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Il gruppo americano Nebula arriva al Sinister Noise portando la sua dose di stoner metal a Roma. Quando scendo, per l’inizio del concerto che tarda molto questa sera, il piccolo angoletto, da cui è stato ricavato il palco del Sinister, è già pieno. Sul palco si materializzano i tre fautori di una buona serie di dischi. Fondati nel 1997 da Eddie Glass, insieme all’ex batterista dei Fu Manchu Ruben Romano, i Nebula si sono saputi ritagliare un spazio personale nell’affollato mondo dello stoner.
La band inizia, senza tanti giri di parole, dal drummer che improvvisa un press-roll sul timpano, dal quale fuoriesce Perfect Rapture, primo brano di stasera. Da subito si nota la scelta (forzata?) del bassista di suonare senza nessun tipo di pedale per aumentare la spinta del suo basso, il che influirà, inevitabilmente, sul corso della serata. Per fortuna Eddie Glass è un piccolo Hendrix in pillole, la sua capacità di coprire il resto della band con continui cambi ritmici, frustate di wah wah e soli più che intriganti ridona smalto ad uno show incapace di decollare. D’altro canto anche il batterista, purtroppo, non sembra in serata, la tecnica è perfetta, ma scolastica, Romano appare svogliato. Mancano quelle accelerazioni che ci si aspetta da band come questa, soprattutto dal vivo. Il resto della serata scorre fra momenti meno buoni, Giants, ad altri molto intensi, Search And Destroy, passando per atmosfere più rarefatte con la cover di Sister Morphine, che vede Glass da solo sul palco. A metà serata non può mancare All The Way, simbolo di questa band, tratta dal disco Charge. Ma nonostante questo qualcosa non va, i Nebula sono come un motore in cui l’alternatore si rifiuta l’amperaggio necessario. È un vero peccato sentire questa sensazione per l’intera durata dello show, essendo coscienti che potrebbero buttare giù l’intero locale se solo giocassero di forza. Raramente si nota un bagliore in lontananza, ma dura davvero troppo poco per impressionare la retina in modo permanente e colpire il cuore.
Dovevano essere un carro armato a pieno regime, invece abbiamo visto un trattore al minimo della potenza, e con due ruote sgonfie, su tutte quella di Tom Davies al basso.
Articolo del
26/02/2010 -
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