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Dopo il loro live al Circolo Arci Dharamshala di Tronzano Vercellese, abbiamo intervistato Emiliano Nigi, voce e tastiera del trio folk popolare livornese. Ciao, benvenuti su Extra Music Magazine!
Con il vostro ultimo e terzo album “ Fumatori Della Sera” vi siete incentrati sulla musica popolare tradizionale, da dove nasce questo amore?
Diciamo che è un amore che abbiamo sempre avuto. Abbiamo sempre cercato di contaminare la canzone cantautorale con lo stile popolare, è un filo rosso che ci unisce tutti.
E le vostre guide cantautorali?
Senz’altro i grandi della tradizione : De Andrè, Conte, Fossati etc ..
Tutti i vostri 3 dischi sono stati autoprodotti, una gran fatica immagino ma anche soddisfazione ..
Sì, una grande fatica e una grande soddisfazione. È un po’ dura, nel senso che comunque quando lavori sempre con prodotti autoprodotti o sei molto, molto bravo a promuoverli, oppure è difficoltoso. Noi non siamo molto bravi in questo ma ci diamo da fare, non a sufficienza però, di conseguenza il processo è più lento rispetto al solito.
I vostri testi sono colmi di parole onomatopeiche e canzoni che sembrano delle filastrocche, come nascono questi brani?
I brani nascono nei modi più strampalati e disparati. Ad esempio c’è un testo in particolare a cui sono molto legato “La Nave”, che è nato mentre facevo la spesa al mercato, oppure cose che ti ronzano in testa già da un po’, testi scritti dopo la musica … non ci sono regole.
Avete reinterpretato ” Purple Haze” in chiave popolare .. come mai questa scelta?
Come un gioco, tutti quanti siamo appassionati di rock e volevamo fare una cover importante di un musicista che stimiamo tanto e quindi è nato questo connubio che ci è sembrato simpatico.
Piccola curiosità, com’è nato il nome del gruppo Carneigra e perché non avete scelto magari di cambiarlo in Fumatori della sera, dato il cambio di formazione, che mi sembra un nome perfetto ?
In effetti forse sarebbe più adatto. In realtà siamo molto legati a questo nome. Il nome nasce dall’unione di due parole: carne e negra, prese da una canzone di De Andrè e mi avevano colpito molto perché pensavo che definissero bene quelle caratteristiche della musica popolare, data questa negritudine ..
Ultima domanda, personalmente io vi vedo come dei menestrelli-cantastorie, voi come vi descrivereste?
L’idea di cantastorie ci piace. Ci piace parlare con la gente e creare un momento come succedeva anni fa dove si raccontavano e si cantavano storie e dove si creava un certo feeling con il pubblico.
Grazie di cuore!
Grazie a te!
Articolo del
03/06/2011 -
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