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Il fenomeno musicale Heroes si sta facendo largo nella capitale con adesioni in crescita sia per le band coinvolte che per il pubblico. I rumours intorno a questo progetto hanno interessato noi di Extra! Music Magazine, cosi abbiamo deciso di fare due chiacchiere con i protagonisti di questo nuovo movimento in note che sta facendo parlare di sé.
Ci potresti dire come è nata l'idea di Heroes?
Angela Fiore: L'idea di ‘Heroes’ è nata inizialmente da Carlo Martinelli e Alessandra Perna dei Luminal, poi è stata sviluppata da un piccolo gruppo di persone che condividevano un certo modo di vedere la scena live italiana. E' una specie di misura anticrisi. Noi tutti sentivamo il bisogno di un posto, di un contesto, nel quale la musica suonata dal vivo fosse protagonista e non mortificata dalle logiche del "quanta gente mi porti, di chi sei amico, chi ti produce" e sciocchezze del genere. Queste ‘sciocchezze’ sono, al momento, i criteri principali che spingono un locale a ingaggiare una band e, quel che è peggio, il pubblico del cosiddetto indie (che, come tutti ormai sanno, è un bluff), ad andare a vedere un concerto. Ci siamo resi conto che per ribaltare questa situazione non bastava semplicemente scegliere la programmazione artistica di una rassegna con altri criteri (uno a caso: la qualità). Occorreva lavorare sul pubblico, creare una community, responsabilizzare tanto gli artisti quanto i loro circuiti e gli appassionati, per raccogliere chi, come noi, era stanco di concerti dove si va a fare i poser e a vedere chi c'è invece che ad ascoltare buona musica e, perchè no, ad ascoltare musica ‘NUOVA’.
Quali sono gli obiettivi?
Speriamo di dare il nostro contributo a un ‘risveglio delle coscienze’. Può suonare sproporzionatamente ambizioso, ma è così. Siamo tutti precari oltre il concetto stesso di precario, viviamo di mestieri che per questo Paese sono dei passatempi, non abbiamo nessuna garanzia di una qualunque forma di futuro e nonostante questo siamo qui e facciamo con passione quello in cui crediamo senza lamentarci. Questo è il nostro obiettivo: se lo sport preferito dei giovani artisti italiani è dire che in Italia non c'è cultura musicale e all'estero è tutto molto migliore, noi vogliamo invitarli a unirsi a noi per rendere l'Italia un posto migliore, almeno da questo punto di vista. Piagnucolare perchè ‘X Factor’ non arruola la band indipendente del nostro migliore amico e deprecare le scelte musicali della Rai è inutile, oltre che sciocco. Facciamo in modo che i nostri circuiti funzionino, costruiamo da noi quello di cui sentiamo la mancanza, dimostriamo di contare qualcosa.
Cosa offrite?
Offriamo un posto reale e un posto ‘virtuale’ dove far girare la musica. Il posto reale è Le Mura, lo splendido locale che ci ospita e che ci garantisce un'atmosfera assolutamente perfetta. Il posto virtuale è il nostro blog www.romacomenewyork.wordpress.com, che ospita non solo tutte le informazioni sulle band di ‘Heroes’ che restano tali anche dopo aver suonato (noi pubblichiamo sempre gli updates dei nostri artisti, che si tratti di video, concerti, dischi in uscita o qualunque altra notizia rilevante sulla loro carriera), ma forniamo anche i profili di tanta gente che fa cultura a Roma, che crea qualcosa di bello e che rende questa città un posto vivo e stimolante. Ci sono artisti visuali, fotografi, giornalisti, pittori, designers e moltissimi altri non classificabili ai quali Roma dovrebbe dire un sincero grazie.
Chi sono gli ideatori e quali band sono coinvolte?
Gli ideatori iniziali sono quel manipolo di visionari ai quali accennavo prima, poi, in corsa, abbiamo accolto altri che si sono appassionati al progetto e hanno portato le loro idee e il loro entusiasmo. Le band coinvolte sono in continuo aumento e possono essere trovate nella sezione "Music" del blog o sul nostro calendario. ‘Heroes’ non è e non sarà mai una serata nella quale si viene a suonare una volta e tanti saluti: una band che entra a far parte di ‘Heroes’ resta nella nostra community, i contatti si mantengono, si collabora alle serate successive ognuno in ragione delle proprie possibilità. Ci si supporta a vicenda in modo stabile e continuativo. Per questo le band sono tutte coinvolte e noi speriamo che siano sempre di più.
Quanto siete vicini ai risultati che vi siete presupposti? La forza di questo progetto è il procedere per obiettivi realizzabili. Quindi, per adesso, posso dire che abbiamo centrato tutti i traguardi che ci eravamo prefissati. I prossimi hanno a che fare con la crescita del progetto: vogliamo che dall'interazione fra le band, anche in modo indipendente da noi, nascano delle collaborazioni che possano proseguire nel tempo. Ci piacerebbe anche che tutti copiassero l'idea. In ogni città i musicisti e i promoter dovrebbero lavorare insieme per creare community di gente che va a vedere concerti con l'entusiasmo di ascoltare qualcosa di nuovo, invece dei soliti quattro nomi. Ci piacerebbe che chi si spacca la schiena per fare questo lavoro guadagnasse almeno quanto un precario normale. ci piacerebbe che il pubblico che si considera "alternative" scegliesse le band da seguire utilizzando logiche un po' più evolute del concetto di "tizio è amico mio quindi vado a vederlo, caio non è venuto al mio concerto quindi io non vado al suo". Ecco, da questi obiettivi di largo respiro siamo ancora lontani. Ma siamo molto ottimisti...
Che tipo di risposta avete avuto dal pubblico?
La risposta del pubblico ha superato tutte le nostre più rosee aspettative. Riceviamo continui attestati di entusiasmo, affetto e calore che ci commuovono e ci esaltano. La risposta del pubblico non sta solo nel numero di persone che intervengono a ogni serata (per quanto anche i numeri siano oltre le nostre previsioni più ottimistiche), ma nel modo in cui la vivono e nel rapporto che si crea fra una serata e l'altra. Il pubblico di ‘Heroes’ è un pubblico attento, che ascolta i concerti anche se non conosce la band, che si entusiasma, che balla, che non sta fuori a fumare mentre suona la band. E, fra una serata e l'altra, non ci manca mai l'affetto di chi ha apprezzato il concerto e aspetta con ansia quello successivo.
Il concept è rimasto quello di partenza o avete cambiato dettagli in corsa?
Il concept di base è rimasto lo stesso. In corsa abbiamo aggiustato il tiro sul modo di comunicarlo, soprattutto arricchendo il blog e confrontandoci con le band per migliorare costantemente l'offerta durante la serata.
Avete sorprese in serbo per le band?
Sono le band a sorprenderci costantemente. Se mai, noi insieme alle band prepariamo qualche sorpresa per il pubblico di Heroes! Per chi vuol saperne di più http://romacomenewyork.wordpress.com/
Articolo del
27/12/2011 -
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