Superare la morte, rialzarsi e riprendere in mano le redini della propria vita dopo il profondo baratro oscuro che la depressione e l’abuso di sostanze comporta.
Taylor Momsen ci è riuscita, con forza, determinazione e coraggio. Sembra quasi una vita fa quando la giovane di Saint Louis compiva i primi passi nello sfavillante mondo cinematografico hollywoodiano, facendosi notare soprattutto per i ruoli interpretati nel film Il Grinch e nella serie tv Gossip Girl. Personalmente la ricorderò sempre come la giovane ed ingenua fidanzata di Alex, protagonista di quel piccolo capolavoro che è “Paranoid Park” di Gus Van Sant. Poi la vita che corre veloce, con la Momsen che decide di abbandonare del tutto la recitazione per gettarsi a capofitto in quella che da sempre era stata la sua vera passione: la musica.
Profondamente ispirata fin dall’adolescenza dalla musica di Chris Cornell e dei Soundgarden, Taylor si trovava proprio in tour con lui ed il suo gruppo quando, il giorno dopo l’ultima data in cartellone a Detroit nel 2017 (era il 17 maggio), Cornell fu trovato morto suicida nel suo albergo. Fu un evento destabilizzante, che pose il primo grosso macigno di tenebra nel petto di Taylor e la spinse ad annullare tutte le seguenti date del tour dei The Pretty Reckless. Neanche un anno dopo l’oscurità tornò a bussare nel petto della giovane musicista, quando l’amico e produttore Kato Khandwala morì in un terribile incidente motociclistico.
“Death By Rock And Roll”, uscito lo scorso 12 febbraio 2021 per Century Media Records (l’ultimo album, Who You Selling For, risale al 2016), è stato il suo rituale catartico volto a superare l’ineluttabilità di un evento implacabile e definitivo come la morte. Una vera e propria rinascita personale attraverso il rock per un album che ha tutte le carte in tavola per conquistare ed avvincere gli appassionati del genere. La sensuale foto in copertina (che all’interno del disco in edizione fisica, sia cd che vinile, si sviluppa in modo ancor più esplicito) riesce a sintetizzare bene la volontà esorcizzante di questo disco, attraverso una messa a nudo (letteralmente) del corpo di Taylor Momsen in posizione fetale su di una lapide.
Il disco si apre con la title track, introdotta proprio dai passi dell’amico Kato, e la voce della Momsen a seguire:
“Jenny died of suicide With a candle burnin' in her eye But on my tombstone when I go Just put "Death by rock and roll" John forgot what he was on But he broke the needle, dead and gone But on my tombstone when I go Just put "Death by rock and roll” – Death By Rock And Roll
Il brano è una chiara dichiarazione d’intenti, con i riff sostenuti e gli stop and go che donano dinamismo e grinta Ben Philips – chitarra, Jamie Perkins – batteria e Mark Damon – basso, sono infatti artefici di una prestazione eccellente fin da questo primo tassello della tracklist. Andando avanti nell’ascolto troviamo due brani, Only Love Can Save Me Now e And So It Went, i quali vedono anche i tre grandi ospiti di questa uscita discografica, ovvero Matt Cameron (chitarra) & Kim Thayil (Batteria) nel primo e Tom Morello (chitarra) nel secondo.
Musicisti straordinari che gli appassionati conosceranno bene, essendo stati tutti e tre parte integrante di band che hanno gravitato attorno alla figura di Chris Cornell, come i Soundgarden (Matt e Kim) e gli Audioslave (Morello). Entrambi i brani sono tra le gemme dell’album e mettono in luce ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno, l’estro creativo di questi grandi artisti, capaci di enfatizzare la vena sovversiva e di ribellione che questi veri e propri inni rock simboleggiano.
“From the sound, the sound The world is spitting out Only love can save me now Gone so down, lost is all I found Only love, love, love can save me now” – Only Love Can Save Me Now
Non ci sono cali significativi nella qualità dei pezzi, anche laddove il ritmo rallenta e si segue la via della ballad (Got So High, Standing At The Wall, 25, Rock And Roll Heaven), è impossibile non rimanere coinvolti dalle soluzioni stilistiche e di produzione adottate. Non vi è difatti solo una forte componente hard rock a comporre l’ossatura ed i muscoli di Death By Rock And Roll, ma anche tante piccole e grandi influenze country e blues, le quali vanno a sfumare la ruvidezza di fondo colorandone gli invisibili confini.
“Freedom found me when I first heard The Beatles sing Music surroundin' me, the church bells start to ring I stole my daddy's vinyl and burned that needle out Jimi, Janis and Morrison, a garden full of sound I sold my car for an old guitar and set out on the road My mama cried as she waved goodbye, prayin' for my soul” – Rock And Roll Heaven
La chiusura è affidata ad Harley Darling, un bell’epitaffio che si apre con un breve e malinconico solo d’armonica. E’ il brano emozionato (ed emozionante) che Taylor Momsen dedica all’amico scomparso Kato Khandwala, e, se nell’iniziale Death By Rock And Roll questo era stato fatto tramite il suono di alcuni suoi passi, qui c’è il rombo in sottofondo di una moto a guidare questa ultima corsa verso la luce e la libertà.
Ad ascolto concluso la sensazione prevalente è quella di aver osservato la rinascita di una fenice, risorta dopo anni in cui il suo corpo e la sua mente erano dispersi in un limbo oscuro, come frammenti di cenere in un braciere assopitosi da tempo immemore. Sicuramente uno degli album rock di punta di questi primi mesi del 2021.
Articolo del
23/02/2021 -
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