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La notizia è talmente calda da essere ancora fumante, ed è una di quelle che ti fanno gonfiare il petto tricolore, musicalmente parlando intendo: i The Record’s, trio bresciano con all’attivo due dischi uno più bello dell’ altro, sbarcano degli States col loro ultimo lavoro De Fauna et Flora acclamato dalla critica come uno dei migliori dischi nazionali del 2010. Lo faranno con un contratto in tasca con la Nat Geo Music Record Label ed una partecipazione al SXSW festival di Austin, uno dei più importanti del continente. Perciò l’essenza dell’ intervista non poteva che essere questa, alla quale vanno aggiunte un po’ di speranze, qualche curiosità del passato (vi consiglio di leggere la risposta sul dietro-le-quinte) e sul futuro prossimo, il tutto contornato dalla trepidazione e dalla voglia di spaccare il mondo che può avere una esperienza tale per una band sulla cresta dell’ onda, ma sempre composta da ragazzi poco più che trentenni. Ne parliamo con Pietro Paletti, basso e voce della band che ci ha aperto le porte del loro mondo.
In ultimo, un piccolo cambiamento di forma: il nome verrà accorciato in The R’s, ma continuerà a leggersi The Record’s.
Ciao Pietro, iniziamo con qualche domanda sul vostro ultimo lavoro: “De Fauna et Flora” è senza dubbio un disco italiano da esportazione per freschezza, attitudini, sonorità e qualità melodica. Ritornando un po’ indietro nel tempo, ci parli della sua nascita e sviluppo? L’embrione di ogni canzone di De Fauna et Flora nasce dall’esperienza singola mia e di Pier, io la fauna e lui la flora. Poi si sviluppa grazie all’apporto di tutti, in sala prove prima e in studio poi. La canzone finita è una creatura di tutti noi, ma ha una forte componente autobiografica.
Qualche dietro-le-quinte?
Un dietro alle quinte interessante? Senz’altro la data a Cesenatico appena prima che uscisse il disco: tornati in hotel siamo stati svegliati dalle urla di una donna incinta, che pretendeva di non esserlo, ma solo di avere un forte mal di stomaco. Ha partorito davanti a noi in piedi, mentre stavamo chiamando l’ambulanza. Il bimbo, ha rimbalzato sul suo cordone ombelicale per poi spezzarlo con il peso del secondo rimbalzo e finire per terra di testa. Il bimbo stava bene e pure la madre, che rifiutava comunque, oltre che la maternità del bimbo, il fatto di averlo veramente avuto! Pazzie da tour!
Vi siete ispirati a qualcosa in particolare?
Alla sopraccitata storia? No per fortuna! Come ti dicevo, i brani sono autobiografici. Sia io che Pier abbiamo affrontato un periodo molto importante, pieno di cambiamenti personali. Periodi bui che grazie allo sfogo della scrittura prendevano un sapore più dolce.
Ripartiamo da una intervista sempre per la nostra webzine fatta circa due anni fa in occasione dell’ uscita del vostro primo lavoro. Cosa è cambiato da allora?
Si cresce, beh, non necessariamente si matura, ma si cambia, e cambiano I gusti. Il bello è che sono cambiati parallelamente in maniera molto simile tra tutti noi. Siamo molto uniti, anche se non facciamo quasi mai prove, e spesso litighiamo. Siamo una famigliola allegra, e ora si è unito anche Guglielmo, che oltre ad essere un musicista ottimo è il quarto pisello nel suo bacello.
Come vi sentite invece oggi, con due dischi importanti alle spalle ed un contratto fresco con la Nat Geo Music Record Label? A che punto è arrivata la vostra carriera?
E’ come partire da capo, ora si gioca uno sport diverso, bisogna essere umili e pazienti. Saremo certamente svantaggiati rispetto alla concorrenza americana e dovremo recuperare quella differenza al più presto. Siamo però ottimisti, faremo live diversi in posti nuovi con un pubblico nuovo. È esaltante! Noi siamo pronti e non aspettiamo altro, abbiamo una gran fretta di fare...mannaggia...
Arriviamo all’ argomento cardine dell’intervista: il mercato americano era nelle vostre aspirazioni? Come siete arrivati a questa possibilità?
Io ho un amico americano che ha regalato il disco che gli avevo regalato al responsabile dell’etichetta americana: è piaciuto molto. Abbiamo sempre avuto un grande desiderio di provare un percorso all’estero, ma non avevamo pianificato la cosa: è successa!
Quale è la curiosità più grande che avete di questa esperienza?
Suonare in America in primis, al SXSW, ma siamo curiosi di vedere come viene recepito il nostro disco. Piacerà? Boh!
A proposito di SXSW: per chi ha influenze musicali esterofili come voi, un festival come quello di Austin deve essere un gran bel traguardo. Decine di band internazionali, tantissima gente, potenzialmente un grande hype e pure hamburger giganti.
Sì per gli hamburger giganti Gaetano è già in prima linea! A parte gli scherzi più che un traguardo il SXSW è l’inizio di una sfida. Non sappiamo come sarà, ma ce lo immaginiamo un pò. Saremo super recettivi, cercheremo di immagazzinare più conoscenza possibili, ma soprattutto vogliamo divertirci.
Ci dici di più su come vi presenterete al pubblico americano? Nel senso, ci sarà spazio dal vivo anche per brani di “Money’s On Fire”?
Ci concentreremo su De Fauna et Flora, concepiremo un live più definito e curato, anche dal punto di vista dell’immagine. Sicuramente parleremo poco sul palco, credo saremo abbastanza emozionati. Sappiamo che partire bene è importante, ma sappiamo che sotto pressione suoniamo con maggiore intensità e cercheremo di trasmetterla a chi ascolta!
Una considerazione tecnica: cercherete di ricreare l’ atmosfera calda di “De Fauna et Flora” aumentando il numero di musicisti sul palco o vi presenterete con la formazione tipo?
Siamo in 4, e ormai è un anno che usciamo con questa formazione. Siamo abbastanza rodati. Ovviamente sarebbe fantastico avere qualcuno in più (tipo percussioni e archi) ma non sarà possibile e non è necessario farlo ora. Abbiamo intenzione di preparare un live più strutturato strumentalmente per un occasione particolare, ma ne riparleremo più avanti...
Ci parli del vostro look? Ho letto in giro che date molto spazio ai dettagli anche attraverso il lavoro di partner creativi.
Sì, verissimo, anche se ultimamente siamo un pò più casual, un pò... alla c**** di cane! Abbiamo però sempre avuto B.I.G.I.A.I. Background a darci una mano, Gigi è un artista eclettico e ci ispira non solo dal punto di vista dell’abbigliamento.
E che ci racconti di Mr. R’s? Lo porterete con voi oltreoceano?
Mr. R’s, ahahah, me ne ero quasi dimenticato! Mi ricordo quando, vestito da Mr. R’s avevo fermato il traffico a Brescia,con quella scatola in testa non ci vedevo per niente e ho rischiato la vita più volte! Cosa non si fa per (non) apparire...
Una domanda che è più una mia curiosità personale: un disco che state consumando in questo periodo?
Sto ascoltando Wow dei Verdena, mi piace molto perchè è coraggioso e ben scritto; poi ascolto molto musica di amici, band come Low Frequency Club, il nuovo disco degli Annie Hall, quello dei Guru Banana e poi cose importanti del passato! Tra le novità, sto ascoltando anche i Tame Impala...molto figo!
L’ultima e scontata: prossimi progetti ravvicinati?
America e mondo! L’uscita globale dell’album ci terrà impegnati. Dovremo produrre nuovo materiale, video, soprattutto promozionale. Ma vorremmo presto andare in studio e magari sfornare un EP in breve tempo! Ci sono un pò di idee fresche da sperimentare e magari un’attitudine nuova, un approccio diverso potrà esserci da stimolo.
In bocca al lupo ragazzi, anzi “break a leg”!
Articolo del
08/02/2011 -
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