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Si è conclusa martedì 21 ottobre la prima tappa della italiana “road” percorsa per presentare il nuovo libro scritto da chi di “viaggi nella musica” ne sa abbastanza: Ezio Guaitamacchi (non c’è bisogno di presentazioni) che con 'La storia del Rock' (Hoepli editore, prefazione di Renzo Arbore) parcheggia la maggiolina hippie “Lilli” ispirata alla Porsche della Joplin nel cuore della Dolce Vita e, tra fausti più psichedelici riverberanti le metalliche corde della mega-chitarra “The Fool”, irrompe nel ristorante-museo più ‘chitarroso’ del pianeta. Sarà la “function room” e gli immortali volti dei rocker più illustri del dipinto dell’”Ultima cena del Rock” ad accoglierci ed accompagnarci per tutta la durata dello spettacolo: ebbene sì, di vero show si tratta e lo spirito è tutt’altro che infausto…
Sembriamo catapultati in una sconfinata lezione sulla storia del rock all’interno di quell’”Università del Pop” tanto cara a Rob Fleming. Nessuna gerarchia, nessuna regola, nessun schema. Per dirla con il personaggio di Norby: “c’è tutto un mondo, qui, un mondo più bello, più sporco, più violento, più pacifico, più colorato, più aereo, più pericoloso, più amoroso […] qui ci sono la storia, e la geografia, e la poesia [...]
“Non sono in vendita le mie chitarre…Solo Teresa de Sio, ma a carissimo prezzo”, esordisce così il direttore di JAM che, insieme alla cantautrice folk (la sua massima “il folk è il rock del popolo” riecheggia ancora dolcemente nelle nostre coscienze, più che orecchie) e il moderatore del dibattito Luca Valtorta de La Repubblica, non fa tanti giri di parole e va dritto al punto, centrando con una domanda (e la conseguente risposta) la dimensione chiave della serata-evento: “Che cos’è il rock? E’ una forma di opera d’arte. POPOLARE”. Rock come espressione d’uomo quindi, popolare come la sua evoluzione, immortale perché se ne parlerà in tutte le età e per tutte le età (perché diciamocelo, dove c’è Amore non c’è età). Così ci si concentra sull’origine del tutto, sul mito del principio primo creatore ed ispiratore, quel 5 luglio 1954 in cui Elvis incise il suo primo 45 giri, ma anche sull’ultimo grande momento del Rock’n’Roll stricto sensu: il grunge che si fece mainstream generando l’embrione che avrebbe arricchito il fitto miometrio del rock di strutture vasali sanguigne, nervose, proprio come quelle dell’uomo, del popolo. Di spirito popolare parlando, si riflette tutt’insieme sul Prog italiano datato 70’s quale unico ed autentico momento della compagine rock nella sua accezione generale, si rammenta il festival “Just Like A Woman” tutto al femminile e tutto incentrato sul superamento degli ostacoli per le donne volenterose di affermarsi nell’universo rock, si riconosce l’importanza della “Notte della Taranta” di Melpignano quale unico e riuscito esempio di festival italiano, data la collaborazione paritaria di artisti nazionali ed internazionali.
Ma una frase di Guaitamacchi spianerà la strada alla considerazione più nobile: “Noi possiamo vedere Bob Dylan sul palco. E’ Shakespeare. EVEN MORE”. Ed eccolo apparire sullo schermo, ecco entrare Brunella Boschetti Venturi, ecco vedere Ezio afferrare la chitarra e l’artista Carlo Montana prendere il pennello ed iniziare a sporcare la sua ‘foxy lady’ con sfumature rock mai viste prima. “Claudio Rocchi, questa cosa è per te, wherever you are” grida il maestro Guaitamacchi… Il resto è storia di classici rivisitati in chiave unplugged, ma soprattutto rianimati dall’irrompente timbrica della Venturi: da Bob Dylan (Like A Rolling Stone) agli Stones (Brown Sugar), da Cohen (La famosa Hallelujah scritta tutta d’un fiato ) ai Talking Heads (Psycho Killer), anche i vigili sguardi dei nostri miti sullo sfondo parevano tremare…
Il maggiolone di Ezio Guaitamacchi parcheggerà di fronte agli Hard Rock Cafe di Firenze (giovedì 30 ottobre con Giancarlo Passarella e Gianni Maroccolo) e Venezia (venerdì 7 novembre). Andate e prendetene (dei suoi libri) tutti, sorprendetevi per le innumerevoli (più di 200) quotes, parlatene…Noi di quella che è “l’opera mai realizzata prima, che ci voleva in questo periodo storico” (per citare Luca Valtorta) ne parleremo in specifico a breve.
Are you experienced?
(La foto è di proprietà del @Hard Rock Cafe).
Articolo del
23/10/2014 -
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