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I Lacuna Coil arrivano a Roma in una giornata fredda e non molto fortunata. Il pubblico all’ingresso dell’Atlantico Live non è tanto quanto ci si aspettava, ma i Lacuna Coil, nonostante gli anni, risultano essere sempre una band che ha i numeri per rimanere in vetta alle preferite nel panorama gothic metal italiano, anche se parte del pubblico non ci sembra proprio appartenere al genere. Il successo dei Lacuna Coil si lega soprattutto ai loro primi album, che sono rimasti nei cuori di molti dei presenti della vecchia guardia; mentre l’ultima parte della loro produzione è entrata in circolo in un pubblico molto diverso, quei giovani che sono arrivati fino all’Atlantico e sono in numero sicuramente maggiore. Cristina Scabbia rimane una figura fondamentale per questo gruppo; la sua voce, il suo physique du rôle, nonostante i suoi 37 anni (che non dimostra affatto!), creano l’effetto beauty and the beasts tanto caro alla scena gothic metal e che affascina ancora senza limiti di tempo.
I Lacuna Coil nel loro ultimo lavoro, intitolato Shallow Life, sembrano piuttosto cambiati, la voce di Cristina è sempre in ottima forma e duetta bene con la sua controparte maschile, anche se le linee melodiche sono divenute più ammiccanti, strizzando l’occhio al crossover e all’electro-pop che si percepisce chiaramente come una nuova entità rispetto alla vecchia produzione in pezzi come I Like It o I Won’t Tell You, mentre ci ricordano più i vecchi Lacuna in brani come Spellbound. Nei loro concerti c’è comunque spazio anche per il loro passato musicale, i Lacuna eseguono brani che sono rimasti nella storia della musica alternativa italiana e che hanno fatto la loro fortuna, portandoli a sopravvivere a molti dei loro contemporanei.
Nel loro tour europeo questa band italiana si afferma come una delle poche buone proposte che il nostro paese riesce ad esportare e affermare su un mercato saturo di ottime offerte, come quello estero. Probabilmente i Lacuna hanno capito, prima di altri, che non bisognava cristallizzarsi e chiudersi nei limiti di un genere per nostalgici, ma che, come evolve la vita, evolve anche la musica, e, anche se si perde parte del vecchio pubblico, se ne conquista uno tutto nuovo, fresco e pronto a scatenarsi sotto al palco, come ha dimostrato questa sera il pubblico romano.
Articolo del
08/03/2010 -
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