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I cantautori e le promettenti band italiane esistono ancora: ecco la rivelazione al termine dell’incontro culturale tra Surgery e Acquefrigide nel salotto dell’Alpheus a Roma. Un concerto in cui le due band, brave musicalmente quanto sul palco, hanno dimostrato di avere tante cose da dire, e di saper discorrere su temi impegnativi, quali, come direbbe Douglas Adams, “la vita, l’universo e tutto quanto”.
A iniziare la serata sono stati gli Acquefrigide, tema principale l’accettazione, ma soprattutto la non accettazione della vita, del diverso, del mondo, dell’esistenza, delle aspettative deluse, e lo hanno fatto con una grinta e una capacità veramente uniche nel loro genere. La band tiene perfettamente il palco, grazie anche alla personalità catalizzatrice di Bre, la cantante, il loro genere è chiaramente di ispirazione metal-alternative, anche se notiamo delle armoniche e delle melodie contaminate con il progressive; senza trascurare la caratteristica, che li unisce ai loro compagni di palco stasera, del cantato in italiano.
In italiano, infatti, canta anche Daniele Coccia dei Surgery, un gruppo che, con la loro energia distintiva, porta avanti la sua denuncia al mondo, all’Italia e ai suoi sordi e ciechi abitanti. I Surgery veicolano queste tematiche impegnate attraverso un genere limitrofo al metal ma che si fonda soprattutto sull’industrial e sull’elettronica. Il gruppo è molto incisivo sul palco, grazie anche alle performance teatrali che accompagnano alcuni loro brani e che dipingono in qualche modo la scena, rappresentando le paure, le insicurezze e le precarietà dell’uomo e della sua psiche. Due band piene di energia, grinta e con grandi capacità, che hanno saputo riscaldare la sala dell’Alpheus, nonostante stasera soffrisse delle assenze a causa dei festeggiamenti per il Carnevale. Possiamo dire che, se a Roma nevica, un concerto come questo, che vede sul palco due grandi e importanti proposte del panorama musicale nostrano, è il corollario perfetto a una giornata che sembra permeata di strane magie e suggestioni.
Per alcuni il fatto che, sia i Surgery che gli Acquefrigide, abbiano scelto la lingua italiana per veicolare il loro messaggio, potrebbe sembrare una penalità, l’anglofonia è ormai il sistema più diffuso nella ricerca del successo; ma sta proprio qui l’errore di giudizio del mainstream, luogo dal quale entrambi i gruppi sono molto distanti. La lingua italiana si confà perfettamente alle linee melodiche di entrambe le band. L’italiano qui diventa, anzi, il veicolo privilegiato, attraverso il quale esprimere la realtà del mondo, come lo vedono gli artisti e come lo sentono e percepiscono i loro fan; un veicolo che è da stimare e apprezzare, che ci ricorda tanta tradizione del nostro malconcio paese che pensavamo perduta in tempi lontani, a parte i rari casi in cui ancora degli artisti, di vecchia data e scuola, riescono a fornirci una finestra su un tempo che non c’è più. La grande maestria di questi gruppi sta nell’aver trovato il modo giusto per armonizzare dei generi musicali, moderni e prodotto di culture underground, a quella che è la storia e la tradizione italiana, che così tanti bravi cantautori, parolieri e compositori, hanno saputo far nascere e crescere. I Surgery e gli Acquefrigide entreranno sicuramente a far parte di una storia che da molti è ormai stata dimenticata, insieme alle sue lezioni, e noi saremo lì per essere spettatori di questa nuova rivoluzione.
Articolo del
17/02/2010 -
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