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A tre anni di distanza dal disco di platino HELLdorado tornano i Negrita con Dannato vivere (Universal Music) il nono album registrato in studio dalla band aretina con la produzione artistica di Fabrizio Barbacci. Un lavoro di altissimo livello con brani diversi nel genere, ma con un comun denominatore: entrano nella testa al primo ascolto, come la ledzeppeliana, nell’attacco iniziale, Brucerò per te (“Avevo in mente "All My Love" quando l’ho scritta", confessa Drigo), la grintosa Fuoricontrollo, che descrive alla perfezione i tempi che stiamo vivendo (“Il vento sta cambiando e il sole splende c’è chi lotta e chi si arrende, c’è chi dice cose nuove e c’è chi è morto e non lo sa”) o il coinvolgente reggae in stile Police di Immobile.
Tredici brani in cui i Negrita confermano la loro voglia di mettersi in gioco, di esplorare sempre nuove sonorità e di sperimentare, non amando fossilizzarsi su un unico genere. Anzi, cambiare pelle di frequente per loro è ormai un’esigenza. Ed è grazie a questa mentalità che i Negrita hanno potuto riscrivere le regole del rock nostrano, portandolo al punto di contatto più vicino con le grandi realtà internazionali. E come avvenuto negli ultimi dischi, anche in Dannato vivere sono i luoghi a influenzare il loro cammino e a indicarne il percorso: “Il disco nasce dopo un viaggio negli Stati Uniti, dove ci trovavamo per un tour durato più d’un mese. È stato un viaggio importante – dice Drigo, il chitarrista della band – ma non dal punto di vista musicale, visto che la musica americana la conoscevamo già benissimo. Purtroppo abbiamo trovato un’America veramente stagnante. Visitare posti mitici come Nashville e Memphis è stato personalmente desolante. Dopo i momenti d’oro che hanno vissuto, oggi andar in quei luoghi dà la sensazione di vivere una sorta di revival... un po’ come da noi potrebbe succedere con il liscio. In definitiva, è stata un’incursione priva di novità, anche Seattle la città del Grunge, che ha vissuto dei momenti straordinari, tutto sommato non ci è sembrata avere una scena così eccitante...”. Ma l’America rimane sempre generosa: “Quello che abbiamo trovato sono gli spunti per i contenuti, per i testi”. Per la musica invece, “visto che non l’avevamo ancora esplorato né proposto, essendo un genere che ci è sempre piaciuto a tutti, ci siamo ispirati alla musica inglese anni Ottanta ‘bianca’ fatta di un certo reggae, vedi i Police o gli UB40 fino ai Clash, musica che è entrata nelle nostre orecchie e nei nostri gusti”.
Pau (alias Paolo Bruni, il frontman) aggiunge che Dannato vivere è “un disco bianco a partire dalla copertina, non black come alcuni dischi precedenti o come il nostro nome. Se gli ultimi due andavano in una certa direzione, con la bussola puntata verso Sud, questo, invece, si è pappato in un sol boccone tutta la Rosa dei Venti. È un album sferico perché riesce a raccattare ispirazione nelle più disparate direzioni, quindi da Nord a Est, da Ovest a Sud. E ha varie profondità e diversi strati. E poi c’è il pop, quello che parla alle coscienze, che muove le masse. A noi interessa questo”.
La scelta di intitolare il disco Dannato vivere è avvenuta perché “ci sembra che tutti e 13 i brani abbiano qualcosa a che fare con questa espressione verbale. C’è anche un senso positivo nell’espressione, ma forse più nel senso smaccatamente rock. È come se dichiarando una negatività si esaltasse la positività. Nonostante la consapevolezza che arrivati ai quaranta, si iniziano a vedere le cose per come stanno realmente. Basta semplicemente affacciarsi per capire che è un girone dell’inferno il mondo in cui viviamo”. Impossibile non fare considerazioni relativamente ai moti di piazza di questi tempi: “Oggi c’è un partito trasversale che è quello del malcontento: a un certo punto quando si tocca il fondo una reazione deve pur esserci. E la manifestazione di piazza di massa è l’unica soluzione che abbiamo per farci notare veramente”. E aggiunge: “Crediamo che l’indignazione sia inevitabile, non si possono più sopportare determinati atteggiamenti. E questo si può riscontrare, oltreché nelle fasce più giovani, anche in tutti gli altri strati sociali. Mai vista in vita nostra una crisi così profonda: l’indignazione esiste perché non c’è più quella struttura sociale che ha amministrato il mondo dal dopoguerra a oggi. La struttura partitica non esiste più, la destra e la sinistra non esistono più e tutto avviene quasi come fosse un evento naturale, non pensiamo che ci sia una mano invisibile che muova i fili dell’indignazione. Oggi c’è un partito trasversale che è quello del malcontento: a un certo punto quando si tocca il fondo una reazione deve pur esserci. E la manifestazione di piazza di massa è l’unica soluzione che abbiamo per farci notare veramente”. E quando canta che “Il vento sta cambiando e il sole splende/ c'è chi lotta e chi si arrende/ c'è chi dice cose nuove/ c'è chi è morto e non lo sa” Pau ci crede davvero in quel che dice: “C’è un desiderio di sollevazione, che parte dalla Primavera araba passando per la Grecia per ovvi motivi, persino in Israele a Tel Aviv protestano quando gli unici a farlo da quelle parti erano i palestinesi. Stanno protestando la Spagna con gli indignados, e addirittura a Wall Street... Penso che il vento del cambiamento, che il sole splende… che poi è così contemporaneo con lo slogan di Pisapia che sembra quasi siamo diventati vendoliani, ma è una coincidenza (dice Pau ridendo, ndr) sia un fattore inevitabile perché non può rimanere questa situazione ed è possibile che sfoci in un cambio epocale, totale. Si stanno riscrivendo assolutamente i rapporti intersociali. Qualsiasi cosa sta cambiando. I maggiori partiti italiani quali sono? Il Pdl e il Pd? Ma per favore... non rappresentano più nessuno”. E qualcuno che dice “cose nuove” non può che essere il comico genovese Beppe Grillo con il suo Movimento 5 Stelle. I Negrita si considerano più socializzati che politicizzati e non hanno alcuna pretesa di essere i portavoce di un malessere generazionale, ma in questo caso si sbilanciano: “Beppe ha scoperto i nervi di quello che dovrebbe essere l’atteggiamento comune nei confronti della politica. Tutta la politica dovrà fare i conti con quello che il Movimento Cinque Stelle dice e con l’idea della trasparenza possibile grazie allo strumento di Internet!”. Grazie a Internet i Negrita hanno un rapporto privilegiato, diretto e senza filtri, con i loro fan che per una band come la loro sono linfa vitale: “Da qualche giorno abbiamo inaugurato il nuovo sito e il nuovo fan club "La stanza dei dottori" che è il frutto della frequentazione della Rete che negli ultimi mesi è sempre più assidua. Con i social network oggi è tutto più facile, è possibile comunicare direttamente con chi ti ascolta, chiedere loro pareri e poi è possibile organizzare eventi speciali, secret show, cose che vanno al di là dello show biz”.
E l’occasione per incontrare i loro fan dal vivo sarà il Dannato Vivere Arena Tour che li porterà nei più importanti palasport di tutta Italia e che debutterà il 31 gennaio 2012 al Mandela Forum di Firenze. Loro non vedono l’ora di ripartire... figurarsi i fan.
Queste le altre date:
03.02 Padova Palafabris 04.02 Roma Palalottomatica 07.02 Torino Palaolimpico 10.02 Bologna Unipol Arena 11.02 Milano Mediolanumforum
Articolo del
26/10/2011 -
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