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Diamo il benvenuto su Extra! ai The Shiver! Ragazzi, raccontateci un po’ la vostra storia, dall’idea di questo progetto all’incontro determinante con la Alkemist Fanatix.
I The Shiver si formano nel 2005, e questo in uscita è il secondo Album ufficiale. Il debut "Inside" è stato pubblicato nel 2008 da UK Division Records, un'indipendente inglese, e questo è uscito con Aural Music qui in Europa (con publishing Warner Chappell Music) ed è già fuori in USA con Reality Entertainment. I The Shiver nascono come band metal/gothic e poi cominciano a sviluppare un loro stile. Non abbiamo mai perso l'attitudine metal, ma ho preferito avvicinarmi al rock, mantenendo la tendenza dark ed aggiungendo un pò d'elettronica. L’incontro fondamentale è quello con Finch. Molti musicisti si accontentano di suonare una volta l’anno nel pub sotto casa, non cercano il confronto, non hanno minimamente voglia di faticare per realizzare le loro ambizioni, si limitano a sperare che un giorno cada dal cielo una grossa opportunità. Con Finch finalmente mi sono trovata d’accordo sul da farsi ed abbiamo elaborato un piano su come agire, consapevoli del duro lavoro da fare. Non so quanto sarebbe andato avanti il progetto senza il suo aiuto. Abbiamo cominciato a suonare nei locali della nostra zona (Lazio), per poi girare in Italia ed arrivare all'estero. Nel 2009 abbiamo portato a termine il terzo tour europeo ed in generale cerchiamo di muoverci sempre in ambito internazionale. Abbiamo cominciato a collaborare con Alkemist nel 2006 circa, ed abbiamo trovato in Carlo un valido aiuto. Ormai è passato diverso tempo ed abbiamo visto crescere questa agenzia giorno dopo giorno. Devo dire che Carlo è stato una delle pochissime persone che ci hanno aiutato concretamente ad arrivare fin qui, soprattutto dal punto di vista manageriale.
Siete fondamentalmente un duo, ma per questo album vi siete avvalsi di collaborazioni di peso
Esatto. È stata una bellissima esperienza collaborare con Alessandro Paolucci (Raw Power) e con Stefano Tocci (ICO). Ale è un mito, ha una vastissima esperienza ed è una persona estremamente in gamba. Devo ammettere ch con lui ci sono state non poche discussioni in sede di arrangiamento dei brani… però ho imparato tantissime cose! Oltre a curare la produzione Ale ha registrato i bassi nel disco, e devo dire che il suo contributo parla da sé. Su “Through This Cold Water” ha usato un tipo particolare di basso che si chiama ‘Stick’: è stato uno spettacolo vederlo in azione! Stefano ci ha aiutato ad arrangiare i riff di chitarra, apportando all’album un po’ di sano metalcore (appena appena…). Anche lui è stato molto bravo in studio! Vorrei comunque ricordare che c’è un altro musicista per noi fondamentale: Ruggero Maoloni, il nostro bassista live. È da un po’ che abbiamo iniziato l’esperienza in trio, e senza Rug sarebbe impossibile essere efficaci sul palco.
Faith, tu sei la cantante e compositrice della band, in pratica ne sei l’anima: una bella responsabilità
Beh in effetti, è quello che ho sempre fatto. A volte si vede una ragazza come immagine di una band e si pensa che ci sia qualcun altro che decida o che agisca all’interno del gruppo, in realtà noi siamo proprio come appariamo. Io, tra i mille lavori che devo svolgere (perché per chi non lo sapesse, la musica paga molto poco), sono sempre alle prese con nuove idee da trasformare in canzoni, testi, locali da contattare per i live, e poi viene tutto il resto cioè la parte “light” del lavoro: foto, video, promozione. La cosa che preferisco, e che per carenza di tempo sto sacrificando purtroppo, è la composizione dei nuovi brani. Me ne vado in sala prove e lì sola soletta registro le mie idee. Ultimamente mi ritrovo sempre più spesso un bel peso sulle spalle, specialmente per organizzare l’attività live. Il fatto è che trattare con le ‘venues’ non è semplice per niente! Ora per esempio pensavo di poter finalmente realizzare un sogno (un po’ hippy) che coltivo da tanto, cioè un tour acustico estivo in Italia, e nonostante le mille email e telefonate, non c’è stato un solo locale che mi ha dato disponibilità. Morale: organizzerò questa cosa, come al solito, all’estero. È stata una grande delusione.
Tra breve sarete in tour in tutta Europa: emozionati?
Più che altro non vediamo l’ora di partire per il prossimo concerto!!! I live ci gasano da morire, e poi quando noi andiamo in tour ci divertiamo da matti! Ci sono band che fanno di ogni cosa un problema, litigano, etc, noi invece siamo più che rilassati, e affrontiamo ogni imprevisto (capitano!) con positività. Questo 2011 ci sta portando in vari paesi, già siamo stati in Belgio e Uk, più in là saremo anche in Germania, Francia e Spagna. La cosa molto positiva è stata trovare già dei fan che ci aspettavano ai concerti, e poi incontrarne di nuovi! Forse finalmente riusciremo a trovare anche il modo di allarganre i nostri orizzionti oltre l’Europa…. Ma ancora è tutto top secret!
So che avete ricevuto un’ottima accoglienza di critica e pubblico sia negli USA che in Inghilterra: pensate che il vostro genere musicale sia meglio ricevuto oltreconfine, rispetto all’Italia?
Indubbiamente! Ma ormai non si tratta di genere musicale, secondo me è questione di mentalità. In Italia siamo davvero chiusi di mente, non cambierà mai questa cosa. Ci piace solo quello che è già famoso, siamo come le pecore. Questo appiattimento culturale mi deprime. In America, come in UK e Nord Europa sono andati fuori di testa per questo album, ed abbiamo conosciuto molti promoter, fan, giornalisti, anche altre band che ci stanno facendo una promozione assurda. Per questo continuerò ad indirizzare il nostro stile verso l’estero.
Parliamo della vostra musica: a quali brani, dell’ultimo album e non, vi sentite particolarmente legati?
Mmm, domanda difficile, è come chiedere a un genitore qual è il figlio preferito! Credo che “Feel Tomorrow’s Light” sia il brano per me più bello, anche se è stato citato molto poco nelle recensioni. Un'altra canzone del passato a cui sono molto legata è “Void”, una ballata eseguita solo dal vivo, mai pubblicata. Rug ha aggiunto al mio brano un giro di basso stupendo che lo fa risultare molto particolare. Forse la potete trovare in qualche video live. E poi c’è “Silverwillow”, la prima canzone che ho composto, quando avevo 15 anni. È sempre piaciuta un sacco, nonostante sia una canzonetta molto pop, con il testo tratto da un libro di Poe.
La vostra musica ha una forza evocativa notevole, diciamo che mantiene la potenza del metal, pur concedendosi il lusso del romanticismo “tenebroso”. Come vedete questo ritorno di fiamma verso la sensibilità gotica, specie nel pubblico più giovane?
Credo che in realtà questa sensibilità non sia mai venuta meno, semplicemente è stata riversata in ambito commerciale da fenomeni quali Evanescence, Lacuna Coil, etc… Sinceramente ho un po’ di paura quando si verificano fenomeni come questo, guardate cosa è successo al movimento EMO… dico quello vero, quello degli anni ’90! Si è ridotto a figli di papà drogati che ascoltano i Tokio Hotel e ti tingono i capelli…! Forse però noi musicisti possiamo fare qualcosa per far sì che non si verifichino certi “mutamenti”:possiamo continuare a proporre musica di qualità.
Nella recensione che ho scritto, ho badato a distinguervi da band come gli Evanescence e gli ultimi Lacuna Coil, che hanno avuto un enorme successo commerciale, ma, talvolta, a discapito della qualità. Voi avete fatto scelte anche rischiose, come degli arrangiamenti più marcatamente metal, per salvaguardare l’originalità del vostro lavoro.
Ora come ora, ogni scelta può essere rischiosa: se proponi arrangiamenti più commerciali vieni criticato dai puristi del metal, se proponi idee più aspre non piaci alle orecchie più delicate: secondo me l’importante è rendere il sound che si ha in mente. È inutile cercare di adattarsi a quel che il pubblico potrebbe voler sentire, è bene invece essere sinceri ed esprimersi al meglio. Sarà un rischio ma chi non risica…
Ci sono band a cui vi sentite particolarmente vicini stilisticamente? Io ho fatto il nome dei Sirenia, smentitemi se sbaglio
In realtà loro sono molto epici, nel senso tradizionale del termine, un genere dal quale noi siamo abbastanza lontani. Non saprei veramente chi citare, perché in realtà non ascolto molto band con voce femminile… Mi concentro molto più sulla sfera dark anni ’80: The Cure, Depeche Mode, Siouxie… Però vorrei nominare qualche band che in ambito underground si sta dando molto da fare e che meritano un ascolto: November7 e Winter In Eden!
Avete girato i vostri primi videoclip: qual è il concept che avete adottato, dato anche che la vostra musica si presta benissimo a video molto belli e suggestivi?
Grazie mille ? Il primo Videoclip di “A New Horizon” è stato una sorpresa: eravamo in tour in Gran Bretagna e il promoter ci fa: pensate un po’, c’è qui un regista mio amico che vorrebbe riprendervi e farvi un videoclip! E così è venuto fuori “Crushing Down”, molto amatoriale se vogliamo! Invece per “The Fragile Sound” abbiamo tirato fuori un bel lavoro, non ci aspettavamo tutta questa qualità! Il video è diviso in due parti, una reale e una che sta a rappresentare la musica nella mia testa, in cui già si trovano i miei musicisti tra l’altro. Di punto in bianco esco di senno e mi ritrovo a camminare come invasata su questo filo teso tra i grattacieli di una città futuristica, dalle tinte scure. Però per sapere come prosegue la storia dovete attendere la pubblicazione ufficiale tra qualche giorno! Vorrei ringraziarti di cuore per questo spazio che Extra! ci ha dato, inoltre ringrazio tutti i lettori e li invito a seguire le nostre “avventure” su www.theshiver.net/ www.myspace.com/theshiverband / www.facebook.com/theshiverband
Articolo del
03/04/2011 -
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