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Povero Johnny Borrell, la sua carriera solista stenta a decollare. In effetti ci eravamo accorti che qualcosa stava andando storto presenziando alla sua data all’Atlantico Live di Roma lo scorso 17 ottobre. Incredibile ma vero, a dare credito alla versione solista dell’ex leader nonché volto dei Razorlight saremo stati non più di una cinquantina. Che poi, va anche detto che Borrell ha imboccato una nuova direzione, completamente diversa dalla precedente (il brit-rock alla Libertines) insieme al trio Zazou, fatto di tastiere vintage, percussioni e assoli di sax per canzoni in cui echi latini si fondono con un’attitudine bohemiènne. Una bella sterzata, insomma. A luci spente, però, si è trattato di un concerto ingiudicabile, come quelle partite di calcio che si svolgono a porte chiuse in un’atmosfera spettrale. Da segnalare, in definitiva, ci sono state solo il (bel) singolo Pan-european Super Model Song e una brillante cover del gospel dylaniano Man Gave Names To All The Animals (dal primo disco di Dylan da “cristiano rinato”, Slow Train Coming del ’79).
Il fatto è che non si è trattato solo di un concerto andato male (e lontano anni luce dalle oceaniche folle richiamate dal suo vecchio amico/rivale del primo decennio del Millennio Pete Doherty): anche l’album solista pubblicato da Borrell a fine estate, Borrell1 prodotto nientemeno che da Trevor Horn (Buggles, Yes, Frankie Goes To Hollywood, ecc.) ha fatto un tonfo colossale: solo 594 copie vendute nella prima settimana di pubblicazione, una specie di record (negativo) per uno che sembrava avviato a diventare una grossa star come Johnny Borrell.
Lui, però, intervistato in questi giorni da Drowned In Sound, non sembra (in apparenza) essersela presa più di tanto: “Viene sentito e apprezzato da quanta gente è possibile!”, ha detto, “E se si tratta di 500 persone, sono 500 persone. Se quelle 500 persone sono abbastanza aperte in questo momento per sentire questo disco, allora è fottutamente fantastico, amico!” “A livello personale”, ha aggiunto, “Sento di aver nuovamente instaurato una connessione con la scrittura di canzoni. E preferisco suonare davanti a 80 persone che sono abbastanza sintonizzate, e abbastanza prive di pregiudizi, che capiscono cosa sta accadendo in questo momento con questa band, piuttosto che suonare di fronte a 80.000 persone che ci sono soltanto perché si tratta del CD che va di moda quest’anno o quel che sia”.
Johnny Borrell, insomma, non sembra avere intenzione di mollare, ed è probabile a questo punto che arrivi prima o poi anche un Borrell2. Intanto, però, l’NME ha riportato, ironicamente, un comunicato della Stiff Records da cui risulta che il disco solista dell’ex-Razorlight al momento è "il 15.678mo album dell’anno in termini di vendite.[…] Per ora abbiamo realizzato lo 0.00015 per cento delle vendite di 21 di Adele (uno dei best seller del 2013, ndr)".
Articolo del
13/11/2013 -
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