Prodotto da Phil Odom è uscito This Movie Sucks secondo album dei Durry, con un sound variegato, ampliato rispetto al primo album del duo, Suburban Legend (2023), un viaggio musicale con uno stile oscillante fra il punk melodico e l’indie rock, dove i temi trattati nei pezzi spaziano fra la tossicità di internet e il ricordo di chi se ne è andato, dal vedere la propria vita come un film mal riuscito alla consapevolezza della banalità di molte azioni quotidiane. Un piccolo capolavoro di freschezza musicale, che stupisce per la grande maturità delle liriche che impongono all’ascoltatore temi tremendamente attuali: da ascoltare e meditare
Dodici pezzi che trasmettono all’ascoltatore il senso dell’urgenza dei messaggi racchiusi nei testi, in alcuni momenti resi quasi parossistici dai ritmi rapidi e sostenuti.
Il duo Durry è costituito da Austin Durry e dalla sorella Taryn.
Nel momento in cui il mondo intero si bloccava per la pandemia COVID i due fratelli si sono rifugiati nella cantina della casa d’infanzia iniziando a fare musica insieme arrivando al successo con il pezzo "Who's Laughing Now" dopo la pubblicazione di una demo su TikTok, procedendo poi con il loro album di debutto, “Suburban Legend”, costituito da dodici pezzi ben assemblati e coerenti.
Questa volta il risultato, dal punto di vista qualitativo della produzione musicale, è superiore al precedente.
“Bully”, il primo pezzo, è trascinante per il ritmo dato dalla cassa e dalla chitarra, ma anche per le liriche, e parla all’ascoltatore della natura tossica di internet, utilizzando un tono fra il sarcastico e l’umoristico, con un senso di urgenza, dato sempre dalla chitarra e dalla batteria, ma anche dalla voce esasperata, che si ritrova anche nel pezzo successivo “Monopoly Money”, il cui testo parla di disuguaglianza sociale.
Brillante “Porcupine”, preceduto dalla title track “This Movie Sucks” che richiama in effetti uno stile cinematografico, grazie anche all’uso sapiente dei suoni di organo a transistor detuned che poi lasciano il campo alla voce di Austin che parla del diffuso senso di fallimento, ma anche della continua voglia di riuscire a superarlo, aprendo così una finestra su quella modernità liquida che è divenuta la realtà quotidiana della società odierna.
Il rapidissimo e martellante “Start a Band” è un brano energico, sprizzante energia, sull’esperienza eccitante di costituire una band, totalmente diverso, per stile e per argomento, da "idk i just work here" che invece riesce bene a racchiudere il senso di frustrazione di chi sacrifica se stesso a un sistema al quale niente importa del singolo e delle sue aspirazioni.
Fra lo struggente e il disperato “The Long Goodbye”, cantato dai due fratelli su un semplice ma efficace accompagnamento di chitarra in stile country, narra del sentirsi prigionieri in una situazione di vita sempre uguale, inseguendo un sogno che non si avvererà mai, ma dando comunque alla vita un valore anche se la stessa è solo un lungo addio dal giorno in cui siamo nati (“From the day we were born // 'Til the day that we die // It's all just a long goodbye” (Dal giorno in cui siamo nati // Fino al giorno in cui moriremo // È tutto solo un lungo addio”).
Complessivamente l’album è un piccolo capolavoro di freschezza musicale, che stupisce per la grande maturità delle liriche che impongono all’ascoltatore temi tremendamente attuali: da ascoltare e meditare.
TRACKLIST 1. Bully 2. Monopoly Money 3. This Movie Sucks 4. Porcupine 5. More Dumb 6. Start a Band 7. Wannabe 8. Polaroid 9. idk i just work here 10. Good Grief 11. The Long Goodbye 12. Slug Bug
Articolo del
26/07/2025 -
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