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Scott Asheton, conosciuto anche come “Rock Action”, il leggendario batterista degli Stooges, è morto ieri domenica 16 marzo 2014 a Miami, dove si era trasferito insieme alla sua famiglia qualche anno fa. Aveva 64 anni d’età e si era riunito al gruppo nel mese di aprile del 2003 in occasione del Festival di Coachella, in California. Art Collins, che era allora il manager di Iggy Pop, era riuscito a far scoppiare la pace fra Iggy, protagonista di una carriera solista formidabile e ben avviata, e i fratelli Ron e Scott Asheton, rispettivamente il chitarrista e il batterista della prima edizione degli Stooges, quella che aveva avuto inizio ad Ann Arbour, Detroit nel 1967.
Dopo aver pubblicato The Stooges (1968), Funhouse (1970) e Raw Power (1973), album fondamentali nella storia del rock , il gruppo si sciolse nel 1974, a causa di contrasti interni, di una cattiva gestione artistica e di un pessimo stato psicofisico di suoi componenti, che avevano esagerato con la droga. Iggy si fece ricoverare in una clinica specializzata per poi ricominciare come artista solista nel 1977 in sodalizio con David Bowie. Scott Asheton invece si unì alla Sonic’s Rendez Vous Band di Scott Morgan e di Fred Sonic Smith (ex Mc5) con la quale realizzò dei live actCity Slang. Il gruppo, molto apprezzato dai seguaci del Detroit Rock Sound, non ricevette una risposta adeguata sul piano commerciale e si sciolse nel 1980. Scott Asheton riapparve sulle scene qualche anno più tardi, grazie all’intervento di J Mascis, il chitarrista dei Dinosaur Jr. che volle Scott e suo fratello Ron per incidere alcuni vecchi brani degli Stooges. La nuova band, composta anche da Mike Watt dei Minutemen, al basso, decise di chiamarsi Wylde Rattz ed è sotto questo nome che compare nei crediti della colonna sonora di Velvet Goldmine, il film di Todd Haynes del 1988. Scott Asheton tornò a pubblicare qualcosa come The Stooges più tardi nel 2007, su The Weirdness, anche se prima aveva partecipato alla registrazione di alcuni brani di Skull Ring, disco solo di Iggy Pop. Nel mese di gennaio del 2009 Scott perse suo fratello Ron, morto in solitudine, di notte, sdraiato sul suo divano di casa, ad Ann Arbour, a causa di un attacco di cuore. Ma poi nella primavera dello stesso anno Scott decise di ripartire comunque in tour nella nuova line up di Iggy & The Stooges, che comprendeva questa volta anche James Williamson. Nell’estate del 2011 però, dopo un concerto in Francia, Scott Asheton fu colpito da un malore durante il volo che portava la band a Londra. Immediatamente soccorso e operato d’urgenza, i medici riuscirono a salvargli la vita, ma lui fu costretto ad abbandonare momentaneamente il gruppo, sostituito da Larry Mullins, ex Trolls di Iggy Pop. Due anni di lunga convalescenza nella sua casa di Miami, dove viveva con sua moglie Elizabeth e con sua figlia Leanna, ma il ritorno alla sua attività di musicista veniva continuamente rimandato.
Apprendiamo ora che in verità Scott non si era mai ripreso del tutto dal suo male. Ho ricevuto pochi minuti fa un messaggio da Henry Mc Groggan, l’attuale manager degli Stooges che mi ha scritto: “Giancarlo, it’s devastating news. We are all so sad. Thanks for your thoughts”. Poco prima era stato lo stesso Iggy Pop ad annunciare sulla rete la morte del fraterno amico Scott con queste parole: “My dear friend Scott Asheton passed away last night. Scott was a great artist, I have never heard anyone play the drums with more meaning than Scott Asheton. He was like my brother. He and Ron have left a huge legacy to the world. The Asheton's have always been and continue to be a second family to me. My thoughts are with his sister Kathy, his wife Liz and his daughter Leanna, who was the light of his life.“
Avevo incontrato Scott Asheton due volte: dopo il concerto con gli Stooges che si svolse al Yellow Party di Melpignano, vicino Lecce, in Puglia, nel 2005 e prima dello show degli Stooges e degli ZZ Top a Monaco Montecarlo, nel 2010. Una persona schiva, silenziosa, che parlava solo attraverso la sua musica, un uomo assolutamente lontano dalla mondanità al punto da preferire la pizza al taglio - servita su una confezione di cartone nel backstage - alla cena piena di V.I.P. organizzata in onore degli Stooges dalla Melting Pot dopo il live act di Melpignano. Aveva appena abbozzato un sorriso quando gli ho chiesto se era stato proprio lui a scrivere Rock Action, una outtake di Raw Power, un brano di cui era orgoglioso, e che ne determinò il suo nickname. Poi avevamo parlato d’altro, dell’architettura del convento di Sant’Agostino, invece di perderci nel fragore delle risate e nel vuoto delle parole di quanti si accalcavano fra i tavoli nella sala ristorante.
Scott Asheton non nasceva musicista, non possedeva la preparazione tecnica di un batterista: lo è diventato suonando con gli Stooges, e da allora in poi ha perfezionato ogni volta di più quella folgorante miscela di blues bianco, heavy rock , elementi psichedelici, danza tribale e free jazz che impose la band all’attenzione del mondo intero. Ascoltate il beat cadenzato e pesante di brani come Down On The Street, Dirt o We Will Fall: sono la sua dichiarazione di intenti, sono la testimonianza di una vita volutamente ostile alle luci della ribalta e alle falsità dello showbiz. Scott è andato a raggiungere non so bene dove suo fratello Ron: non saranno dimenticati.
(La foto di Scott Asheton e Iggy Pop a Montecarlo è di Giancarlo De Chirico)
Articolo del
17/03/2014 -
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