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La notizia ha iniziato a propagarsi di prima mattina, poi sono arrivate le prime impietose conferme: Pino Daniele è morto nella notte fra domenica e lunedì, stroncato da un infarto. Il bluesman napoletano si è sentito male nella sua casa di campagna in Toscana. Subito trasportato a Roma, Pino Daniele è morto all'ospedale Sant'Eugenio, dove è giunto nella notte in condizioni disperate. Il musicista è stato intubato ma da subito la situazione è apparsa troppo grave.
Ci lascia quindi all'improvviso, dopo i sold-out del tour autunnale per celebrare il suo capolavoro del 1980 'Nero a metà', uno dei maggiori artisti italiani di sempre. Un ragazzone dal talento cristallino, gran chitarrista, che riuscì nell'impresa di fondere mirabilmente il cantautorato, il blues e la napoletanità. Piange il mondo della musica e si strugge, soprattutto, Napoli, dove il sindaco ha già annunciato una giornata di lutto cittadino: Pino Daniele era indubbiamente il suo figlio in assoluto più amato, dalle vecchie come dalle nuove generazioni.
Tantissime le sue canzoni indimenticabili, da “Napule é” e “Terra mia” a “Tazzulella ‘e café”, “Je so? pazzo”, “Quanno Chiove”, “Yes I Know my Way”, e ancora decine e decine di altri suoi brani.
Con Pino Daniele se ne va non solo un artista e un musicista ma anche un simbolo, di Napoli e di tutto un periodo storico-musicale. Pino Daniele era - ed è - insostituibile: ce ne stiamo accorgendo in queste ore. Ecco come si definiva lui stesso sul suo sito ufficiale: ''Il nero a metà, l'americano della nuova Napoli che sognava di veder passare la 'nuttata', il mascalzone latino, il Lazzaro felice, l'uomo in blues, il musicante on the road, il neomadrigalista, cantautore che negli anni in cui dominava il messaggio non mise mai in secondo piano la musica, pur avendo cose da dire, e che cose''.
E che cose.
Articolo del
05/01/2015 -
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