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The Stooges
Ci ha lasciato Steve Mackay, il leggendario sassofonista degli Stooges di Iggy Pop
12/10/2015
di
Giancarlo De Chirico
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Sapevamo da diverse settimane che Steve Mackay, il leggendario sassofonista degli Stooges, il musicista a cui si deve la chiave jazzata dei brani della seconda facciata di 'Funhouse', era ricoverato in ospedale a San Francisco per combattere le conseguenze di una brutta setticemia. Eravamo informati anche del fatto che si stavano raccogliendo fondi per sostenere le spese e la qualità delle cure. Pensavamo potesse farcela e invece domenica pomeriggio è arrivata la triste notizia. Steve se ne è andato a soli 66 anni d’età lasciando un vuoto incolmabile in quanti lo hanno conosciuto sia come musicista che come amico.
Era nato a Grand Rapids nel Michigan e al College si era incontrato con Iggy Pop. All’epoca Steve suonava con i Carnal Kitchen ma Iggy - che lo ammirava molto - lo convinse ben presto ad unirsi agli Stooges che stavano registrano il loro secondo album. Era il 1970 e Iggy era molto affascinato dalle sonorità del free jazz di John Coltrane e di Charlie Parker. Il sax di Steve Mackay diede una impronta indelebile a brani come 1970 (I Feel Alright) e Funhouse che acquisirono una valenza straordinario, a metà strada fra sperimentalismo e provocazione uditiva. Non si era mai ascoltata qualcosa del genere nella musica rock in America. Quando poi la band - dopo l’incontro con David Bowie - si trasferì in Inghilterra e pubblicò 'Raw Power' con il nome Iggy & The Stooges, di Steve Mackay si persero le tracce. Tornò a far parte del gruppo nel 2007, in occasione delle registrazioni di 'The Weirdness' e da allora in poi lo abbiamo ascoltato e visto sul palco in tutti gli ultimi tour degli Stooges. Le vecchie canzoni del gruppo facevano spazio nei nuovi arrangiamenti al sax funambolico e letale di Steve che compare anche su 'Ready To Die', l’album di Iggy & The Stooges del 2013. Steve Mackay ha collaborato anche con Sonny Vincent dei Testors e ha fatto parte anche dei Blue Prostitutes dal 2005 al 2008 con i quali ha registrato un album che attualmente risulta introvabile. Se volete riascoltarlo come solista, allora procuratevi una copia di 'Sometimes Like This I Talk', un album del 2010 in cui compare anche - come special guest - Iggy Pop che si cela dietro lo pseudonimo di Ypsi Jim e canta su The Prisoner.
Avevamo scherzato con Steve prima del concerto al Castello Scaligero di Villafranca (Verona) proprio su alcuni dettagli del disco che aveva - secondo Pitchfork - “la peggiore copertina di tutti i tempi” . Lui ci rideva, non gliene importava proprio niente: pensava solo a fare buona musica, al free jazz, agli Stooges, in particolare all’amico Mike Watt con cui aveva collaborato in diverse occasioni.
Questo il ricordo di Iggy Pop non appena è stato raggiunto dalla triste notizia: “Steve rappresentava molto bene la generazione americane di fine anni Sessanta. Era molto disponibile e generoso nei confronti di chiunque entrasse in contatto con lui. Ogni volta poi che soffiava dentro il suo sassofono, quel suono illuminava la mia strada e dava luce al mondo intero. E’ stato un onore averlo nel mio gruppo e lui è stato un orgoglio per tutta la sua generazione. Conoscerlo voleva dire volergli bene”.
(Nella foto: Steve Mackay e Giancarlo De Chirico)
Articolo del
12/10/2015 -
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