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Chiacchierata con l’ultimo superstite dei Ramones, la prima leggendaria punk-band della storia, tra reminiscenze passate, progetti attuali, futuri e fantasiosi...
Nicholas Matteucci: Qual è il progetto che stai maggiormente portando avanti in questo momento?
Marky Ramone: Sto suonando con la mia band, i Marky Ramone’s Blitzkrieg, siamo stati di recente anche in Italia con loro, Michael Graves è il mio cantante.
Il cantante dei Misfits, giusto?
Mah, sì, io lo considero il mio cantante, anche perché dei vecchi Misfits c’è solo un componente, allora si può ancora parlare di Misfits? Non credo... Suoniamo tanti pezzi dei Ramones, perché è quello che i ragazzi vogliono sentire ed anche qualche pezzo che lui ha scritto per i Misfits.
Hai suonato in tanti stili differenti, da quale ti senti rappresentato maggiormente?
Credo quello che avevo coi Ramones, ma anche i Dust, la band che avevo ai tempi del liceo, una cosa abbastanza tecnica, roba heavy metal.
Hai fatto anche blues però...
Sì sì, con Johnny Shines un ragazzo del Mississippi, abbiamo fatto un album blues originale insieme.
Comunque ti senti più legato al punk?
Sì, decisamente.
Quali sono le band moderne che preferisci?
Mi piacciono i Gallows, i Casualties, i Riverboat Gamblers, i Loved Ones...
C’è qualcuno con cui vorresti collaborare?
Mah, non al momento. Se qualcuno me lo chiede però lo prendo in considerazione.
Se potessi formare un supergruppo, chi chiameresti a suonare con te?
Allora, sicuramente Lemmy dei Motorhead al basso, Iggy alla voce e per la chitarra Mick Jones dei Clash oppure Lars Frederiksen dei Rancid.
Come va la stesura del tuo libro?
Molto bene, credo che uscirà più o meno tra 18 mesi, perché devo trovare la gente giusta per la distribuzione, curare alcuni dettagli, è più di “scrivere semplicemente un libro”... poi c’è stato tanto da scrivere da quando i Ramones si sono sciolti nel 1996, ci sono stati tutti i premi e i riconoscimenti, come la Rock’n’Roll Hall Of Fame, eccetera...
Chi è il batterista moderno che preferisci?
Fammici pensare... So che il batterista dei Green Day si è ispirato molto ai Ramones, poi è bravo e ha un buon sound, negli Stati Uniti ho un programma radio, quindi li ho sentiti tutti e lui è bravo.
A proposito, come hai deciso di fare anche il dj?
Perché mi piace mettere le cose che mi piacciono e ai ragazzi piace.
Sei sempre stato un grande performer, non è strano portare il rock nelle discoteche?
No, senti la musica che ti piace, i ragazzi ballano e ci divertiamo tutti.
Il punk, non solo come genere musicale, ma come stile di vita, ha ancora senso oggi?
Certo, più che mai. Per come vanno le cose nel mondo, per l’economia, le cazzate dei politici, il deterioramento della natura, servono gruppi punk per dire alla gente che le cose vanno da schifo. La gente non cambia, solo la tecnologia cambia.
Sei ancora vicino alla scena underground newyorkese?
Non più ormai, perché sono molto spesso in tour. Ho le mie cose a cui pensare e non ho tempo per andare nei club, quindi non potrei dedicargli la giusta attenzione, anche perché se voglio vedere un concerto non voglio essere distratto, ma specialmente a New York, dove i Ramones hanno un valore davvero grande, non essere disturbato all’interno di un club sarebbe impossibile!
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Un ringraziamento speciale al management di Marky Ramone, a tutto lo staff di Stazione Birra (in particolare Francesca, Tiziana e Marina) ed alla tribute band Romanez. (N.M.)
Articolo del
16/01/2012 -
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