Può darsi che Mac DeMarco non avesse tutta questa voglia di far uscire un nuovo album o, semplicemente, l’intento di Here Comes the Cowboy fosse da subito proprio di risultare un po’ scomodo e a tratti fastidioso. La verità come sempre sta nel mezzo e come ormai sappiamo bene, il cantautore canadese da sempre ci ha abituati alla non convenzionalità e, anche se per altri aspetti, anche quest’ultimo lavoro non fa eccezione.
Here Comes the Cowboy arriva in un momento in cui la musica country sta vivendo una seconda rinascita e numerosi artisti rievocano orgogliosamente la cultura cowboy tanto da farla diventare mainstream. Anche DeMarco ha definito questo come il suo "disco da cowboy", spiegando che invece di virare verso il sempre più popolare stile yeehaw, ha deciso di utilizzare la parola cowboy semplicemente come vezzeggiativo che usa spesso per definirsi e definire le persone per cui prova affetto.
L'idea sulla vita da cowboy sembra ruotare attorno ad un sconcertante semplicità cartoonistica, come per la prima traccia dell’album: tre minuti che trascinano in modo anonimo la ripetizione ad oltranza delle sole parole "Here Comes the Cowboy", su note immutabili. "Choo Choo" funziona allo stesso modo, appoggiandosi su un riff funk che invece di svilupparsi, si adagia su piagnucolii di choo choo e fischi di treni immaginari che però, a differenza del primo brano, danno fascino e personalità al brano.
L’album ripercorre un terreno familiare con "Nobody", mantenendo l'approccio meticoloso che ha così ben funzionato in passato, giocando senza sacrificare la sofisticazione. Allo stesso modo, "On the Square" canalizza le parti migliori dell’ossessione del cantautore per gli anni '70, mentre "K" tira fuori il suo lato malinconico espresso in una dolce serenata, canzone d'amore completamente in acustico.
Negli album precedenti, Mac non ha mai mancato di rivelare nuove e sorprendenti complessità, superando lo stereotipo legato alla sua immagine goofy&shabby, affinando col tempo un suono spiccatamente personale disteso, ma mai del tutto addormentato. Su “Here Comes the Cowboy” tuttavia, appare in modo troppo accentuato dormiente, inattivo. Le sue canzoni, rassomigliano ad un miscuglio di colori su una tavolozza un po’ confusionaria, per sua fortuna però ci sono anche guizzi e sfumature di creatività, fatte di testi strazianti, strumenti vivaci, pacate linee di basso e tranquille melodie vocali accompagnate da semplici percussioni, il tutto espresso con cura e senso di libertà.
Questo album ha poche increspature, ciononostante ogni tanto si percepisce la presenza degli elementi grezzi che ci hanno fatto innamorare dello stile del cantautore canadese. Lasciandoci alle spalle le inebrianti riflessioni di This Old Dog, questa volta DeMarco ha deciso di divertirsi (da solo) giocando con complessità e frivolezza allo stesso tempo. "È un peccato lamentarsi, ora che tutti i nostri ieri sono passati", canta su "All of Our Yesterdays”, e a questo punto non possiamo far altro che dargli ascolto e fidarci, sperando che il “domani” ci riservi un nuovo album del canadese folle che tanto ci piace
Mac Demarco – Here Comes the Cowboy
Tracklist 1.Here Comes The Cowboy 2. Nobody 3. Finally Alone 4. Little Dogs March 5. Preoccupied 6. Choo Choo 7. K 8. Heart to Heart 9. Hey Cowgirl 10. On the Square 11. All of Our Yesterdays 12. Skyless Moon 13. Baby Bye Bye
Articolo del
17/05/2019 -
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