(nella foto "Satiri")
La XVII edizione di Equilibrio, il festival di danza contemporanea curato dalla Fondazione Musica per Roma, con il sostegno del Ministero della Cultura – Direzione Generale Spettacolo, sarà trasmesso dal 7 fino al 25 febbraio a Roma. Nel ricco programma di Equilibrio 2023 spunta anche il nome dell’eccellente coregrafo italiano Virgilio Sieni che con la sua compagnia fondata nel 1992 ha presentato due nuove produzioni. Il primo spettacolo intitolato “Le tue labbra - Sul Cantico” si è svolto giovedì 9 febbraio presso il Teatro Studio Borgna un ampio spazio all’interno dell’Auditorium Parco della Musica – Ennio Morricone mentre l’altro balletto “Satiri”, in collaborazione con ORBITA / Spellbound Centro Nazionale di Produzione della Danza, è andato in scena il giorno successivo presso il Teatro Palladium nel cuore della Garbatella.
“Le tue labbra – Sul Cantico”
“Odori, sguardi ravvicinati, luci notturne, rumori e richiami e ancora torsioni, occhi contro occhi, pupille che si guardano, braccia che si aprono, rannicchiamenti repentini, passi che arrivano alla porta: un atlante di posture notturne tra la terra, le dune, sotto un riparo, nel primitivo spazio della luce” così il coreografo fiorentino dipinge questa particolare performance.
Il palco è molto largo, spoglio di orpelli decorativi, essenziale. Perciò l’attenzione del pubblico è focalizzata su Claudia Caldarano e Maurizio Giunti, entrambi membri della compagnia, i quali recitano piuttosto che danzano coadiuvati dal musicista Daniele Roccato al contrabasso. È il corpo nella sua totale fisicità ad essere il vero protagonista. I due danzatori giovani, snelli e completamente nudi, indossano solo una culotte trasparente, sono di schiena, immobili per la maggior parte della recita, solo in pochi momenti emergono dall’oscurità accennando un breve linguaggio coreografico. Nel corso della perfomance della durata di cinquanta minuti si scambiano gesti lenti e controllati si sfiorano, si abbracciano ma soprattutto esplorano una mappa sensibile di loro stessi attraverso la relazione di coppia proprio come se fossero due amanti. La coreografia procede per rimbalzi, risonanze, riprese, incrinature che disegnano una rappresentazione emotiva, profonda ma completamente scebra di tecnica. Un punto a favore è certamente rivolto alla maturità artistica e alla presenza scenica dei due performer che hanno interpretato egregiamente questa danza donando allo spettacolo un po’ di sostanza. Tuttavia la platea ha accolto la fine dello spettacolo con un applauso tiedipo. La maestosità della danza contemporanea che è soprattutto ricerca, esplorazione di un movimento, oltre il semplice gesto, qui non è stata del tutto valorizzata piuttosto sacrificata e talvolta nascosta.
“Satiri”
In questa seconda rappresentazione torna in scena il talentuoso ballerino Maurizio Giunti che insieme al collega Jari Boldrini hanno portato in scena una grande interpretazione artistica grazie anche alla vocalità e musicalità della violoncellista Naomi Berrill che ha eseguito dal vivo la splendida Suite n. 3 in Do Maggiore di Johann Sebastian Bach.
“Il Satiro, come ci dice Nietzsche ne La nascita della Tragedia (1872) e per richiamo sapienziale Giorgio Colli ne La nascita della filosofia (1975), potrebbe essere colui che getta lo sguardo nell’abisso dicendo sì alla vita: non la notte ma la sua primavera” chiosa Virgilio Sieni a proposito di questo balletto.
I due prestanti ballerini – Maurizio Giunti per buona parte della coreografia ha indossato un copri capo con una testa di animale – presentano una danza vigorosa, poetica e intensa in cui emerge un gesto simile, adiacente e simmetrico. Si muovono attraverso una ricca plasticità difforme, i movimenti sono rapidi intervallati da immediate sospensioni, l’esecuzione è fluida e convincente. Come nel precedente spettacolo anche qui la scenografia è povera dunque l’attenzione è prettamente rivolta al passo a due interpretato dai due performer, i cui corpi trasmettono un crogiuolo di emozioni.
Nel corso della performance della durata di cinquanta minuti il linguaggio coreografico si rivela dinamico, forte ed ogni singolo elemento tecnico è ben eseguito. L’empatia che si avverte sul palco dona ancora più pathos all’esibizione. La danza è ascolto del corpo, del respiro, del ritmo, dello spazio e del processo creativo, come anche delle reazioni che si creano all’interno e all’esterno del ballerino. In questa occasione movimento, luce, voce e suono si sono intrecciati in modo eccellente portando l’osservatore esterno altrove. Questo viaggio mistico sospeso tra sogno ed estasi si è rivelato a dir poco emozionante.