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All’Atomic Bar di Milano abbiamo incontrato “The Electric Diorama” in occasione della presentazione del nuovo album “Rockin’ Rollin’ Super Sonic”
Coma va la promozione? E’ un percorso arduo ma siamo preparati. Per ora va bene, è appena iniziata, abbiamo 3 live di presentazione del disco a Vicenza, Roma e Milano (Filaforum) il 16 ottobre, in una saletta ovviamente non nel palazzetto. In realtà è iniziato tutto in modo casuale, abbiamo presentato oggi il pezzo in anteprima a TRL live quest’estate perché loro ci hanno chiamato dicendo “venite!”, dopo la nostra collaborazione con i Vanilla Sky a Pescara quindi abbiamo presentato il singolo un mese prima di quanto previsto. E’ andata bene direi proprio perché la nostra dimensione è quella dal vivo e non vogliamo abituarci al playback. Abbiamo anche avuto pressioni dalle major su per fare il disco in italiano ma usciamo in modo indipendente perché vogliamo fare quello in cui crediamo
Si può vivere di musica oggi, c’è spazio per la musica indipendente? La differenza è tra quello che è bello e quello che non è bello. Viviamo in un paese dove c’è una minoranza di persone che riescono a capire se in un gruppo sconosciuto c’è della qualità, i critici più severi sono quelli per cui suoni al live, dai 14 ai 30. C’è spazio per le persone che suonano in Italia, anche se sono triplicate negli ultimi 10 anni, è diventata moda suonare, ma finche ci sono persone che hanno gusto lo spazio ci sarà sempre. E’ vero c’è poco spazio per vivere di musica,ma il grande entusiasmo per i nostri progetti ci fa superare i problemi. Non abbiamo obiettivi fissati, procediamo gradino dopo gradino. Sappiamo che i dischi non si vendono e allora li regaliamo, che i concerti non si possono pagare tanto e quindi stabiliamo prezzi popolari. Se capita serata buca, e finora per fortuna ne sono capitate solo 2, rinunciamo al nostro cachet. Questo è quello che ci piace fare, fin dove possiamo arrivare arriviamo, quando non sarà più possibile smetteremo, non andremmo sul palco con materiale di cui non andiamo fieri.
Differenze tra il primo e secondo album? Sono due approcci completamente diversi. Il primo erano in origine 4 canzoni poi tramite conoscenze il disco è andato nei negozi e noi ancora non ci conoscevamo. Il secondo è stato composto dalla band. Ci siamo giurati che non avremmo fatto distinzioni di genere: il pezzo è bello o non è bello. Lo sentirai nel disco abbiamo pezzi di tutti i generi, con scrittura a getto, rock elettronico, hip hop, rock alternativo, funk, r&b, lenti.
Il disco in inglese, chi scrive i testi? Chi scrive il pezzo scrive anche i testi. Andrew Wade che ha collaborato per l’aspetto vocale ci ha aiutato molto dandoci uno spessore internazionale.
C’è anche una ricerca di commerciale? Il disco tiene conto delle esigenze di mercato? Noi siamo appassionati di musica commerciale. Può essere il caso di alcuni pezzi del disco ma non del singolo, molte persone l’hanno detto ma il singolo nasce durante 3 giorni in campagna passati insieme in allegria. È un pezzo che non è mai cantato, tutto parlato. Trasformare un pezzo così in un singolo per me è una soddisfazione, io non canto un secondo nel pezzo.
La produzione ha influito? La produzione è nostra. Ci abbiamo messo tantissimo a fare il disco, 2 anni. La fortuna di avere uno studio ci ha fatto stare a lungo sui brani fino ad ottenere il risultato voluto. Ti accorgerai con l’ascolto del disco quanto è spiazzante la varietà di generi. Un giorno ad esempio mi sono detto voglio scrivere un pezzo r&b alla Justin Timberlakee ho trovato subito l’entusiasmo degli altri della band, come per ogni nuova idea. È esattamente il disco che volevamo far uscire, la grande soddisfazione di un lavoro che a noi piace, forse più commerciale ma è il nostro gusto personale, quello che ci piace ascoltare e quello che siamo.
Come vi siete conosciuti? Io facevo il musicista addizionale coi Vanilla Sky, ero grande amico di Vincenzo. Mi ero appena lasciato con la mia ragazza avevo scritto un pezzo, (tutto parte dall’Emo) l’ho fatto sentire e così vari musicisti entusiasti del pezzi hanno voluto partecipare. Inizialmente pensavo ad un ep,poi ho sospeso il progetto. È venuto Dude (voce del gruppo) a fare i cori e suonare il basso e mi ha colpito. Un minuto dopo è arrivato il contratto discografico, un minuto dopo è arrivata l’agenzia di booking e in due mesi siamo diventati una band. Due mesi dopo stavamo a MTV. E’ venuto a sentirci Carlo Pastore ed è stato tutto un progresso inaspettato, fortissimo.
In bocca al lupo ragazzi Crepi il lupo!
Per quanto riguarda l’ascolto del nuovo disco rimandiamo alla recensione, il locale seppur simpatico era un po’ troppo rumoroso per permettere un giudizio sul nuovo lavoro della band che sembra comunque promettere molto bene.
Articolo del
23/10/2010 -
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