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Ne avevamo già parlato in queste pagine, circa un anno fa del loro Ep di debutto ”The Spell” e più di recente in occasione della pubblicazione del loro primo full-length, ”Mrs. Love Revolution”. Abbiamo incontrato il chitarrista dei Mojo Filter Carlo Lancini e ci siamo fatti raccontare i progetti della band.
Ciao Carlo. Innanzitutto benvenuto su Extra! e complimenti per il disco. Come prima cosa ti chiederei di parlarci un po' della storia della band. Come è nato il progetto Mojo Filter?
I Mojo Filter nascono nel 2006. La band è stata fondata da Alessandro Battistini con Daniele Togni, dopo esperienze in diverse band molto attive in quel periodo. Daniele impazzisce per l’approccio di Alessandro alla chitarra, per la sua voce e lo stile puro e vintage. Alessandro stravede per il groove fenomenale di Daniele. Nel corso del 2009 è il mio turno. Avrei dovuto colmare un piccolo vuoto nelle parti di un paio di pezzi. Una volta arrivato non mi son più schiodato. Quale sostituta temporanea di Gio Riggi - batterista del primo Ep “The Spell” -, per motivi vari, nel luglio del 2010 appare per la prima volta l’attuale batterista Jennifer Longo. Per motivi altrettanto vari e bizzari, ad oggi inspiegabili, legati ad un concerto a Zurigo, al vino, allo Jagermaister ed alla tachipirina (!?), nell’ottobre 2010 Jennifer Longo diventa la batterista ufficiale della band… Il processo “discografico” era già in atto a fine 2009: con l’ingresso di Jennifer abbiamo lavorato intensamente a “Mrs. Love Revolution” È come se i Mojo Filter fossero sempre esistiti: tutti abbiamo lo stesso background, gli stessi stimoli, la necessità di fare del buon rock and roll e di farlo alla vecchia maniera. Tant’è che non discutiamo mai della forma che devono prendere i brani, di come registrarli e su cosa lavorare: abbiamo tutti le stesse intenzioni e queste cose arrivano naturalmente. Ovviamente il tutto parte da Alessandro, che è un grandissimo autore. Nonostante alcuni di noi neghino questa cosa fino alla morte, i Mojo Filter sono una band di quattro musicisti molto simili fra loro. Ognuno con una sensibilità diversa e un approccio differente, ma tutti estremamente simili. E tutti nel posto giusto al momento giusto.
Il significato del moniker?
Mojo Filter significa filtro magico ed il termine è contenuto in un verso di “Come Together” dei Beatles… ed ecco spiegato il nostro nome. Inoltre il termine Mojo era anche utilizzato negli anni cinquanta e sessanta, basti pensare a “Got My Mojo Working”, brano di Preston Foster reso celebre da Muddy Waters.
Le grafiche dei vostri lavori sono molto colorate e un po' retro. Sono una vostra idea? Chi è la donna protagonista di copertine e flyers?
Il simbolo nasce da Alessandro, poi sviluppato da Ferdinando Lozza. In lui abbiamo trovato un artista in grado di capirci. Ferdinando sarà in grado di dare continuità alla nostra immagine sulla base di come evolverà il nostro stile. La donna di preciso non so chi sia. Ma ho ben presente cosa rappresenta: è la bellezza, l’arte e l’indipendenza… tutta al femminile. Anche la rivoluzione è al femminile. Con lei abbiamo voluto filtrare in un’unica “ampolla” tutta una serie di concetti che comprendono anche la spontaneità…
La superficie del nuovo cd Mrs. Love Revolution sembra un vinile in miniatura. Avete mai pensato di pubblicarne davvero qualche copia nel caro vecchio formato?
Potrebbe essere che in futuro escano dei nostri lavori in vinile. Ma purtroppo è difficile ipotizzare una versione in Lp di “Mrs Love Revolution”… sarebbe fantastico.
Perché avete scelto di registrare il disco in presa diretta? Pensate che la modalità di registrazione “standard” avrebbe tolto qualcosa al vostro sound?
Indubbiamente. Le canzoni di Mrs. Love Revolution sono nate così e così le abbiamo volute immortalare. Ci sono artisti ben più blasonati di noi che lavorano in presa diretta ed hanno anch’essi tempi abbastanza rapidi di registrazione. Penso a Neil Young e al suo “Living With War”, così come al primo disco dei Vintage Trouble: entrambi sono stati registrati in pochi giorni. Oggi chi registra un disco con questa modalità ama parlare di urgenza e necessità artistiche, il tutto al fine di “fotografare” i brani ad un determinato stadio, appunto. Sono due termini che potrei utilizzare anche io per “Mrs. Love Revolution”. Ad eccezione di ”Lick Me Up”, già presente su “The Spell”: è stata ri-registrata per dare omogeneità al tutto.
Il primo album in assoluto che hai acquistato e l'ultimo?
Il primo è stato il doppio Lp di “Love You Live” dei Rolling Stones. Avevo 13 anni e l’ho acquistato in edicola. Era nella collana “I Grandi Del Rock”. L’ultimo è il cd di “Ash & Fire” di Ryan Adams.
Compri musica digitale? Preferisci l'mp3 o il supporto fisico (cd, vinile, cassetta)?
Io rimango affezionato al supporto fisico. Purtroppo mi sono adeguato al cd…ma di positivo c’è che quando giriamo in tour posso far sorbire a tutti i miei cd malinconici di Jackson Browne, di Nick Drake o dei Wilco.
Con quale artista vorresti fare un tour?
Visto che stanno tornando sulle scene, dico i The Raconteurs di Jack White e Brendan Benson. Ma so che Alessandro sceglierebbe i Black Keys.
Cosa pensate dell'attuale scena musicale in Italia?
Riduciamo il campo alla scena indie-rock, lontana dal businness: il lavoro e il percorso di diverse band è interessante. Stimiamo di brutto gli Zen Circus, i Bud Spencer Blues Explosion e i nostri concittadini Verdena, giusto per citarne alcuni. Ma noi siamo più legati alla tradizione, al vintage e all’utilizzo esclusivo dell’inglese. Questa scelta, fortemente voluta, forse un po’ ci penalizza, ma non siamo soli… Certo è – e vale per noi come per gli artisti citati prima - che vorremmo vedere riconosciuta molto di più la nostra musica e vorremmo vederla inserita in contesti anche più ampi. Inoltre, noi siamo ai margini di una certa scena indie che sta diventando forse troppo snob. La cosa divertente è che si parla di briciole: purtroppo nessuno vuol far “sistema” con altri per creare nuovi spazi, soprattutto culturali. Anzi… E il risultato è che lo spazio destinato al rock indipendente è sempre più piccolo, mentre le multinazionali stanno divorando tutto. Cazzo!, gli Okkervil River possono suonare al ‘Late Show’ di David Letterman, in diretta nazionale, su una delle emittenti principali d’America. In questa nazione di m#### la gente parla solo di artisti che neanche voglio menzionare… e scusa se mi scaldo!
Possiamo sperare di vedervi live in qualche data lungo lo stivale?
CERTO!!!!! Dal 6 gennaio parte un tour che ci vedrà in concerto ad Aosta, Milano – due date, una al Leoncavallo e l’altra al Ligera -, Bergamo, Brescia, Macerata, Fano, Reggio Emilia, Como, Brescia, Alessandria, Torino, ecc. Non vediamo l’ora e non aspettiamo altro.
Articolo del
30/11/2011 -
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