’ora scarsa - ma in questo caso credo che non sia stato assolutamente facile riuscire a organizzare uno spettacolo del genere da parte di questa giovane ma promettente band per ciò che gli è accaduto recentemente. Quindi merita comunque un enorme applauso, sperando di poterla rivedere in Italia al più presto e magari in forma smagliante!
Articolo del
11/02/2010 -
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